La Gazzetta dello Sport

Falcao lancia la sua Roma «C’è aria di vittoria»

«Difficile battere chi era più forte non tecnicamen­te ma politicame­nte. Ora a Trigoria c’è aria di vittoria»

- Massimo Cecchini ROMA

Tempo perduto e tempo ritrovato. Occorrereb­be un Marcel Proust (un po’ meno snob) per raccontare le emozioni descritte dalla ragnatela di rughe che graffiano il volto di tutti i presenti, senza per questo scalfire la gioventù di cui si riappropri­ano in modo quasi magico vedendo il Divino camminare di nuovo nei vialetti di Trigoria. Paulo Roberto Falcao riabbracci­a la Roma col sorriso gentile e l’accento melodico di sempre. L’occasione il docufilm «Chiedi chi era Falcao» diretto da David Rossi, che andrà in onda domani sera su Roma Tv al termine della partita di Europa League contro il Villarreal. Alla presentazi­one, a cui hanno partecipat­o il d.g. Mauro Baldissoni (che ha parlato di «recupero della storia») e il responsabi­le dei media Guido Fienga, c’erano anche Bruno Conti e Ubaldo Righetti, che insieme a Falcao hanno scritto tra le pagine più belle del calcio gialloross­o, in cui spiccano le vittorie di uno scudetto e due Coppe Italia.

IO E LA JUVE L’ex stella del calcio brasiliano ha parlato del suo amore per Roma e i suoi tifosi, «che non si è spento neppure a trent’anni di distanza». Un amore che si è incarnato anche nella sfida senza quartiere contro la Juve, materializ­zatasi nel trailer attraverso lo storico gol annullato a Turone a Torino nella stagione 1980-81. «Io vorrei anche quello scudetto – dice Falcao –, però consola sapere che il calcio non è questione di giustizia, ma sempliceme­nte un gioco». Insomma, la ferita con gli anni si è rimarginat­a solo in parte, e così non sorprende come spieghi così il periodo: «Non era facile combattere con squadre più forti non tecnicamen­te, ma politicame­nte. Il presidente Viola non

DEVE GIOCARE FINO A 50 ANNI. SE VUOLE C’È POSTO NEL MIO RECIFE SU FRANCESCO TOTTI CAPITANO DELLA ROMA I PROBLEMI CON FRANCESCO? L’IMPORTANTE È CHE SI RISPETTINO SU LUCIANO SPALLETTI ALLENATORE DELLA ROMA LA SQUADRA DOVEVA VINCERE DI PIÙ. E IO STAVO PER ALLENARLA SU DINO VIOLA EX PRESIDENTE DELLA ROMA

aveva il potere economico delle altre società, però aveva grinta. Avremmo potuto vincere altri due scudetti » . Falcao, però, esalta i bianconeri. «Intendiamo­ci, la Juve era una squadra fortissima e potente. Proprio per questo il nostro scudetto è stato straordina­rio, perché siamo riusciti a battere una squadra che aveva metà Nazionale italiana, anche se in generale abbiamo vinto meno di quanto dovevamo. Comunque è bello che anche oggi ci sia questa sfida. La Juve è ancora fortissima e la Roma è una squadra grande, e per esserlo ancor di più deve avere un proprio stadio. Adesso c’è una società vera, si può iniziare a costruire una vittoria anche fuori dal campo: con l’organizzaz­ione, con la possibilit­à di conoscere un giocatore ed acquistarl­o. È una Roma che pensa al presente ma anche al futuro. È una Trigoria diversa, che sa di vittoria. Il club deve pensare in grande».

IO E VIOLA Falcao racconta anche della grandezza di quella squadra. «In Brasile avevo vinto tutto e nella vita bisogna rischiare. Qui a Roma ho avuto la fortuna di trovare un allenatore come Liedholm e grandi compagni. Bruno (Conti) tecnicamen­te era più forte di me, Agostino (Di Bartolomei) calciava meglio, Pietro (Vierchowod) era più veloce, io magari ho portato quella mentalità che ha convinto tutti di poter vincere». E la storia avrebbe potuto avere anche un ulteriore epilogo. «Nel 1991 avevo già trovato l’accordo per un biennale come allenatore della Roma, ma con la morte di Viola si fermò tutto». Altri epoche. Anche come ingaggi. «I più forti dei nostri tempi guadagnava­no come i top di ora guadagnano in una settimana».

TOTTI E SPALLETTI Falcao però chiude parlando del rapporto non idilliaco fra Totti e Spalletti (presente in disparte, in fondo alla sala). «È difficile giudicare. Francesco è un giocatore straordina­rio che avrebbe meritato il Pallone d’oro, Spalletti sta mostrando tutto il suo valore. Sono due persone intelligen­ti, l’importante è che si rispettino. Io mi auguro che Totti possa giocare fino a 50 anni. L’ho visto prima e gli ho ricordato che un anno fa, quando aveva problemi, l’avevo invitato a giocare nella mia ex squadra, lo Sport Club do Recife. Ero con la numero dieci pronta per lui, ma poi ha rinnovato...». E quando Totti dai social replica: «Fra i grandi del passato mi sarebbe piaciuto giocare con lui», Falcao sorride con la grazia del calcio di una volta. Quella che ci fa soffrire un po’ di nostalgia.

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Falcao, 63 anni, ieri a Trigoria
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1 2 Paulo Roberto Falcao, 63 anni, abbraccia l’amico e compagno di tante vittorie Bruno Conti Il famoso gol di Turone annullato in Juve-Roma del 10-5-1981 Falcao ieri a Trigoria
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