La Gazzetta dello Sport

Robi Baggio è pazzo di Joya

«Adoro Totti, ma il 10 del futuro è lui: mi entusiasma. Juve e Real favoriti, però il Napoli...»

- Luca Calamai

Lo sguardo non si stacca da una vetrina allestita all’ingresso dello stand. C’è il ricordo di una partita, di una favola. 9 luglio ’94, ItaliaSpag­na. Mondiali negli Stati Uniti. Avevamo già le valigie sull’aereo. Ma Robi inventò una delle sue magie. E gli azzurri di Sacchi arrivarono fino a Pasadena. Per una finale dolorosa contro il Brasile. In bella vista ci sono le sue scarpe Diadora. Quelle di allora. Baggio ha gli occhi lucidi. «Una grande emozione, impossibil­e dimenticar­e». Pitti diventa per un paio d’ore il palcosceni­co per un campione che nessuno ha dimenticat­o. Le sue scarpe, il suo sponsor, il suo mondo. Baggio finisce dentro un gigantesco abbraccio. «Ho smesso di giocare da una vita eppure l’amore dei tifosi è ancora vero. Disarmante. Lo confesso, mi lascia stordito. Non è scritto da nessuna parte che uno debba essere ricordato dopo così tanto tempo».

Non soffre mai di nostalgia?

«A volte. E’ una sensazione strana. Una metà di me è felice per quello che ho fatto da calciatore. Sinceramen­te non potevo dare di più. A un’altra parte manca il profumo dell’erba».

Il Baggio di oggi ha dei sogni nel cassetto?

«Sognare è un dovere. Sto lavorando a un progetto mondiale dedicato ai giovani. Un’idea che mi riempie il cuore e la testa. Ma non ho ansie. Vorrei solo continuare a essere felice come sono in questo momento».

Cosa la rende felice?

«Le cose piccole. Semplici. A esempio stare insieme alle persone a cui voglio bene». Questo è il Robi intimo, che vive per scelta lontano dai riflettori. Poi c’è il Baggio campione, che parla di calcio. «Lo seguo in maniera un po’ distaccata, ma sono comunque informato».

La Juve vincerà il sesto scudetto consecutiv­o?

«E’ la più forte, nettamente favorita, grandissim­a società e grandissim­a organizzaz­ione. Per questo i giocatori che indossano la maglia bianconera riescono sempre a dare il massimo. I cinque titoli consecutiv­i se li sono meritati, ma attenti, la squadra di Allegri non ha ancora vinto la scudetto».

La prima rivale dei bianconeri?

«La Roma. Poi dico Napoli e Milan. Roma e Napoli sono le squadre che propongono il calcio più divertente».

I cinesi sono diventati proprietar­i del calcio milanese.

«Tornando ai miei tempi, nessuno avrebbe ipotizzato un finale del genere, ma non ci trovo niente di strano o di triste. E’ la nuova economia. I cinesi hanno la forza per riportare Milano al top del calcio mondiale. Hanno bisogno di tempo. I soldi sono importanti ma serve creare delle strutture».

Sono tornati di moda i 10.

«Adoro Totti. Non è facile arrivare alla sua età e essere ancora protagonis­ta in campo. Dybala, invece, è il futuro, un talento grandissim­o con ampi margini di migliorame­nto: mi entusiasma. La Juve ha trovato un giocatore che regala spettacolo. E seguo con attenzione Bernardesc­hi: ha dei numeri ma deve crescere con calma. E’ solo all’inizio del suo percorso».

Nel calcio italiano ci sono tanti giovani di talento.

«Noi sforniamo gioiellini in continuazi­one. Abbiamo un vivaio inesauribi­le. Ma dopo bi sogna farli giocare. Bisogna avere fiducia nei nostri ragazzi. Anche la nazionale può tornare protagonis­ta grazie a questi nuovi talenti».

Alla ripresa della Champions League ci sarà Real-Napoli.

«Il pronostico è per la squadra di Zidane. Ma il Napoli può fare uno scherzetto al Real».

Domenica c’è Fiorentina-Juve.

«Sono sempre in mezzo a questa sfida… Beh, a parte le battute sarà una gara spettacola­re. E particolar­mente sentita da entrambe le tifoserie. Posso garantirlo». Firenze è ancora dentro il suo cuore. Prima di passare da Pitti, Baggio è andato a salutare suo fratello Eddy che vive a Coverciano. « In questa città ho trascorso un momento bello della mia vita». Erano i tempi in cui Robi viveva di pallone e barzellett­e. In città ancora ricordano il suo incontro con Benigni. Un’ora di risate e battute in libertà. «Da quella volta non ho più avuto la possibilit­à di incontrare Roberto. Caro Benigni quanto mi piacerebbe avere il tuo numero di telefono». Pensate che duetto. «Baggio — spiega Enrico Moretti Polegato, presidente e a.d. di Diadora — è un’icona per chi ama lo sport perché riassume tre concetti: autenticit­à, fedeltà e italianità. E noi siamo orgogliosi di averlo nella nostra squadra». C’è tempo anche per un abbraccio con un altro numero 10, Giancarlo Antognoni. Un amico prima che un collega. «E’ rientrato in Fiorentina. Era il minimo». Una bandiera che torna a lottare per i colori viola. Mentre la bandiera di Robi Baggio sventola idealmente in ogni angolo d’Italia.

BERNARDESC­HI HA DELLE QUALITÀ MA DEVE CRESCERE CON CALMA BAGGIO SUL «10» DELLA FIORENTINA QUANTO MI PIACEREBBE AVERE ANCORA IL SUO NUMERO BAGGIO SU ROBERTO BENIGNI HO LASCIATO DA UNA VITA, MA L’AMORE DEI TIFOSI È ANCORA VERO È UNA COSA DISARMANTE: LO CONFESSO, MI LASCIA STORDITO ROBERTO BAGGIO E L’ABBRACCIO DEI TIFOSI

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ANSA A sinistra Roberto Baggio circondati dai fan al Pitti
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GETTY Sopra, l’argentino Paulo Dybala, 23 anni, seconda stagione alla Juve, 5 gol
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