Montella ripensa a un Milan meno fronzoli e più cattiveria
1La società ha sempre amato il bel gioco, il tecnico il palleggio: con il cambio di rotta dopo il k.o. con la Samp sono tornati i risultati
Con Berlusconi il Milan è stato bello, grande, addirittura Invincibile. Presto diventerà cinese ma mai era stato un Milan di lotta. Montella si era presentato come maestro del bel gioco, seguace del tiqui taca e sostenitore del palleggio: dopo essersi rialzato dalla sconfitta casalinga contro la Samp, l’allenatore ha cambiato strategia. Contro Bologna (inevitabile dopo il doppio rosso), Lazio e Fiorentina ha rinunciato al possesso palla e puntato tutto su cuore, resistenza e ripartenze. Dopo aver battuto Donadoni in nove Montella aveva parlato di «vittoria epica» mentre dopo il pari in rimonta sulla Lazio aveva così commentato: «La squadra ha messo in campo ogni briciolo di energia, i ragazzi hanno uno spirito di gruppo incredibile, sono orgoglioso di loro». E ancora dopo il successo sulla Fiorentina, squadra che aveva allenato a tenere sempre il pallone e che ha battuto con una tattica opposta: «Ci hanno co- stretto a rimanere bassi, abbiamo cercato di dare loro più campo provando a colpire in contropiede. E’ stata una vittoria bella perché sofferta». Così l’evoluzione rossonera procede insieme a quella dell’allenatore e in parallelo alla cessione della società: il Milan che Silvio voleva padrone del campo e del gioco oggi esalta il carattere e la voglia di non arrendersi.
REAZIONE Capacità che di certo appartengono alla squadra che ha conquistato sette punti nelle ultime tre partite, quattro contro avversari diretti e tre in doppia inferiorità numerica, e che si ritrovano anche nel Milan delle settimane precedenti. La squadra ha segnato quattro degli ultimi dieci gol dal 40’ del secondo tempo in poi: non molla mai prima della fine. I cartellini, gialli o rossi, possono essere segnale di nervo- sismo o prova di spirito agonistico: il Milan ne ha collezionati 61, somma di 53 ammonizioni e 8 espulsioni. Nessuna tra le squadre che lo precedono in classifica è stata più cattiva: la Lazio segue a 59, l’Atalanta a 58, Inter, Juve, Roma e Napoli chiudono in questo ordine la classifica. Tante sanzioni sono conseguenza di tantissimi falli: 360, tra le big solo l’Atalanta colpisce più del Milan. Il Napoli, in assoluto la squadra più «buona», ne ha commessi oltre cento di meno, 249. Il carattere è dimostrato anche dal senso di rivincita, evidente nella reazione alle difficoltà: il Milan ha rimontato e piegato il Sassuolo, superato Palermo ed Empoli dopo che l’avevano ripreso, ribaltato il Crotone, pareggiato in rimonta in casa di Torino e Lazio. A Doha, in Supercoppa, aveva costretto la Juve ai rigori e poi aggiunto in bacheca il ventinovesimo trofeo della gestione Berlusconi. Una sola volta in tutto il campionato scorso al Milan era riuscita una rimonta completa: in svantaggio a Frosinone aveva poi chiuso sul 4 a 2.
INCONTRISTI Domenica scorsa, agganciata dalla Fiorentina, la squadra ha di nuovo reagito e trovato il gol del decisivo raddoppio. Montella era rimasto seduto tre stagioni sulla panchina viola con lo stesso obiettivo che ora ha in rossonero: conquistare l’Europa. A Firenze c’era sempre riuscito anche se con una tattica differente: l’allenatore rinunciava al centrocampo di incontristi per affidarsi alla qualità di Borja Valero, Aquilani e Pizarro. A Milano la mediana ha decisamente più quantità: tra i giocatori attualmente a disposizione Kucka è quello più spesso utilizzato e dopo Locatelli il minutaggio più alto spetta a Pasalic, spesso preferito per la corsa a Bertolacci. Tanto carattere servirà domenica prossima nello stadio del Sassuolo, dove il Milan è sempre stato messo sotto.