Love sotto i ferri Ibaka a Toronto La corsa per l’Est si fa intrigante
Senza l’ala per 40 giorni: ora i Raptors con l’ex Thunder e Boston puntano alla vetta
Nel giro di poche ore il panorama della Eastern Conference è cambiato drasticamente. Due i fattori scatenanti: l’infortunio di Kevin Love, ala dei Cavs, e lo scambio che ha portato Serge Ibaka da Orlando a Toronto. Chi « rischia» di uscirne avvantaggiata è Boston, che vede la concorrente numero 1 per il primato a Est menomata e soprattutto diventa l’unica contender a poter puntare a un big senza essere costretta a cedere un giocatore di egual valore, grazie alle numerose scelte che può mettere sul piatto, ai contratti in scadenza che può cedere e allo spazio a disposizione sotto il tetto salariale.
GINOCCHIO Love dovrà star fuori circa 6 settimane dopo essersi sottoposto a intervento di pulizia al ginocchio sinistro. Dovesse tener fede alle previsioni, l’ex Timberwolf rientrerebbe a 2 settimane dall’inizio dei playoff. I Cavs hanno un bilancio di 38 vinte e 16 perse, mentre i Celtics, al 2° posto, erano a 36-19 prima della sfida di ieri notte in casa con Philadelphia. Margine non del tutto rassicurante. I Raptors sono al 5° posto con 33-24 ma hanno perso 11 delle ultime 15 partite (anche loro sono scesi in campo nella notte contro Charlotte) e hanno quindi deciso di giocarsi il jolly puntando su un giocatore come il 27enne lungo congolese sicuramente in declino rispetto agli anni dei Thunder ma ancora in grado di fare la sua parte sotto canestro. Il rischio è che, essendo in scadenza di contratto a giugno, i canadesi lo perdano dopo pochi mesi, anche se la dirigenza dei Raptors ha detto di volergli proporre un rinnovo pluriennale Senza dimenticare che la contropartita andata ai Magic è stata modesta (Terrence Ross e una prima scelta, la più bassa tra quelle a disposizione di Toronto, nel prossimo draft).
FUTURO I Celtics hanno in mano il loro futuro. Da qui alla chiusura del mercato di giovedì 23 i biancoverdi dovranno decidere se puntare a una stella (Jimmy Butler?) senza però cedere pezzi importanti del nucleo che sta facendo faville quest’anno e puntare alla testa di serie n.1 a Est, o continuare con questo gruppo e sperare di trovare i Cavs non al top nei playoff, magari con LeBron sfinito dopo una stagione regolare nella quale è sin qui il più 2° utilizzato della lega con 37.6 minuti a gara (dietro a Lowry con 37.7), destinati probabilmente ad aumentare con l’assenza di Love. Boston ha il calendario più facile tra le 30 squadre Nba da qui alla fine (Cleveland ha invece il 15°), e la differenza tra primo e secondo posto storicamente è notevole. Dall’83-84, primo anno con l’attuale format dei playoff, il team col miglior bilancio è arrivato in finale il 56% delle volte, contro il 27.3% della seconda.
DRAFT La squadra di Danny Ainge ha la chance più unica che rara di conquistare il numero uno del tabellone a Est e allo stesso tempo avere anche la prima scelta assoluta al draft, visto che quella dei Nets, ultimi con distacco abissale dalla penultima, andrà ai Celtics in virtù dello scambio che portò Garnett e Pierce a Brooklyn nel 2013. La lotteria darà loro il 25% di chance di chiamare per primi alle scelte di giugno. Una chip in più da mettere sul piatto nel caso Boston decida di cederla e di puntare al bersaglio grosso quest’anno. Ovvero perdere in finale coi Warriors...