PARTITA AI RAGGI X In mezzo non si costruisce Troppi passaggi sbagliati
Azzurri accettano il ritmo imposto dall’Irlanda e non hanno la forza di reagire Manca qualità a centrocampo: Sturaro, Florenzi e Thiago Motta sono deludenti
Sembra di essere tornati all’inizio del secolo scorso quando il calcio era soltanto un «kicking game», cioè un gioco che prevedeva lanci lunghi, tanta corsa e zero dribbling. Italia e Irlanda pare si siano messe d’accordo: per tutto il primo tempo non si vede un passaggio che sia degno di tale definizione, non parliamo poi di «filtranti», triangoli, duetti e amenità varie. La partita è un trionfo di spioventi: da destra, da sinistra, dal centro, da una parte e dall’altra. Nessuno degli azzurri si prende la responsabilità di addomesticare il pallone con un semplice tocco, di impostare un’idea di manovra (non si pretende una manovra fatta e rifinita, ci mancherebbe altro) e di dettare un passaggio per arrivare alla conclusione in porta. In sostanza: nessuno gioca a calcio, tutti accettano passivamente lo stile degli irlandesi e vi si adeguano. Dimenticando, tuttavia, che quando si è tecnicamente superiori non è mai LA MOSSA TATTICA
i palloni persi da Federico Bernardeschi. Solo 3 quelli recuperati dall’azzurro. I suoi passaggi sono stati 15: 9 giusti e 6 sbagliati. buona norma farsi coinvolgere nella battaglia, ma bisognerebbe imporre le proprie idee, la propria qualità. Tutto ciò, però, non fa parte delle caratteristiche di questa Italia.
GEOMETRIA Nella ripresa il copione non cambia. Anzi, se possibile, peggiora. L’Irlanda butta il pallone nel mucchio e gli az- zurri aspettano senza avere le forza per ribaltare il tavolo. Il terzetto dei centrocampisti è di una pochezza imbarazzante, quanto a capacità geometriche: Thiago Motta trotterella, Sturaro non ne azzecca una e Florenzi poco incide. I numeri sono impietosi: Sturaro solo 11 passaggi effettuati (di cui 3 sbagliati), e stiamo parlando di uno che dovrebbe smistare l’azione; Florenzi, 14 palloni persi (e solo 2 recuperati); Thiago Motta, che fa il regista, si ferma a quota 77 tocchi complessivi. Troppo poco, e quando il reparto di mezzo non funziona è impossibile che il resto della squadra non ne risenta. Contro il Belgio gli azzurri hanno dato prova di saper contenere e ripartire; contro la Svezia hanno sofferto e poi vinto grazie a una giocata individuale ( di Eder); contro l’Irlanda, al netto della formazione rivoluzionata da Conte, hanno dimostrato di non possedere nel dna quelle qualità tecniche che servono per tenere in pugno la partita. E ciò, a lungo andare, può rivelarsi un handicap non da poco.
GRIGIORE D’accordo che questa Nazionale, per le sue caratteristiche, è destinata a far bella figura contro i grandi (e visto che ci aspetta la Spagna...), però qualcosa in più in termini di gioco ce lo saremmo aspettato. Impressionano i passaggi sbagliati (anche tocchi facili, sia ben chiaro): De Sciglio addirittura 14 errori (su 27 tentativi), Florenzi e Thiago Motta 10; Barzagli 9. Complessivamente agli azzurri è riuscito soltanto il 77,1 per cento degli appoggi, e quando manca la precisione i motivi sono due: 1) gli avversari pressano come forsennati (ma era il caso degli irlandesi); 2) i piedi non sono educati come dovrebbero. Il resto, cioè il baricentro eccessivamente basso e l’atteggiamento troppo prudente nel recupero del pallone, è una logica conseguenza del grigiore tecnico.