Follie Hackett E la famiglia lo fa arrestare
Era «il nuotatore perfetto, l’atleta ideale» per Rosolino. Fu lui a cancellare lo storico record mondiale di Giorgio Lamberti nei 200 sl. Un marziano del mezzofondo. Un uomo di 36 anni, ora, disperato: se il padre, ex detective, è stato costretto a chiamare la polizia di Gold Coast, perché il figlio Grant Hackett, biolimpionico e 10 volte campione del mondo, mercoledì era «in preda al delirio, alle declamazioni, a comportamenti distruttivi in casa» vuol dire che la situazione non era più gestibile.
INCONTROLLABILE Lo stesso fratello Craig, ha aggiunto «che abbiamo fatto tutto il possibile ma la situazione era diventata incontrollabile con le nostre mani, Grant è completamente un’altra persona, il corpo è lo stesso, ma la testa e l’anima no». Parole durissime, pronunciate nello sconforto, ed a quel punto persino l’arresto è sembrato il male minore per bloccare le manie distruttive dell’ex padrone dei 1500, soprannominato The Machine, che da quando ha divorziato dalla moglie cantante Candice Alley è finito in preda all’alcol, alla depressione, ai sonniferi, al punto da aver distrutto una camera di un hotel di Melbourne e di aver dimenticato lì il figlio.
RIENTRO Finito nel 2014 in una clinica in California per disintossicarsi, il leggendario australiano aveva ritrovato nel nuoto la disciplina. L’agonismo come unica risposta alle cattive tentazioni: ai Mondiali di Kazan 2015 era riuscito a rientrare nella 4x200, e sperava di tornare in nazionale per i Giochi di Rio 2016, ma il meccanismo spietato dei trials lo ha lasciato fuori dall’Olimpiade. E Grant è tornato ad autodistruggersi, cominciando a fare mattane già al rientro dalle selezioni di Adelaide, in aereo, perché ubriaco. Si era scusato con il passeggero con cui aveva litigato: «Sono imbarazzato delle mie azioni, mi dispiace». Ieri, non ha opposto resistenza agli agenti. Gli australiani nutrono grande affetto per lui: «Questo non è Grant». La famiglia dice che recuperarlo non sarà veloce nè facile, viste le ricadute.