La Gazzetta dello Sport

Petardi e fumogeni Albanesi esagerati e l’arbitro dice stop

1Fischiato l’inno ospite, poi ultrà scatenati I rossi rischiano multa o squalifica del campo

- INVIATO A PALERMO ma. cec. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Siamo arrivati con il barcone e adesso abbiamo uno squadrone». Cantano tutti, perché in fondo hanno già vinto il rispetto del mondo del calcio. Gli albanesi d’Italia e quelli giunti da tante parti d’Europa sono migliaia. Cinquemila dicono le fonti ufficiali, ma apparentem­ente di più, contribuen­do al virtuale tutto esaurito di Paler- mo. Ostentano il rosso di maglie e bandiere con l’aquila come un trofeo da alzare in faccia al mondo. Sembra tutto bello finché la festa, al 12’ della ripresa, non finisce nel modo più triste. Proprio dal settore albanese cominciano a essere lanciati petardi e fumogeni in quantità così massiccia da limitare la visibilità e addirittur­a mettere a repentagli­o l’incolumità di qualcuno, visto che alcuni lanci vanno nel settore dei tifosi italiani. Dopo gli inutili appelli dello speaker, l’arbitro Vincic sospende il match, rimandando le squadre negli spogliatoi, mentre uno steward esce stordito dal campo. E allora tutto lo stadio comincia a cantare «Chi non salta albanese è» e poi intona l’inno di Mameli. Circa 8’ dopo, quando si riparte, il capitano Agolli va sotto il settore che contiene il tifo albanese più duro e lancia un appello perché smettano con le intemperan­ze, che in ogni caso costeranno alla squadra di De Biasi una forte multa se non una squalifica del campo.

INNO E PETARDI Logico che il prefiltrag­gio abbia lasciato a desiderare — è la terza interruzio­ne recente in gare della Nazionale, con la Croazia a Milano e la Serbia a Genova — perché i botti erano davvero troppi, abbastanza per rovinare la festa, che pure c’è stata. Già da giovedì gli albanesi sciamavano per le vie del centro di Palermo, sventoland­o le bandiere di tutte e due gli Stati. Poi però la partita ci ha riproietta­to nella nostra quotidiani­tà meno nobile, al momento dell’inno albanese diversi tifosi hanno fischiato, sovrastati però dall’applauso degli azzurri e del resto dello stadio. Episodio non bello, così come quando (al momento del rigore azzurro) dalla curva albanese sono arrivati in campo petardi e fumogeni. I primi. Antipasto di una notte rovinata.

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I fumogeni che sono stati accesi dai tifosi dell’Albania

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