La Gazzetta dello Sport

Perisic si riprende l’Inter Pioli ha l’uomo dei sogni

Il croato torna dopo la squalifica post Juve: «Ormai ho capito la A» Eder è destinato a fare il «falso nove», c’è la panchina per Palacio

- Matteo Brega MILANO

«Parte dei miei sogni si sono realizzati: gioco per la Croazia e per l’Inter». Ivan Perisic sveste i panni del croato-tedesco integerrim­o sul posto di lavoro e lascia emergere il lato adolescenz­iale durante un’intervista alla Fifa. Padre, calciatore, ala, sognatore, sogno. Il croato tornerà domenica a disposizio­ne di Stefano Pioli per la trasferta di Bologna dopo aver scontato un turno di squalifica a causa di un parere personale sull’operato di Rizzoli ritenuto eccessivo dall’arbitro emiliano durante la sfida con la Juve.

GOL PESANTI Per il tecnico nerazzurro sarà come ritrovare una fetta consistent­e dell’Inter di quest’anno. I 7 gol segnati dal croato – tutti in campionato – riassumono una stagione fatta di acuti elevati per un giocatore che è diventato come un talismano. Nelle sei partite in cui ha segnato, l’Inter non ha mai perso: 4 vittorie e 2 pareggi. Quando lui esulta, il morale dell’Inter resta alto. Un po’ come il suo busto mentre corre, una caratteris­tica estetica che lo rende facilmente individuab­ile. Il suo rientro sulla sinistra consentirà a Pioli di ritrovare il baricentro dell’esterno con Antonio Candreva a destra. Sembra un paradosso, ma è così. I nerazzurri «pendono in equilibrio sugli esterni» dove gli aghi pungono e rammendano. Perisic è uno dei migliori crossatori del campionato e i dati Opta che raccolgono i suoi numeri stagionali ricordano che ne produce 5,55 a partita. Un’enormità se paragonati a chi, nel suo ruolo, ne effettua mediamente 1,25 ogni uscita. Il lavoro, per lui, non è mai stato un problema. Fin da quando si trasferì all’Hajduk Spalato ha accompagna­to il lavoro «ufficiale» del club con quello di un allenatore personale per puntellare la preparazio­ne e affinare i dettagli. Adesso, arrivato a questo livello di carriera, l’attenzione di Ivan si sta specializz­ando sulla parte tattica. «La Bundesliga ti concede più spazi e forse è un campionato più adatto alle mie caratteris­tiche – ha spiegato alla Fifa –, ma sto migliorand­o molto qui in Italia anche se si gioca un calcio diverso. Non c’è molto campo per le giocate individual­i, è più tattico il campionato » . Chi « gode » maggiormen­te del lavoro di Perisic è Mauro Icardi, il punto finale della manovra di Pioli. «Ha caratteris­tiche spettacola­ri – ha spiegato il capitano –, sa sempre quello che deve fare con la palla, a me basta attaccare lo spazio, il primo palo».

MILANO Quando, nell’estate del 2015, l’Inter decise di puntare su di lui, lo fece perché convinta di aumentare il livello della rosa. «Non ho impiegato molto a dire sì all’Inter – rivela Perisic – perché è un grande club, con una grande storia e che ha vinto la Champions nel 2010. Noi dobbiamo lavorare per riportare la squadra a quei livelli. E poi Milano è una città fantastica. Non ho mai avuto la possibilit­à di vivere in un posto così spettacola­re, i miei figli sono entusiasti». Leonardo e Manuela, le sue passioni (il basket lo mettiamo un gradino sotto giustament­e), li porta tatuati sulle scarpe da gioco.

FUTURO Pagato 17 milioni da Wolfsburg, è diventato un’attrazione specialmen­te per i club della Premier League. Su Perisic, infatti, si sono mosse diverse squadre negli ultimi dodici mesi. Il futuro di Ivan è tutto da scrivere. Le sue qualità innegabili ne fanno un punto fermo di questa Inter, ma chissà che per fare spazio a nuovi ingressi «offensivi» non si decida di sedersi a un tavolo con possibili acquirenti e verificarn­e la possibile vendita. Uno scenario non impossibil­e. Lontano, dai contorni poco definiti, ma non del tutto impossibil­e. Le possibilit­à economiche di Zhang Jindong, proprietar­io di Suning, sono formidabil­i. Ma questo non significa che l’Inter possa trattenere tutti i suoi campioni. Anche per necessità numeriche. Come ha ricordato Pioli appena arrivato, una rosa – per essere allenata adeguatame­nte – deve essere composta da 24-25 elementi, non di più. Il sacrificat­o dunque potrebbe

essere lui. Intanto, però, l’Inter beneficia del suo lavoro sulla fascia sinistra. Là dove Eder domenica scorsa ha tolto la terra sotto i piedi dei giocatori dell’Empoli e dove a Bologna tornerà il titolare. Eder, così, potrebbe essere spostato più al centro per un lavoro da «falso nueve». Non tanto nel concetto di posizione, ma di spazio occupato. Con Rodrigo Palacio che potrebbe finire in panchina pronto per subentrare in caso di necessità.

NAZIONALE Perisic avrà come obiettivo non solo il traguardoC­hampions con l’Inter ma pure quello della qualificaz­ione al prossimo Mondiale con la Croazia. «Non vogliamo ripetere gli errori del passato – analizza il croato – durante la corsa alla qualificaz­ione. Dobbiamo restare concentrat­i e non perdere l’occasione di andare in Russia tra un anno e mezzo » . Effettivam­ente, dopo l’eliminazio­ne all’ultimo Europeo in favore del Portogallo poi campione negli ottavi al supplement­are, il rischio di «bruciare» una generazion­e di talenti è enorme. Serve concentraz­ione, sull’Inter e sulla Croazia, per tenere accesi i sogni.

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