La Gazzetta dello Sport

PARTITA AI RAGGI X In mezzo non si costruisce Troppi passaggi sbagliati

Azzurri accettano il ritmo imposto dall’Irlanda e non hanno la forza di reagire Manca qualità a centrocamp­o: Sturaro, Florenzi e Thiago Motta sono deludenti

- Andrea Schianchi

Sembra di essere tornati all’inizio del secolo scorso quando il calcio era soltanto un «kicking game», cioè un gioco che prevedeva lanci lunghi, tanta corsa e zero dribbling. Italia e Irlanda pare si siano messe d’accordo: per tutto il primo tempo non si vede un passaggio che sia degno di tale definizion­e, non parliamo poi di «filtranti», triangoli, duetti e amenità varie. La partita è un trionfo di spioventi: da destra, da sinistra, dal centro, da una parte e dall’altra. Nessuno degli azzurri si prende la responsabi­lità di addomestic­are il pallone con un semplice tocco, di impostare un’idea di manovra (non si pretende una manovra fatta e rifinita, ci mancherebb­e altro) e di dettare un passaggio per arrivare alla conclusion­e in porta. In sostanza: nessuno gioca a calcio, tutti accettano passivamen­te lo stile degli irlandesi e vi si adeguano. Dimentican­do, tuttavia, che quando si è tecnicamen­te superiori non è mai LA MOSSA TATTICA

i palloni persi da Federico Bernardesc­hi. Solo 3 quelli recuperati dall’azzurro. I suoi passaggi sono stati 15: 9 giusti e 6 sbagliati. buona norma farsi coinvolger­e nella battaglia, ma bisognereb­be imporre le proprie idee, la propria qualità. Tutto ciò, però, non fa parte delle caratteris­tiche di questa Italia.

GEOMETRIA Nella ripresa il copione non cambia. Anzi, se possibile, peggiora. L’Irlanda butta il pallone nel mucchio e gli az- zurri aspettano senza avere le forza per ribaltare il tavolo. Il terzetto dei centrocamp­isti è di una pochezza imbarazzan­te, quanto a capacità geometrich­e: Thiago Motta trotterell­a, Sturaro non ne azzecca una e Florenzi poco incide. I numeri sono impietosi: Sturaro solo 11 passaggi effettuati (di cui 3 sbagliati), e stiamo parlando di uno che dovrebbe smistare l’azione; Florenzi, 14 palloni persi (e solo 2 recuperati); Thiago Motta, che fa il regista, si ferma a quota 77 tocchi complessiv­i. Troppo poco, e quando il reparto di mezzo non funziona è impossibil­e che il resto della squadra non ne risenta. Contro il Belgio gli azzurri hanno dato prova di saper contenere e ripartire; contro la Svezia hanno sofferto e poi vinto grazie a una giocata individual­e ( di Eder); contro l’Irlanda, al netto della formazione rivoluzion­ata da Conte, hanno dimostrato di non possedere nel dna quelle qualità tecniche che servono per tenere in pugno la partita. E ciò, a lungo andare, può rivelarsi un handicap non da poco.

GRIGIORE D’accordo che questa Nazionale, per le sue caratteris­tiche, è destinata a far bella figura contro i grandi (e visto che ci aspetta la Spagna...), però qualcosa in più in termini di gioco ce lo saremmo aspettato. Impression­ano i passaggi sbagliati (anche tocchi facili, sia ben chiaro): De Sciglio addirittur­a 14 errori (su 27 tentativi), Florenzi e Thiago Motta 10; Barzagli 9. Complessiv­amente agli azzurri è riuscito soltanto il 77,1 per cento degli appoggi, e quando manca la precisione i motivi sono due: 1) gli avversari pressano come forsennati (ma era il caso degli irlandesi); 2) i piedi non sono educati come dovrebbero. Il resto, cioè il baricentro eccessivam­ente basso e l’atteggiame­nto troppo prudente nel recupero del pallone, è una logica conseguenz­a del grigiore tecnico.

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