La Gazzetta dello Sport

Marotta ne fa 60 La sua storia da d.s. ragazzino alla Juve dei record

A 8 ANNI ERA AIUTO MAGAZZINIE­RE, A 19 DIRIGENTE, A 28 PRESIDENTE. POI SACCHI, LA SERIE A, IL CHINO, CASSANO E LE VITTORIE CON LA JUVE IL SEGRETO? TANTO LAVORO E... L’ARTE

- di CARLO LAUDISA

Un giorno come gli altri, con un brindisi per i 60 anni e poco più. Beppe Marotta fa scivolare via tutto con apparente semplicità. Per la sua festa, come per quelle della Juve, che dal 2012 sono state davvero tante. L’a. d. bianconero sta mettendo i puntini sulle «i» a una carriera da favola. Sin dagli inizi. Nel 2005, quando il manager varesino si confessa alla Gazzetta con Germano Bovolenta, ricorda un aneddoto da Nuovo Cinema Paradiso: «A Varese abitavo di fronte allo stadio Ossola e avevo 8 anni quando convinsi il magazzinie­re Angiolino ad aiutarlo a pulire le scarpe dei calciatori. Era il mio sogno, divenne la mia vita». Sono gli anni del Varese in A, con Anastasi e Libera. Lui prova a fare il calciatore, gli va meglio al Liceo Classico. Lì conosce Bobo Maroni, futuro leader della Lega. Soprattutt­o, a 19 anni diventa responsabi­le delle giovanili ed entra nelle grazie del presidente Mario Colantuoni. Prima fa il d.s. e poi il d.g., con in panchina la bandiera Maroso e (a seguire) Eugenio Fascetti ( « un rivoluzion­ario, avesse avuto un altro carattere...»).

PRIMO DELLA CLASSE Beppe

studia e ruba il mestiere a tutti. Nell’82, a soli 25 anni, partecipa al Supercorso di Coverciano per manager, organizzat­o da Italo Allodi. Ci sono tutti i santoni dell’epoca, da Moggi e Previdi a Beltrami e Sogliano; oppure Sandro e Giorgio Vitali, Bronzetti e Dal Cin. Marotta lega subito con Rino Foschi e diventa l’alter ego di Pierpaolo Marino. Beppe è il più giovane (25) e contende all’avellinese (28) la palma di primo della classe. I colleghi più in voga copiano i loro compiti: i due faranno strada, si vede. L’irpino sbarca al Napoli: con Allodi, appunto. Invece Marotta a 28 anni è presidente del suo Varese (il più giovane in C). L’anno dopo passa al Monza da d.s., sulle orme dei neo-milanisti Galliani e Braida.

BONIPERTI E SACCHI In Brianza valorizza giocatori importanti come Stroppa e, soprattutt­o, Casiraghi. La Juve lo strappa al Milan e Boniperti convoca il giovane manager in sede. Gli mostra il quadro con il suo calzettone rotto e parte il sermoncino sul carattere... Beppe annuisce, ma non fa sconti. Alla fine la spunta lui e ottiene la cifra che voleva: un marchio di fabbrica. Con il passare degli anni il precoce Marotta modella il suo metodo: impara dai big e pensa in grande, puntando su uno staff di livello. A Monza un giorno arriva Giovanni Carnevali, che gestisce la Milanese. Vende due giovani al d.g. dei brianzoli e ne propone un ter- zo: «Nessuno l’ha preso, ma per me è forte». Lui si fida: è Cinetti, finirà all’Inter. Soprattutt­o nasce un feeling che sfocia in amicizia: diventano inseparabi­li. Le uscite con Ariedo Braida si fanno costanti. Spesso si unisce a cena anche Arrigo Sacchi. Tra «Emilia e Carlo» o lo «Smeraldino» sono sempre serate brillanti.

IL CHINO E L’AEREO Segue l’esperienza di Ravenna, con Asmini, Zanzi e Carnevali. Nell’ultimo anno arriva Foschi. Proprio in Romagna Beppe fiuta l’affare-Vieri, reduce dalle giovanili al Torino e dall’anno al Pisa. È il trampolino verso la decisiva esperienza di Venezia, dove l’effervesce­nte Zamparini gli dà carta bianca. In Laguna scopre la A e la cementa con l’intuizione-Recoba, protagonis­ta della rincorsa-salvezza. In 5 anni sfrenati matura un rapporto con Zamparini che resiste (e servirà nell’asta per Dybala...). A Bergamo con Ruggeri è un altro biennio di crescita, ma il salto di qualità definitivo coincide con l’approdo alla Samp. Riccardo Garrone si fida da subito, nasce un super-team dirigenzia­le. Umberto Marino da segretario è prezioso, Fabio Paratici in breve si fa notare dietro ad Asmini. In otto anni i risultati vanno di pari passo con i riconoscim­enti. Il blitz con l’aereo privato a Madrid per Antonio Cassano è un capolavoro. Senza strepiti, a costi umani. Così arriva anche l’investimen­to da 9 milioni per Pazzini. Marino non ha dubbi: «Ti trasmette sempre fiducia, ma quando serve è lui a decidere. Il suo motto? Fai al meglio anche le piccole cose».

E ADESSO? Il suo angelo custode con gli anni però diventa Paratici. Lavorano in tandem da 13 anni, in simbiosi. Il piacentino potrebbe vivere di luce propria, ma non ci pensa: «La Juve è il top, con Marotta ogni giorno sembra di essere ad Harvard: s’impara sempre». È difficile che alzi i toni, ma non fa sconti. Ed è un robot. Minimo 12 ore di lavoro al giorno. E alle 8 è già in ufficio. Così il manager più vincente non perde un colpo. Il suo privato? Due gemelli (Elena e Giovanni) di 6 anni e una finestra sempre aperta sul mondo. Colleziona quadri e si consulta con «l’esperto» Braida. Gli piace leggere e regalare libri. Soprattutt­o di storia. Ha una passione per il Vaticano e non a caso ha conosciuto gli ultimi Papi. Da ragazzo l’ha sempre affascinat­o Henry Kissinger, il grande tessitore Usa, l’amico dell’Avvocato. E al discreto Beppe le doti diplomatic­he abbondano. Nella Juve dei record è sempre più centrale. Come nei posti che contano. Presto sarà presidente dei manager, ma occhio agli incarichi federali. In punta di piedi ai posti di comando.

CON LUI È COME AD HARVARD: SI IMPARA OGNI GIORNO FABIO PARATICI D.S. JUVENTUS INFONDE FIDUCIA. IL SUO MOTTO? FAI AL MEGLIO LE PICCOLE COSE UMBERTO MARINO EX SEGRETARIO SAMP

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Beppe Marotta, a.d. della Juventus
 ??  ?? 1 Marotta e il braccio destro Fabio Paratici con la Coppa Italia 2016 2 Un giovane LAPRESSE Marotta con Eugenio Fascetti al Varese 3 Con Giovanni Carnevali, oggi a.d. del Sassuolo, e Arrigo Sacchi 4 Con Giovanni Trapattoni 5 Con Silvio Berlusconi ai...
1 Marotta e il braccio destro Fabio Paratici con la Coppa Italia 2016 2 Un giovane LAPRESSE Marotta con Eugenio Fascetti al Varese 3 Con Giovanni Carnevali, oggi a.d. del Sassuolo, e Arrigo Sacchi 4 Con Giovanni Trapattoni 5 Con Silvio Berlusconi ai...
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