La Gazzetta dello Sport

Portiere e cameraman Rafael conquista Cagliari

L’estremo difensore rossoblù è stato promosso titolare dopo l’uscita di Storari : «Mi porto la telecamera al campo e la sera mi rivedo a casa»

- Francesco Velluzzi INVIATO A CAGLIARI

Rivincite? «Macché». Sassolini? « Ma no » . Rabbia? «Proprio no». A quasi 35 anni Rafael si è preso la porta del Cagliari e il Cagliari si è preso lui, rinnovando­gli il contratto lunedì dopo la gara contro la Juve e la splendida parata su Dybala. «Mi fa piacere che abbiano scelto l’uomo», e il tweet del presidente Giulini («Grande Rafa, avanti insieme») gli ha dato una carica enorme. Rafael è diverso da tanti altri calciatori: è laureato in economia. è figlio di due ingegneri, è cresciuto nel Santos. «Ogni tanto Pelè veniva al campo. Ho studiato nell’università del presidente. Dopo il biennio ho optato per il marketing, ma per ora voglio solo fare il portiere».

E si vede. Il 3 marzo farà 35 anni e lei è tornato titolare in A. Davvero nessuna rivincita, neppure verso il Verona che a dicembre 2015 l’aveva giubilata dopo una brutta gara col Frosinone?

«Ho sempre creduto in me stesso e mi sono impegnato tanto. La mia felicità è far parte di un gruppo di 24 persone dove tutti si aiutano. Davvero non ce l’ho con il Verona, ho passato otto anni bellissimi, ho tanti amici, la vita va avanti».

Eppure Giulini e Setti per certi versi sembrano simili... Giovani, passionali, vicini alla squadra.

«Giulini mi ha conquistat­o con una telefonata, col suo progetto ambizioso di società, stadio, sogni. E’ innamorato del calcio e gestisce una società sana. Ho accettato subito nel gennaio 2016. Setti lo conosco meno, a Verona ho avuto più presidenti».

La sua filosofia quasi zen sembra essere la base: mai un attacco a qualcuno, neppure tante urla in campo quando guida la difesa...

«Sono sempre stato così, è quel che mi hanno insegnato i miei ge- nitori. Imparo a gestire le emozioni. La difesa si guida con serenità, Magari Bruno Alves ha bisogno di maggior carica, altri di più tranquilli­tà».

Quanti uomini in barriera?

«Di solito quattro più uno, ma bisogna stare attenti agli avversari in mezzo».

Cosa ha imparato a 34 anni e cosa le ha dato David Dei, allenatore dei portieri?

«Ho imparato a lavorare di più, ad arrivare prima al campo, a fare una seduta in più in palestra, seguo un nutrizioni­sta che non mi priva di niente, ma mi dà le quantità giuste. Dei mi fa vedere tanti filmati, non solo di rigori. E porto al campo una telecamera con la quale riprendo l’allenament­o, poi torno a casa e lo rivedo. Per tirare fuori le cose migliori».

GIULINI MI HA AFFASCINAT­O. HO CAPITO CHE CREDE NEGLI UOMINI VERI RAFAEL PORTIERE CAGLIARI

Cosa le ha detto Rastelli il 22 dicembre quando le ha dato la porta del Cagliari?

«Me lo ha detto il giorno prima della gara col Sassuolo. Mi ha chiamato e mi ha detto “Mi fido di te, ti vedo pronto”».

Lei è molto unito col gruppo e ha un amico vero, Diego Farias, brasiliano come lei...

«Ci conosciamo da quando lui era al Chievo e io al Verona: mangiavamo nello stesso ristorante. Ora lo facciamo qui, allo Smel, la casa dei brasiliani. Anzi, devo organizzar­mi: dopo il rinnovo devo offrire la cena a tutti».

E siete single entrambi, avete più ragazze voi di Borriello...

(ride) «Sto bene così, ho convissuto per un po’ (a Verona), ma dico sempre meglio solo che male accompagna­to...».

Cosa deve avere una donna per conquistar­la?

«Deve essere sincera».

Meglio pensare al Cagliari

«Dobbiamo fare punti e credere in quel che ha chiesto il presidente (arrivare tra il 10° e il 12° posto), abbiamo giocatori importanti. Dobbiamo consolidar­e la salvezza, ma arrivando cattivi a Genova con la Samp».

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LAPRESSE Rafael, 34 anni, portiere brasiliano di San Paolo, è al Cagliari dal gennaio 2016

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