La marcia del Messina: Lucarelli guida la rivolta contro l’ex presidente
La marcia del Messina non è ancora servita a sbloccare una situazione paradossale. La squadra, con Cristiano Lucarelli in testa, ieri ha scelto di non allenarsi per raggiungere in gruppo, a piedi, il cantiere navale in cui si trovava asserragliato l’ormai ex presidente Natale Stracuzzi. Un centinaio di tifosi si è unito alla protesta. Toni altissimi, volti scuri. Soprattutto quelli dei calciatori, che ieri non si sono visti accreditare lo stipendio nell’ultimo giorno utile: sarà penalizzazione. Ma l’esterno De Vito, più che della classifica, si preoccupa per la sua famiglia: «Penso solo a come fare la spesa da portare a casa».
DIETROFRONT Le speranze della squadra si erano riaccese quando la trattativa per l’ingresso nel club di Franco Proto, storico presidente dell’Atletico Catania, pareva ormai chiusa. Almeno fino all’ennesimo colpo di scena: Stracuzzi ha chiesto un posto nel futuro Cda, ma Proto su questo aspetto è stato netto, chiarendo che l’attuale proprietà rimarrebbe tale solo sulla carta e fino al 30 giugno, data in cui l’imprenditore catanese rileverebbe il 100% del club, addossandosi gli esborsi necessari a mandare avanti il club. Una visione totalitaria, che non prevede alcuna condivisione con gli attuali proprietari. Accettata dai 2 soci di minoranza, ma rispedita al mittente da Stracuzzi, che nel frattempo continua a flirtare con gli esponenti di una cordata calabrese, Gerace e Marcianò, che nei giorni scorsi erano stati vicini a rilevare il club, salvo poi fare un passo indietro. Ieri si sono materializzati al cantiere nel cuore della protesta, sostenendo di avere ancora delle questioni da chiarire con Stracuzzi. Il caos è totale, le casse rimangono vuote: a rischio anche la trasferta di Pagani. Lucarelli: «Siamo stanchi. Ci prendono in giro da troppo tempo».