Un’isola in missione: «È un sogno che si avvera»
Accadrà quello che non era nemmeno immaginabile fino a 20 giorni fa: chi ha inventato il calcio (Inghilterra, of course) si giocherà l’accesso ai quarti di un Europeo contro una nazionale che di solito in questo periodo dell’anno si gode l’estate (si fa per dire, oggi la minima in Islanda è di 6 gradi). Come a dire che un plurilaureato di Oxford è costretto a sfidare al test d’intelligenza un bimbo delle elementari. Ma il calcio è una livella, direbbe Totò. Avrebbe aggiunto: mi faccia il piacere, urlato in faccia a chi osava pronosticare il passaggio del turno degli islandesi, al loro esordio assoluto in qualunque competizione di un certo livello. Non solo sono passati, ma hanno fatto meglio del Portogallo di Ronaldo, regalandosi gli ottavi e l’affascinante (per loro) avventura contro gli inglesi. Due isole al confronto, con tradizioni molto diverse.
TUTTO VERO Non ci credono neppure loro, quelli che hanno scritto la storia di un libro fino a ieri vergine. La prima vittoria in un Europeo e il passaggio del turno fanno venire i giramenti di testa ai ragazzi di Lagerback. E allora il c. t. svedese cerca di sdrammatizzare: «Va bene, abbiamo fatto qualcosa d’impor- tante, ma il calcio è fatto per queste cose. Ci abbiamo messo tutto quello che sappiamo fare, compresi gli errori, su cui lavoreremo». E a chi gli chiede conto del tifo islandese e di quello strano coro diventato un must su tutti i siti, un suono per riproporre il geyser (getti di acqua bollenti) allo stadio, risponde: «Di sicuro ci dà la carica e poi se spaventa gli avversari, va benissimo».
UN POPOLO IN VACANZA Lunedì Nizza sarà invasa dalla marea blu: gli islandesi si trasferiranno nel Sud della Francia. La loro è una presenza chiassosa e divertente. E c’è da chiedersi se qualcuno è rimasto a lavoro nella madre patria, perché a Parigi e dintorni hanno stimato la presenza di circa 50.000 persone arrivate dal profondo Nord. E siccome gli abitanti dell’Islanda sono poco più di 320 mila, beh fate voi le proporzioni. Nel frattempo Arnasson, giudicato il migliore in campo, si gode il futuro prossimo: «La gara con l’Inghilterra è un sogno che si avvera. Impossibile da descrivere quello che proviamo. È qualcosa di fantastico, vedere i nostri tifosi in Francia. Tra l’altro ci conosciamo tutti, siamo una grande famiglia. E ora gli inglesi: sono stati sempre un modello per noi, erano inarrivabili. Adesso ci giochiamo contro». E magari li battono anche…