La Gazzetta dello Sport

Una città incredula «Critiche ingiuste e momento sbagliato»

Scrittore De Giovanni: «Fossi stato in Sarri mi sarei dimesso». Nino D’Angelo: «Il presidente non doveva entrare nel merito delle scelte tecniche, quelle non gli competono»

- Gianluca Monti NAPOLI

Più delusa che sorpresa. Napoli si è risvegliat­a così ieri, probabilme­nte perché tutti erano coscienti che al Bernabeu sarebbe potuto arrivare una sconfitta ma in pochi dopo il 3-1 maturato a Madrid immaginava­no di vedere De Laurentiis in tv criticare l’operato di Sarri. Anzi, paradossal­mente i tifosi non si sono espressi in maniera negativa sulla prestazion­e della squadra come ha fatto invece il presidente.

AUTODISTRU­ZIONE Il giudizio di Maurizio De Giovanni, scrittore di successo ed icona della napoletani­tà, nei confronti delle frasi post partita del presidente è tranciante: «Un tipico esempio di cupio dissolvi ( « Desidero morire» in latino, ndr). Roba che si vede solo nel Partito Democratic­o negli ultimi tempi. Siamo ai limiti dell’autodistru­zione. Mentre ascoltavo De Laurentiis mi interrogav­o sul motivo di quell’attacco a Sarri ma non sono riuscito a trovare una risposta. Anzi, fossi stato nell’allenatore del Napoli mi sarei dimesso seduta stante perché ha perfettame­nte ragione Reina a chiedersi dove fosse il presidente mentre la squadra mieteva successi in giro per l’Italia e per l’Europa. Non si può parlare solo dopo le sconfitte e per di più in quel modo. Si è perso contro il Real e in modo comunque dignitoso, cosa avrebbero dovuto dire a Wenger e Luis Henrique i presidenti di Arsenal e Barcellona? Se Sarri dovesse lasciare troverebbe panchina domani e De Laurentiis rischiereb­be grosso senza di lui e senza l’eventuale qualificaz­ione alla Champions, anche perché le milanesi si stanno già attrezzand­o per il prossimo futuro». DIMENSIONA­RSI Nessun allenatore è mai esente da critiche e ieri c’è stato qualche tifoso che ha «pizzicato» Sarri per alcune scelte e per il gioco espresso. «Di sicuro non è stato il solito Napoli - dice Nino D’Angelo, bandiera azzurra al vento da sempre -. Io ho apprezzato il discorso che ha fatto De Laurentiis quando ha detto che la squadra è apparsa contratta, ma avrebbe dovuto fermarsi lì senza entrare nel merito di scelte tecniche che non gli competono. Lui è un leader ma tante volte bisogna anche dimensiona­rsi e capire che con i giovani di cui lui va giustament­e orgoglioso non è semplice fare risultato a Madrid. Certe disamine tattiche dovrebbe evitarle perché i ruoli vanno sempre rispettati». De Laurentiis non è nuovo a uscite del genere, lo sa bene Peppino Di Capri. Il cantante partenopeo conosce il presidente del Napoli da una vita: «Aurelio dovrebbe contare fino a tre prima di dire certe cose in determinat­i contesti perché poi questo tipo di dichiarazi­oni finiscono in qualche modo per passare alla storia del calcio. Lo dico con affetto perché gli voglio bene e conosco il suo carattere, è fumantino e si lascia prendere dall’emotività del momento. Lo perdono perché l’adrenalina dopo una partita così importante è sicurament­e tanta».

REAZIONE DI PANCIA Guido Trombetti, ex rettore dell’Università Federico II, è l’unico che non mette De Laurentiis dietro la lavagna: «La reazione del presidente è stata da tifoso, ma è troppo intelligen­te per non sapere che Sarri è una risorsa per questa società che peraltro il presidente sta guidando in maniera molto abile. Si tratta di una reazione di pancia, la stessa che ebbe Sarri tirando in ballo la società sulle questioni arbitrali. L’episodio va ridimensio­nato e riposto in fretta nel dimenticat­oio per non rovinare il giocattolo che, nonostante la sconfitta di Madrid, sta funzionand­o benissimo». SCRITTORE CANTANTE E ICONA DEL TIFO CANTANTE

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REUTERS In più di diecimila hanno seguito la squadra a Madrid: la passione dei tifosi del Napoli è unica
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