Seconda vita Del Core: «L’esperienza per il volley»
1L’ex capitana azzurra con Magri. «Dopo tante vittorie possiamo cambiare molto»
Sarà che la pallavolo non te la togli mai veramente dalla testa (e dal cuore), sarà che una donna d’azione fa fatica a stare a guardare, sarà perché dopo quasi vent’anni ad alto livello hai tanto da dare e da dire. Sarà stato tutto questo a spingere Antonella Del Core, ultima capitana della Nazionale a Rio, 35 anni, ex Pesaro e Bergamo, che ha chiuso la sua carriera di club con la Dinamo Kazan, ad accettare la scommessa del presidente Magri, ricandidato ai vertici federali, di muoversi dal suo “ritiro” a Reggio Calabria e di provare a entrare nel consiglio federale.
Chi glielo fa fare?
«Io — ride Antonella —. Il presidente mi ha lanciato questa proposta e devo dire che le nuo- ve idee mi hanno stimolata. E’ vero che sono fresca “pensionata” ma questa nuova veste mi ha ispirata».
Quali sono queste novità?
«Lo staff nuovo. Sono tanti anni che gioco in Nazionale. Conoscevo il vecchio consiglio, bravissime persone, ma poche nuove idee. Con queste persone, la voglia, la passione e l’esperienza che ci può dare il presidente credo si possa fare un cammino diverso. C’è anche una nuova apertura riguardo alle idee magari viste anche dal punto di vista dell’atleta, punti di vista a cui un dirigente magari non fa tanto caso, credo possa essere un vantaggio».
Un esempio?
«Beh, la Nazionale che si allena due mesi a Cavalese. Le ragazze non sono così contente logisticamente di stare in cima a una montagna, parliamoci chiaro. E poi credo che anche il territorio abbia voglia di vedere la Nazionale. Magari girare un po’ di più sia per il territorio che per le atlete sia un bene».
Di cosa si deve occupare il nuovo consiglio?
«Credo del campionato. Ho giocato in Russia 5 anni e noi giocavamo 4 partite a settimana pur di dar spazio alla Nazionale in certi momenti. Forse da questo punto di vista c’è un po’ troppa lamentela dei club. Forse bisogna venirsi incontro. Bisogna lavorare più sui social, essere più vicini alle piccole società non solo alle squadre di serie A. Vedo anche club di Be C poco ascoltate. E gli im- pianti, soprattutto nel Sud sono veramente pochi e per far crescere il movimento al Sud c’è bisogno di più strutture. Anche la possibilità di dare piccoli finanziamenti alle società credo sia un’innovazione che può fare tanto nelle realtà minori dove magari si fa fatica a coprire le spese di campionato. Dobbiamo intervenire sul piccolo».
Un’atleta che come lei è sempre stata ad alto livello, può rappresentare tutto il movimento?
«Assolutamente sì, sono cresciuta nelle realtà piccole. E anche ora quando mi chiamano vado per stare vicino alle ragazze del volley alla base».
E’ cosciente di entrare in un meccanismo politico fatto spesso di tante parole?
«Mi pongo così come mi sono posta sul campo, poche chiacchere e molti fatti. Se è vero che il presidente ha quest’apertura bisogna fare più fatti. Rimanere alle chiacchere significa non rinnovare e la nostra presenza sarebbe inutile».
Cosa ha detto Magri per convincerla?
«Mi ha fatto piacere la stima nei miei confronti. E anche qualche ammissione di colpevolezza nell’ultimo periodo».
Il maschile ha vinto un argento a Rio con una Nazionale diventata popolare anche grazie a personaggi come Zaytsev. C’è qualche giocatrice che può avere la stessa popolarità?
«Credo di sì. Credo ci siano nuovi talenti che possano tenere alta la bandiera. Nel femminile siamo nel pieno di un ricambio generazionale quindi ci vuole più tempo ma vedo tanto talento per fare bene».