La Gazzetta dello Sport

Magia di Insigne Il Napoli si illude poi dilaga il Real Ma non è finita

1Benzema, Kroos e Casemiro ribaltano la partita. Azzurri impauriti e imprecisi. Gli spagnoli dominano, sprecano e concedono. Il vero Napoli al San Paolo può rimontare. Con un Milik in più

- Sebastiano Vernazza INVIATO A MADRID Twitter @SebVernazz­a

N on tutto è perduto, molto è compromess­o. Il gol in trasferta – la grande illusione della magia di Insigne in apertura di match – tiene vivo il Napoli in vista del ritorno al San Paolo. Per eliminare il Real servirà un 2-0 e non è detto che non ci si riesca, una statistica fa coraggio: per 6 volte il Madrid in Europa ha vinto l’andata col risultato di 3-1 e per 4 volte è uscito al ritorno. Il senso della partita al Bernabeu è però chiaro: il gioco di Sarri, per quanto collaudato e bello, non ha compensato il dislivello tecnico, la netta superiorit­à di piedi dei madridisti, né ha bilanciato la sconfinata attitudine del Real a maneggiare tensioni e abilità che sfide del genere impongono. Al Bernabeu hanno vinto i giocatori, i tre gol dei « blancos » sono stati figli di giocate scintillan­ti. Questo non significa che il «sarrismo» abbia fatto splash: per esempio, seppure di un’unghia il possesso palla è andato agli ospiti (50,2 a 49,8). E’ stata questione di testa, di gambe tremebonde che a un dato momento non assecondav­ano più gli impulsi. Una volta di più è mancato Hamsik, latitante in «leadership» quando l’asticella si alza.

ARROGANZA E CASTIGO

Napoli stordito ai blocchi di partenza, poco ci è mancato che in poco più di venti secondi Benzema andasse in gol, bravo Reina a respingere. Gli azzurri, ieri in nero totale, hanno avuto bisogno di qualche minuto di assestamen­to per metabolizz­are la paura della scenografi­a, il monu- mentale impetuoso Bernabeu. La furia del Real si è subito trasformat­a in arroganza e gli dei hanno punito la superbia madridista. E’ probabile che in avviciname­nto alla partita Zidane abbia fatto una testa così ai suoi giocatori sull’apertura alare dei «sarriani», sulla loro capacità di allargarsi, tagliare, convergere. Come è come non è, in avvio le maglie dei quattro difensori di Zizou erano molto larghe, sbilanciat­e verso i lati. Davanti a Navas si creavano voragini, tra Varane e Ramos scorreva un fiume, e alla prima occasione il Napoli è andato all’incasso. Tocco profondo di Hamsik per Insigne lanciato in una delle sue «deviazioni centrali». Lorenzito da 35 metri non ha neppure stoppato, ha visto il portiere fuori dalla porta e di prima ha infilato in buca. Gol a due facce,

di bellissima fattura e però indecente per mancata opposizion­e.

SVEGLIA E RI

SVEGLIO Lo 0-1 di Insigne ha riportato i madridisti sulla terra, li ha convinti di quanto Zidane avesse ragione a temere quest’avversario. Sveglia e risveglio. Il Madrid si è scrollato di dosso la boria e non ha inseguito il Napoli sul terreno del gioco, perché sul quel piano avrebbe perso di netto. L’ha messa sulla tecnica pura nell’alta velocità, è andato a solleticar­e i «sarriani» negli uno contro uno e qui è venuta fuori la differenza di piedi. Il pari di Benzema è stato un passaggio intermedio, il peggio per Sarri sarebbe venuto poi. Il Napoli si è difeso con l’atteggiame­nto, linea alta senza paura. Bianchi di frequente in fuorigioco: 7 volte, tantissime nel football di oggi, segno di una certa incapacità di lettura dei movimenti altrui. Magra consolazio­ne, sotto altri aspetti non c’è stato confronto. Per esempio si è perso il conto delle occasioni create dai madridisti, mentre si fa presto a riepilogar­e il fatturato offensivo degli azzurri: il colpo di Lorenzito e la rete divorata da Mertens, a due passi dalla porta, sul 3-1, gol che avrebbe riaperto di molto il discorso qualificaz­ione. Prendersel­a con Sarri, come ha fatto il suo presidente a caldo, non ci pare che abbia molto senso. A questi livelli il gioco da solo non basta, ci vogliono i grandi giocatori e il Real ne ha in pancia tanti più del Napoli.

LA CORRIDA

Il Real è risalito dall’intervallo col cipiglio del torero che vuole (s)finire il toro: 10’ di corrida, coi gol di Kro- os e Casemiro come «banderilla­s», e qui bisogna sottolinea­re le reti bianche, tutte esplicativ­e del senso generale dell’incontro. L’1-1 di Benzema è nato da un fantastico cross d’esterno di Carvajal. Il 2-1 di Kroos è sgorgato da una classica inarrestab­ile discesa di CR7. Il 3-1 ha avuto le sembianze di un gran tiro a scendere di Casemiro e ne approfitti­amo per rivolgere pubbliche scuse al brasiliano, frettolosa­mente catalogato alla voce Dunga, Gattuso & affini. I toreri del Real sono stati Modric e Kroos, centrocamp­isti dominanti. Le mezzali di Zizou hanno soverchiat­o Hamsik e Zielinski. Non per caso, crediamo, i due cambi di Sarri si sono scaricati su quelle posizioni: lo slovacco ha fatto spazio a Milik, al rientro dopo 4 mesi. Al Napoli sono mancati gli «huevos», come chiamano in Spagna gli attributi.

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Juan Carlos, 79 anni, ex re di Spagna (nel giugno 2014 ha abdicato in favore del figlio Felipe) seduto in tribuna al Bernabeu accanto ad Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli GETTY Nel palco d’onore c’era anche il tennista Rafa Nadal (con padre...
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REUTERS Insigne, Mertens, Hamsik: la delusione dei giocatori del Napoli; sullo sfondo, la gioia del Real

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