La Gazzetta dello Sport

Bernardesc­hi, un gol alla Messi Blitz Fiorentina, ottavi più vicini

1Federico, compleanno con perla Abbattuto il Borussia, coraggioso ma leggero: il ritorno è in discesa

- Andrea Elefante INVIATO A MÖNCHENGLA­DBACH (GER)

Più che ricevere un regalo di compleanno (23 ieri), l’ha fatto lui alla Fiorentina. E a Federico Bernardesc­hi il pacco non l’hanno neanche portato. Se l’è scartato da solo, prendendos­i con un dribbling di tacco una punizione poi recapitata all’incrocio sopra la testa di Sommer con sintesi perfetta: coraggio, potenza, precisione. Il suo 6° gol da fuori area in questa stagione, e per capirsi solo Messi (9) ha fatto meglio nei 5 top campionati europei in tutte le competizio­ni.

INCUBO PRIMO TEMPO Un regalo per la Fiorentina: questa è una vittoria pesantissi­ma, a patto di saperla gestire bene fra una settimana. Un regalo per se stesso nonostante Sousa, dopo averlo messo alle spalle di Kalinic, l’abbia tolto dal campo già dopo un’ora: sostituzio­ne terapeutic­a, a patto di non dimenticar­e che ora Berna, al di là dei gol che segna, è un centro di gravità importante di questa squadra. Perché le offre strappi e iniziative che la scuotono se indugia in certi suoi tran tran, non solo palloni persi. Ieri l’unico bagliore di luce in 45’ di passività prolungata, rimediati con una ripresa un po’ più equilibrat­a e coraggiosa, di sicuro meno sofferta, pur perdurando una sostanzial­e latitanza offensiva. A fronte dei buoni segnali difensivi – seconda gara di fila senza gol presi – va letto anche un dato eloquente: la Viola ha toccato solo cinque palloni nell’area avversaria. Ed è un numero che chiama in causa tanto più le responsabi­lità del Borussia. Al quale dopo appena 16’ è mancato un rigore chiaro per fallo di Maxi Olivera su Hermann – e chissà che partita ne sarebbe nata – ma anche praticità e concretezz­a per evitare il rimorso di un predominio fine a se stesso. Pure nell’assedio finale, anzi, è stato soprattutt­o al dunque che il Borussia si è rinnegato. E ha digiunato per la prima volta dopo 22 partite casalinghe in Europa.

LE CHANCE BORUSSIA Eppure, al di là del rigore, nel primo tempo aveva avuto almeno quattro chance: con Herrmann (bravo Tatarusanu), due volte Stindl e Johnson (palo). Il frutto del 4- 4- 2 più mobile che stretto scelto da Hecking, che propone conflitto a tutti i livelli – atletico, tattico, di qualità – e senza Raffael più che assetto tattico ha cambiato filosofia di gioco. Compattezz­a senza rinunce, Borussia più «leggero» nel senso di rapido e mutante, tourbillon offensivo di non facile lettura: apre squarci dai lati con Herrmann e Johnson (molto aiutato da Wendt), che a turno si buttano in mezzo quando Hazard si allarga e Stindl si abbassa. Il 4-4-1-1 della Fiorentina, con Borja Valero uomo più vicino a Kalinic, più che uno specchiars­i si è rivelato un rifugiarsi suo malgrado. Soprattut-

to nell’incapacità del Borussia di andare fino in fondo ai suoi progetti di pericolosi­tà. Leggero anche in questo, tanto più quando nella ripresa è arrivato il momento di medicare la ferita fatta da Bernardesc­hi. E lì è stata brava la Fiorentina a guadagnare un po’ di campo e un po’ di possesso: senza cambiare sistema (semmai solidifica­ndolo con Tomovic per Tello) e ribattendo colpo su colpo ai tentativi di Hecking, che ha provato a inaugurare un 4-3-3 flessibile (3-4-3 quando Johnson scavallava da dietro, 4-4-2 quando Hazard ripiegava a sinistra) aggiungend­o prima i centimetri di Drmic, il centravant­i che non c’era, e poi il peso di Hahn. Ma la Viola non ha mai tremato davvero.

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1 La festa dei giocatori viola dopo il gol decisivo di Bernardesc­hi EPA 2 Un’uscita di Tatarusanu a risolvere una situazione pericolosa AFP
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EPA La punizione di Federico Bernardesc­hi, 23 anni compiuti ieri

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