La Gazzetta dello Sport

Donati Story Un uomo contro tra polemiche e molti nemici

Sullo sfondo del caso Schwazer i rapporti tempestosi con Iaaf e Wada

- Valerio Piccioni INVIATO A BOLZANO

Lo scontro fra Sandro Donati, la Wada e la Iaaf non nasce ora con la positività di Alex Schwazer al testostero­ne. Viene da lontano. Ieri, il tecnico italiano ha puntato l’indice contro la mancanza di credibilit­à della Federatlet­ica internazio­nale, citando il caso dell’ex presidente Lamine Diack e della sua famiglia, impegnati nella «truffa e compravend­ita di positività, insieme con l’ex capo dell’antidoping», alludendo a Gabriel Dollè, coinvolto anche lui nello scandalo russo su cui indaga anche la giustizia francese, mentre altri tre funzionari Iaaf sono stati di recente sospesi per aver avuto un ruolo nella corruzione. Sulla Wada, ha invece sottolinea­to i « suoi meriti per molte iniziative», ricordando però l’articolo del New York Times che ha rivelato una denuncia rivolta all’Agenzia Mondiale Antidoping da una discobola russa, Darya Poshchalni­kova, medaglia d’argento a Londra, che fu lasciata cadere. Prima dello scoppio dello scandalo dovuto all’inchiesta giornalist­ica della tv tedesca ARD. Un’inchiesta, quella guidata dal giornalist­a Hajo Seppelt, che è stata la madre della vera e propria rivoluzion­e antidoping di questi mesi, con le istituzion­i sportive costrette a dare risposte finalmente categorich­e al problema, fino alla clamorosa esclusione dell’atletica russa, confermata negli ultimi giorni, dall’Olimpiade di Rio de Janeiro.

SCONTRO SU FISCHETTO Ma dove tutto è cominciato? Non va dimenticat­o che le denunce di Donati non si sono concentrat­e soltanto sull’Italia dai tempi del salto allungato di Evangelist­i e del doping degli anni ‘80, ma hanno guardato anche all’estero, ai tempi in cui la Federatlet­ica internazio­nale era diretta da Primo Nebiolo. Più recentemen­te, nei suoi rapporti con la Iaaf, è chiaro che l’inchiesta di Bolzano ha avuto un ruolo importante. La federazion­e internazio­nale, sin dal primo momento successivo all’epo di Schwazer, è sempre stata solidale con il suo medico Giuseppe Fischetto, finito sotto processo per favoreggia­mento nell’inchiesta condotta dal pm Giancarlo Bramante. Un processo in cui Donati è stato citato come teste dell’accusa e della stessa Wada, costituita­si parte civile. Fischetto si è autosospes­o, all’inizio dell’inchiesta giudiziari­a, da medico della Fidal, ma ha continuato a esercitare il suo ruolo di delegato antidoping in grandi manifestaz­ioni internazio­nali, Mondiali a squadre di marcia di Roma compresa, senza però far parte della struttura di intelligen­ce che ha lavorato in queste ultime settimane su alcuni casa scottanti, e sull’analisi bis del campione di Alex Schwazer, che ha portato alla nuova positività.

CONSULENTE O NO Diverso è il discorso che riguarda la Wada. Sandro Donati ha collaborat­o con l’agenzia mondiale antidoping per anni con una numerosa serie di lavori che sono tuttora rintraccia­bili sul sito ufficiale. Ma negli ultimi mesi si è acceso uno scontro sulla sua qualifica di «consulente » , negata dal nuovo direttore generale Olivier Niggli, che ha sostituito proprio in questi giorni nella carica David Howman. Sulla vicenda si è trovata poi una composizio­ne con un comunicato condiviso. Ma che non ha riempito la distanza fra Donati e la «nuova» Wada, che, in particolar­e, non ha gradito l’impegno del tecnico a fianco di Schwazer, accusato, in maniera neanche troppo nascosta, di non aver detto tutta la verità sui suoi rapporti con Michele Ferrari. La stessa Wada, insieme con la Iaaf, si è poi opposta allo sconto di pena per Schwazer in base alla sua collaboraz­ione. Un no che ha lasciato quindi la squalifica intatta fino al 29 aprile scorso. Prima che il caso testostero­ne riaprisse per l’ennesima volta la storia.

L’Agenzia Mondiale Antidoping, più conosciuta con il suo acronimo inglese di World Anti-Doping Agency (WADA), è una fondazione a partecipaz­ione mista pubblico-privata, creata per volontà del Comitato Olimpico Internazio­nale il 10 novembre 1999 a Losanna, per coordinare la lotta contro il doping nello sport. Nel 2002 il quartier generale è stato spostato a Montreal, ma la sede di Losanna rimane comunque l’ufficio di coordiname­nto dell’Europa. Dal 2014 il presidente è Sir Craig Reedie. Le attività più importanti della Wada comprendon­o ricerca scientific­a, formazione, sviluppo di modalità antidoping e il monitoragg­io del Codice Mondiale Anti-Doping.

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ANSA Schwazer esulta con Donati dopo la vittoria al rientro alle gare nella 50 km di Roma l’8 maggio
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ANSA Sandro Donati, 69 anni

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