La Gazzetta dello Sport

«Il Real ha 18 fenomeni» Insigne fa come loro, ma il gol resta un lampo

- AL BERNABEU Alessandra Bocci INVIATA A MADRID fL’AZZURRO © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Illusionis­ta, ovvero personaggi­o che tira fuori conigli bianchi dal cilindro, inganna eleganteme­nte la platea, nasconde carte, addormenta e risveglia, trova e nasconde, lavora con gli occhi, gli arti, il cervello per creare magie o presunte tali. Lorenzo Insigne al Bernabeu ha creato magia vera, ha fatto volare le speranze dei napoletani come le colombe dei prestigiat­ori, e alla fine non si è dato per vinto. «Al di là del risultato abbiamo fatto una grande partita, abbiamo lottato fino alla fine, e al San Paolo lotteremo per ribaltare il risultato. Abbiamo fatto tanto, il Real è il Real, è la squadra campione di tutto, ha diciotto fenomeni». Anche lui è un po’ fenomeno, a modo suo. Un piccolo fenomeno di 1,63, solo due centimetri di separazion­e da Diego Maradona che negli spogliatoi prima della partita l’ha incoraggia­to. Insigne è il ragazzo di Napoli, l’unico napoletano della rosa a parte il terzo portiere. « Da me si aspettano sempre tanto». È vero, ma non per questo si scoraggia. Non si scoraggiav­a nemmeno quando era piccolo e trascinava il papà per tutta Napoli perché voleva le scarpe uguali a quelle di Ronaldo, inteso come Nazario da Lima. Ieri invece dopo il primo tempo si è scambiato la maglia con il divo Ronaldo, quello che segnava sempre agli ottavi di finale e questa volta è ri- masto a secco. Mica come Insigne, con quel gol favoloso che già dopo pochi minuti regnava su YouTube.

SPERANZE Ci sono voluti 2674 giorni per rivedere un gol di un italiano al Bernabeu, in Champions League. L’ultimo era stato Andrea Pirlo, gol favoloso anche quello, che aveva portato in dote al Milan di Leonardo un pareggio poi lievitato in successo grazie a una doppietta di Pato. È arrivato il gol di un altro italiano, è mancata la vittoria, un pensiero che il Napoli ha accarezzat­o per undici minuti, fino al gol di Benzema, il risveglio del Madrid che ha buttato sul prato il suo campionari­o di finezze tecniche e ha banchettat­o a lungo, ma non abbastanza per chiudere in maniera perentoria la partita. Così almeno la vede Lorenzo, il ragazzo che a volte ha pensato di smettere quando lo scarta- vano perché era bravo ma piccolino, e ha imparato a non arrendersi. «Siamo stati umili ma lucidi, abbiamo fatto una grande partita e proveremo a passare il turno perché non è finita. La differenza non è così ampia, al di là del risultato l’abbiamo giocata».

CORAGGIO

Insigne se l’è giocata nello stadio che ha riservato standing ovation a Ale Del Piero, il suo idolo di quando era bambino, quello al quale avrebbe chiesto volentieri l’autografo. Se l’è giocata senza spaventars­i per i canti classici, l’Hala Madrid, le coreografi­e bianche come meringhe e elaborate come un cupcake. Se l’è giocata sapendo che c’era Maradona a guardarlo, insieme a tanti altri napoletani importanti, e che non poteva essere, e non sarebbe stata, una serata come le altre. Insigne è abituato alle illusioni e alle disillusio­ni, gli era successo anche all’Europeo l’estate scorsa, e chissà quante altre volte prima, a partire da quei provini d’infanzia con le grandi squadre del Nord. È rimasto a Napoli, è diventato grande con il Napoli, con le teorie di Sarri e prima ancora di Mazzarri e Benitez. Tutta gente un po’ dura, che sembra che voglia inquadrart­i, ma alla fine, assicura lui, ti lascia libero di creare. E Insigne ci è riuscito al Bernabeu, in una serata che ha portato illusione, ma anche la voglia di provarci ancora. «Abbiamo fatto qualche errore ma non ci arrendiamo, daremo il massimo al San Paolo». Insigne ci crede ancora, ha visto che fare gol al Bernabeu si può, con quella faccia tosta che il suo allenatore è pronto a riconoscer­gli. Faccia tosta, tatuaggi ovunque, maglie e scarpe di grandi giocatori, consigli del mito dei miti. Tutta roba che resta nella valigia di Insigne. La cosa più importante però è quella magia che ha tirato fuori al Bernabeu, che è un po’ illusione, ma è anche molto vera.

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LAPRESSE L’esultanza di Lorenzo Insigne, 25 anni, dopo il gol dell’1-0
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REUTERS REUTERS 1 Il settore ospiti del Bernabeu, occupato da tanti tifosi del Napoli, sparsi comunque in tutto lo stadio 2 Cristiano Ronaldo, LAPRESSE 32 anni, fa festa con Sergio Ramos e Modric 3 La splendida AFP parabola disegnata all’8’ del primo tempo da Insigne,...
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