La Gazzetta dello Sport

Sousa va all’attacco: «Chi passa il turno arriva in fondo»

Portoghese chiede ai suoi ragazzi ambizione e coraggio contro i tedeschi, che hanno vinto le ultime tre gare di fila

- INVIATO A MÖNCHENGLA­DBACH a.e. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se davvero il futuro viola di Sousa è legato ai risultati come lui ama ripetere — e non è così facile crederlo — questa doppia sfida con il Borussia potrà cominciare a dire verità importanti. In un senso o nell’altro. «Perché questa — dice il portoghese — è una delle sfide più belle di questi sedicesimi di Europa League, e chi passerà avrà molte chance di arrivare fino in fondo. Siamo a un momento importante della stagione: per noi, ma anche per il calcio italiano». Sfida incertissi­ma, ma con una certezza sullo sfondo: nessuno come lui, che vent’anni fa con l’altro Borussia (Dortmund) ha toccato vette fra le più alte della sua carriera da giocatore ( una Champions e una Coppa Interconti­nentale), può respirare senza paura di intossicar­si quell’aria tedesca che invece alla Fiorentina va di traverso da un sacco di tempo. E questo Borussia Moenchengl­adbach, dall’arrivo di Hecking, sembra essersi purificato i polmoni dopo aver sentito addirittur­a puzza di retrocessi­one.

BORUSSIA TOP Tre vittorie di fila dopo un pareggio, due gol subiti nelle ultime cinque partite (compresa la Coppa di Germania), uno stadio da 50.000, ma non di soli numeri vive il nuovo corso inaugurato dall’ex tecnico del Wolsburg. «L’analisi della nostra avversaria — dice Sousa — è facile: squadra di altissimo livello. Ma noi vogliamo essere noi stessi, al nostro livello migliore: quando ci arriviamo, possiamo competere e

TECNICO DELLA FIORENTINA

vincere contro qualunque avversaria. Lo dico dall’anno scorso: vincere porta l’abitudine di vincere. Affrontare ogni partita con la stessa mentalità aiuta a portare questa cultura».

MANTRA Ambizione e coraggio, Sousa lo ripete come un mantra. L’ambizione che «deve far catalogare come provincial­e il sentirsi forti per aver battuto la Juventus». Come dire: non da certi risultati si giudica un lavoro. E neanche dai giocatori che si decide di impiegare. Stasera Hecking, mancandogl­i Raffael, potrebbe non usare un centravant­i vero, «ma anche senza una punta pesante i risultati non sono cambiati. Squa- dra disciplina­ta e motivata, il loro campionato gli consente di tenere sempre ritmi alti: corrono, pressano, difendono bene, chiudono gli spazi fra le linee stando corti, hanno un’intensità nella transizion­e altissima, dall’inizio alla fine». Quanto alla Fiorentina, «la base della formazione sarà la solita: non è il sistema di gioco che cambia i nostri principi». Dunque Sanchez favorito su Tomovic e un dubbio per la sostituzio­ne di Chiesa: Tello — e probabilme­nte non cambierebb­e assetto — oppure Cristoforo alle spalle di Kalinic, a quel punto con Bernardesc­hi più decentrato.

SE GIOCHIAMO AL NOSTRO LIVELLO POSSIAMO VINCERE CONTRO TUTTI PAULO SOUSA

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