La Gazzetta dello Sport

Il blindato Juve domina l’Europa Nel 2017 nessuno difende meglio

Solo 2 reti prese in 7 gare nel nuovo anno: è il top nei 5 grandi campionati. Bonucci oggi col Palermo fa 300 gare in bianconero

- Matteo Dalla Vite INVIATO A VINOVO (TORINO)

74 I tiri subiti dalla Juventus nel 2017, di cui ben 20 nello specchio della porta (una media di 2,86 a partita): fra le prime 12 squadre nella classifica dei gol presi nel 2017, è quella che ha concesso più conclusion­i

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I trofei vinti in 299 presenze in bianconero da Leonardo Bonucci, acquistato dai dirigenti della Juve dal Bari nel 2010 per 15 milioni di euro: cinque scudetti, tre Supercoppe d’Italia e due Coppa Italia.

Euroblinda­ti è il titolo. E lo svolgiment­o del tema – sempre in progress – è che nessun’altra squadra in Europa ha fatto meglio nel 2017, o almeno nei cinque migliori campionati: sei partite (su 7) con la porta linda, il cosiddetto «clean sheets » , chiusura a doppia mandata. Ed è ovvio che Nestorovsk­i inevitabil­mente proverà a ragionare sull’inversione di tendenza.

IL CAMBIO CAMBIA

Chiaro che i gol subiti targati 2017 ci siano stati, 2, nella notte di Firenze che è poi stata catacomba definitiva di quel 3-5-2 che tanto ha dato e che di più non riusciva a dare. «Il nuovo modulo ci ha dato più ariosità», ha detto Allegri. E anche più copertura, se fatto con sacrificio e rientri, quelli che Max ha chiesto a Pjaca. Perché il fatto che col Fab-5 (il 4-2-3-1, provato anche ieri a Vinovo pure in vista-Champions) la Juventus abbia preso zero gol in campionato (in Coppa Italia l’ha perforata solo Bacca, contro l’Atalanta c’era ancora il doppio trequartis­ta), significa che tutto sa di strada giusta. La classifica 2017 che mette la Juve sopra tutte vede, dal secondo posto in poi, lo United di Mou (2 gol presi ma in 6 gare), poi lo Schalke 04 (2 in 4 gare) e a seguire il Betis, il Borussia Monchengla­dbach, il Barcellona e via via Bayern, Psg e Inter.

NON POCHI TIRI

La cosa curiosa, semmai, è che fra le prime 12 squadre di questa speciale classifica la Juventus è quella che ha subìto più conclusion­i verso la porta: 74 (20 nello specchio). Significa che il pericolo incombe ma che in qualche modo viene sventato. L’anno 2017 era cominciato con la gara contro il Bologna dell’8 gennaio: 3-0 e modulo col doppio trequartis­ta; poi ecco il crollo contro la Fiorentina e la successiva svolta col modulo 5-stelle, varato contro la Lazio (2-0) e rimesso contro Sassuolo (2-0), Inter (1-0), Crotone (2-0) e Cagliari (2-0).

LEO 300

In tutto questo c’è un protagonis­ta assoluto che non è mai mancato col nuovo modulo: Leonardo Bonucci, giocatore ormai stimatissi­mo trasversal­mente da tutta l’Italia, la colonna che oggi farà la partita numero 300 con la maglia della Juventus, roba che è appartenut­a ai più grandi e – nell’attualità bianconera – a Buffon, Chiellini e Marchisio. «Un traguardo importante per un giocatore che è cresciuto molto da quando è arrivato alla Juventus, sia sul piano tecnico, che sul piano della personalit­à – lo elogia Max Allegri –. E ora è diventato un pilastro dentro e fuori dal campo, anche se ancora ha margini di migliorame­nto». In queste 299 gare – l’esordio fu il 29 luglio 2010 in Shamrock-Juve 0-2 – Bonucci ha vinto 10 trofei, ovvero cinque scudetti, 3 Supercoppe d’Italia e 2 Coppa Italia. La Juve lo pagò 15 milioni al Bari: investimen­tone riuscito.

SCELTA DI CUORE

Perché poi a Bonucci (oggi diffidato) sono arrivate sirene non indifferen­ti: successe dalla Russia in passato ma pure da Guardiola l’estate scorsa. «E’ stata dura – disse al Gran Galà AIC quando venne proclamato miglior difensore della scorsa annata – ma alla fi- ne ho scelto col cuore». Il City era arrivato a offrirgli quasi 8 milioni all’anno con l’idea di pagarne 45 alla Juve. Che, a dicembre, ha provveduto ad allungargl­i il contratto fino al 2021 con adeguament­o. Bonucci oggi sarà l’unico reduce della BBC perché Chiellini e Barzagli sono in sosta coatta e «solo fra oggi e domenica – dice Allegri – si saprà se potranno partecipar­e alla gara di Oporto». Nel frattempo, è possibile che si riveda Benatia (ultima gara il 27 novembre a Genova) e non c’è dubbio che sia notevolmen­te cresciuto Rugani: il futuro sarà lui, con Caldara. Il futuro, perché la BBC ha ancora qualcosa da voler dire.

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CANONEIRO L’abbraccio di Leonardo Bonucci, 29, e Gianluigi Buffon, 39

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