I singoli battono il gruppo Il Real vince tutti i duelli e Modric è un vero re
La manovra del Napoli non decolla: gli spagnoli dominano in mezzo al campo e creano le opportunità per andare in gol
Al Bernabeu si gioca a pallone e si fa... filosofia. Nel senso che si sfidano due modi opposti di intendere il calcio: da una parte il Napoli di Sarri che punta tutto sul collettivo, sulla manovra veloce e sincronizzata, sugli interscambi e sull’applicazione meticolosa di un disegno preparato negli allenamenti; dall’altra il Real Madrid che si basa sull’eccezionale qualità dei singoli, da Cristiano Ronaldo a Benzema, da Kroos a Modric, sull’imprevedibilità, sulla fantasia e, pure, sull’esperienza. Già, perché per giocare a certi livelli, in un ambiente caldo come quello del Bernabeu, con la pressione che sale a mille, servono doti psicologiche non indifferenti. Logico che, sotto questo aspetto, i blancos siano nettamente superiori: oltre ad essere detentori del trofeo, sono abituati a calcare palcoscenici tanto importanti.
SINGOLI E GRUPPO
La partita la vince il Real Madrid, perché i singoli fanno la differenza, mentre l’orchestra del Napoli non riesce quasi mai a suonare una musica piacevole. Ciò non significa che la filosofia «individuale» sia superiore a quella «collettiva», tuttavia dice una cosa che, troppo spesso, viene sottovalutata e nascosta dietro moduli, schemi e altre diavolerie: se i singoli sono di elevata qualità, indipendentemente dalla tattica che si sceglie, è più facile giocare bene e vincere. Sembra una banalità, però a volte conviene ripetere il concetto. Prendete uno come Modric, ad esempio. O uno come Kroos. Il Napoli non li ha, il Real Madrid sì. Qui sta la differenza. Poi ci si può soffermare a discutere di grinta, di atteggiamento, di gioco propositivo e di amenità varie, ma il nocciolo della questione è questo: il gap di qualità, tra il gruppo di Sarri e quello di Zidane, è enorme.
REGISTA
Detto che il Real non è ancora al massimo della forma e spesso soffre quando viene attaccato soprattutto sull’esterno, visto che gli attaccanti rientrano raramente, va anche sottolineato come al momento, in campo europeo, ci siano pochi registi del livello di Modric. Il croato è impressionante per intensità, intelligenza tattica e capacità di distribuire il gioco con rapidità e saggezza. Una volta tocca corto, un’altra volta sceglie il lancio lungo; una volta chiede al compagno il triangolo, un’altra volta suggerisce il passaggio profondo. E’ un autentico metronomo e, in mancanza di uno spartito chiaro e definito (perché il Real non ce l’ha, avendo scelto la supremazia dell’individuo su quella del gruppo), un uomo così risulta fondamentale. Qualche numero per capirci: tocca 99 palloni, è il più cercato dai compagni; effettua 85 passaggi (quasi tutti in zona offensiva) e ne sbaglia soltanto 7; recupera 8 palloni e ne intercetta 3; infine sono 8 i suoi lanci smarcanti e quasi sempre si tratta di illuminazioni che accecano la difesa del Napoli.
A centrocampo gli spagnoli dominano grazie ai duelli individuali: vincono gli uno-contro-uno e creano la superiorità numerica. Modric surclassa Hamsik, Kroos costringe sulla difensiva Zielinski e Casemiro, oltre a chiudere i varchi davanti alla retroguardia, è pronto a dettare i tempi del pressing su Diawara che ha il compito di iniziare l’azione del Napoli. Il reparto centrale degli spagnoli, dunque, è il segreto di questo successo. Lì la qualità abbonda.