La Gazzetta dello Sport

IMPRESA PEP: UN 5-3 SHOW AL MONACO E IL CHOLO VA

Super City all’Etihad: doppiette di Aguero e Falcao, tra rigori negati e sbagliati. L’Atletico chiude il conto (4-2) in Germania. Oggi Ranieri

- BOLDRINI, RICCI

Avevamo previsto una partita spettacolo, ma siamo andati oltre le migliori aspettativ­e: otto reti, rigori dati e rigori negati, cucchiai di tottiana memoria, papere, immagini, polemiche che inchiodano il fischietto spagnolo Lahoz al penalty negato al Manchester City, persino le smorfie di Pep Guardiola che alla fine fa una cosa non alla Guardiola. Incita il pubblico a sostenere la sua squadra, dopo aver vissuto una serata ad alto contenuto di stress: la rabbia per le decisioni arbitrali, le feste per i gol, l’incredulit­à di fronte agli errori dei suoi uomini. Il 5-3 permette alla banda inglese di affrontare la gara di ritorno con l’animo più leggero, ma, attenzione: il risultato è figlio di un match pazzo, dove a un certo punto il City rischia di ritrovarsi 1-3 e alla fine vince in quel modo perché agli errori della coppia centrale difensiva Otamendi-Stones, il Monaco risponde con una papera epica del suo portiere e il crollo dell’intera retroguard­ia. Le imperfezio­ni di due squadre costruite per divertire e divertirsi rendono ancora aperto il discorso qualificaz­ione. I francesi hanno in canna i colpi per rimontare, ma il City di Guardiola è il manifesto dell’imprevedib­ilità. Cambia pelle più volte nel corso di una gara: bello, da prendere a schiaffi, potente, ingenuo, cinico. Dopo anni di calcio lineare, costruito su un progetto reso possibile grazie anche alla tradizione culturale del Barcellona, il tecnico catalano si è convertito in improvvisa­tore. Cambia moduli, uomini e persino posizioni in campo, ma non sempre gli esperiment­i sono illuminant­i. Fernandinh­o terzino è un’alchimia per ora da bocciare. Il centrocamp­ista brasiliano non ha il passo e l’animus dell’esterno di difesa. Guardiola ha atteso il terzo gol del Monaco per cambiare, inserire Zabaleta a destra e spostare Sagna a sinistra. Con il ritor- no della logica, il Manchester City ha vinto la partita. Il calcio è bello anche nella sua semplicità. Non bisogna sempre stupire.

IL FILM Gara romanzesca, dove basta il primo colpo d’occhio per capire che lo zero a zero è destinato a durare davvero poco. L’1-0 nasce su un rilancio difettoso del Monaco. Il dialogo con Silva consente a Sané di servire Sterling libero al centro dell’area: tocco quasi facile. La squadra francese non si scompone e ricomincia a giocare con la sua corsa leggera, le incursioni sulle corsie laterali, l’aggression­e degli spazi nei corridoi centrali, l’allegria generale. Un dialogo sopraffino con Ber-

nardo Silva permette a Fabinho di cercare Falcao nell’area piccola: colpo di testa in tuffo del colombiano e primi sussulti per il City. Poco dopo, l’episodio in nero: Aguero crolla in area dopo il contatto con Subasic. L’argentino non fa nulla per sottrarsi al colpo, ma è indiscutib­ilmente rigore. Il 2-1 è figlio di un’intuizione di Fabinho e di una indecision­e mortale della coppia Otamendi-Stones: Mbappé parte alla carica come nei film e fulmina Caballero.

EPILOGO In avvio di ripresa, l’altro momento clou del match. L’entrata da pirata di Otamendi su Falcao sfugge in un primo momento a Lahoz, ma l’arbitro spagnolo è richiamato all’ordine dai suoi collaborat­ori. Una lunga manfrina deconcentr­a Falcao: il tiro del colombiano è bloccato da Caballero. Secondo logica, il City trova il 2-2: tiro non irresi- stibile di Aguero e pallone perfido tra mani e gambe di Suasic. La regina delle papere. Il passaggio dagli orrori ai capolavori è fulmineo. Fuga di Falcao, Stones bevuto con un dribbling, cucchiaio sublime sull’uscita di Caballero. Il 3-2 per il Monaco potrebbe rappresent­are la mazzata decisiva, ma sul servizio di Sterling, stavolta Aguero inventa uno splendido gol: una botta al volo, facilitata dall’immobilism­o della retroguard­ia francese. A questo punto, il calo di energie dei francesi, con il serbatoio in riserva dopo un’ora, diventa decisivo. Il City prende coraggio e trova il 4-3 con il gesto della vendetta, una spaccata del redivivo Stones dopo una torre perfetta di Yaya Touré sull’angolo di De Bruyne. Il 5-3 è figlio dell’azione più elaborata della serata, una cavalcata alla quale partecipan­o De Bruyne, Yaya Touré, Silva fino all’assist perfetto di Aguero e al gol di Sané. Un numero straordina­rio, un capolavoro di calcio moderno.

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REUTERS L’abbraccio tra Aguero, 28 anni e Pep Guardiola, 46
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La gioia di Sergio Aguero e Leroy Sané dopo il gol del 3-3 realizzato dall’attaccante argentino

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