La Gazzetta dello Sport

Ora ha paura anche la Spagna «Siete cresciuti, sarà più dura»

«Oltre al blocco difensivo, l’Italia ha anche cura del possesso palla. Ma se giochiamo al livello che ci compete, abbiamo ottime chance di passare»

- Filippo Maria Ricci INVIATO A BORDEAUX (FRANCIA) @filippomri­cci

SULLA GARA CON LA CROAZIA

Andres Iniesta sembra un po’ più pallido del solito. Non ha grande voglia di parlare ma l’educazione e la gentilezza in lui sono naturali come certi passaggi che vede solo la sua testa privilegia­ta, e così quando in zona mista al suo udito arriva la collisione sonora tra l’accento marcatamen­te italiano e la parola Azzurri sorride benevolo e accetta di fermarsi ad analizzare la sconfitta con la Croazia e la poco appetibile sfida contro l’Italia di lunedì prossimo. ELOGI AZZURRI «Un rivale potente, un rivale difficile e una bella partita. Una partita che ci servirà per continuare a crescere e provare a fare un altro passo in questo Europeo», dice Andres. Vabbé, però con voi perdiamo sempre… e se pareggiamo poi perdiamo ai rigori, o non serve a nulla. Andres sorride: «Ok, però a parte la finale di 4 anni fa sono sempre state partite molto combattute. L’Italia ha ottimi giocatori, un grande blocco difensivo che conosciamo da parecchio tempo e contrariam­ente a quanto sento dire in giro, a questo livello difensivo già molto alto negli ultimi anni la vostra nazionale ha aggiunto parecchio anche in tema di possesso e di cura della palla. Avete fatto un bel passo in avanti, cosa che rende ancora più complessa la partita di lunedì e complicher­à maggiormen­te le nostre aspirazion­i».

RIVALE INDESIDERA­TO Del Bosque ha detto che non era il rivale che voleva. Andres sospira, la voce si prende una pausa e sì, la sensazione è quella: ok la storia recente però gli spagnoli avrebbero fatto volentieri a meno di noi in questi ottavi di finale: «È andata così, abbiamo perso e ci tocca l’Italia. Dobbiamo affrontarl­a con la sicurezza del caso perché sono convinto che se giochiamo al livello che ci compete abbiamo parecchie opzioni di passare».

CREPE Avanti e indietro sul tema fiducia in se stessi- depression­e latente: la risposta alla domanda « Come state? » non scorre fluida come un passaggio suo o di Xavi, rimbalza su un prato pieno di bozzi: « Una sconfitta dà sempre fastidio e senza dubbio non è un bel momento. Però è una caduta riparabile, non siamo stati eliminati e l’obiettivo finale resta lo stesso: la vittoria. Ora bisogna SUL CAMMINO DELLA SPAGNA

pulire la testa dai brutti pensieri e andare avanti». Questa storia del «non siamo stati eliminati» suona un poco come una excusatio non petita, perché nella pancia del Matmut Atlantique si è sentita da tutti, anche se nessuno ha suggerito una cosa del genere: la Spagna piuttosto era già qualificat­a… Segnale che lo schiaffo croato ha lasciato il segno: «Nel calcio si può perdere e contro la Croazia ancora di più. Non era ciò che volevamo ma può succedere. Noi non abbiamo approfitta­to delle nostre occasioni, loro sì. Caldo e stanchezza non hanno influito».

GINEPRAIO Italia a parte, la Spagna ha abbandonat­o la Vie en Rose del tabellone per infilarsi in un ginepraio: «Già, siamo passati al lato più complicato e ora per arrivare in fondo ci toccano rivali di gran nome e giocatori di ottimo livello ma non siamo inferiori a nessuno e non ho dubbi sulla qualità della Spagna. Fino a poche ore fa per noi erano solo elogi e non è che le cose adesso siano cambiate radicalmen­te, dobbiamo continuare a credere in noi stessi. E poi non si sa mai, magari andavamo dall’altra parte e soffrivamo lo stesso. Abbiamo continuato a cercare il gol della vittoria, poi la sfortuna di sbagliare un rigore e una distrazion­e che ci è costata la partita. Dobbiamo tirarci su e preparaci per l’Italia». Un invito a se stesso e ai compagni, un incoraggia­mento a una truppa sorpresa e demoralizz­ata. Pallida come Don Andres.

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