La Gazzetta dello Sport

L’eterno Kaukenas LE PAGELLE salva Reggio Emilia L’Orlandina fallisce il colpo del k.o.

39enne firma la rimonta, Della Valle decide ai liberi. Menetti: «Siamo dove volevamo essere»

- Alessandro Rossi RIMINI VENERDÌ 17 FEBBRAIO 2017

Sull’orlo del precipizio a 6’ dalla fine (52-58), Reggio Emilia condensa la miglior pallacanes­tro difensiva nei possessi in cui si decide il quarto di finale contro Capo d’Orlando. Crollata improvvisa­mente, dopo una partita di energia e coraggio, sotto i colpi dell’eterno Rimantas Kaukenas, 39 anni, 4 punti nella rincorsa disperata, compreso il canestro del pareggio a 38” dalla fine. Amedeo Della Valle segna entrambi i liberi (63-61) sul fallo ordinato dalla panchina siciliana per avere l’ultimo possesso nelle mani. Il tiro da 3 di Mario Delas, in precario equilibrio, si stampa sul ferro: «Siamo dove volevamo essere – dirà Max Menetti in sala stampa – È vero, con grande fatica, ma, oggettivam­ente, abbiamo giocato una partita nella quale avevamo tanto da perdere. È un passo importante, perché ci siamo conquistat­i la semifinale soffrendo. Non siamo al top, ma stiamo crescendo. È la vittoria di tutti, nella quale abbiamo faticato a trovare ritmo offensivo, ma siamo stati bravi a percorrere, sempre, una strada non individual­e. Si è visto un grande Rimantas Kaukenas, al di là del canestro del pareggio a pochi secondi dalla fine. Permettete­mi una dedica particolar­e a Pietro Aradori. Non è al meglio della condizione, è la seconda partita che gli faccio finire dalla panchina. Alla fine ho visto la faccia giusta, era contento come una Pasqua».

RITMI In un inizio da ritmi bassi e mani fredde (4-4, 4’), Capo d’Orlando tiene botta (14-16, 10’) alzando l’aggressivi­tà difensiva e raddoppian­do costanteme­nte in tutte le situazioni di pick and roll. A costo di scoprire la coperta sul perime-

I punti segnati da Kaukenas (nella foto) durante le Final Eight. Meglio di lui ha fatto solo l’ex compagno di squadra a Siena David Moss con 213 tro, dove la squadra di Menetti pesca un primo tempo da 60% (6/10, con 6 giocatori diversi a segno) nel tiro da tre punti. Antonio Iannuzzi, 9 con 5 tiri, è un fattore all’interno di una metà gara nella quale Capo ha un saldo positivo tra recuperi e palle perse (+3) e, in area, segna 22 dei suoi 33 punti. E si piega ma non si spezza nemmeno quando, al rientro, sprofonda prima a -7 (43-36, 24’) dopo due triple di Aradori e poi a -8 (46-38) con la terza di Della Valle. Nel momento di massima difficoltà i siciliani confeziona­no un parziale di 20-6 (52-58), che sembra poter girare definitiva­mente l’inerzia, prima del finale in volata.

AMAREZZA Nelle parole di Gennaro Di Carlo c’è tutta l’amarezza di una gara decisa per piccoli dettagli: «È normale, in questi casi, che i sentimenti predominan­ti siano disappunto e tristezza. È stata una gara di enorme agonismo, che ci lascia amaro in bocca. Statistica­mente paghiamo anche la scarsa percentual­e nel tiro da tre punti, nonostante l’elevata qualità dei tiri presi. C’è rammarico, perché siamo venuti qua per provare a fare lo sgambetto a Reggio Emilia. Non eravamo e non siamo appagati. Sentivamo la partita, perché essere alle Final Eight di Coppa Italia, per tutti noi, era una occasione importante. La scelta nel finale? Ho chiesto io di fare fallo. Volevamo avere nelle mani il pallone della possibile vittoria. Oltretutto avevamo ancora timeout da spendere. Ho provato a cambiare le rimesse, per mescolare le carte. Ci è rimasto il colpo in canna. Purtroppo in quei momenti può succedere di tutto. Una prova di questo tipo, però, ci deve dare ancora più forza ed energia per credere in ciò che stiamo facendo».

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CIAMILLO Il momento che decide il match: il tap-in di Macvan allo scadere
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