Messi in gol su rigore dubbio E poi insulta il guardalinee
«Questa sera contava solo vincere, punto», parola di Edgardo Bauza. Il tecnico della Seleccion l’ha messo subito in chiaro dopo il risicato 1-0 di mercoledì notte contro il Cile. Forse una semplice constatazione, dando un’occhiata alla classifica che fino a 48 ore fa vedeva l’Argentina al quinto posto e fuori dalla zona di classificazione diretta a Russia 2018. O più semplicemente un modo per mettere le mani avanti di fonte alle inevitabili domande sulla scadente prestazione dell’Albiceleste, messa sotto dalla Roja per oltre un’ora. Alla fine, Bauza ha comunque ammesso che, «sì, la squadra ha sofferto perché non è riuscita a tenere il pallone». In realtà, chi ha assistito ai 90’ contro il Cile ha visto un’Argentina spenta, senza idee e a tratti persino rinunciataria. Cronaca alla mano, il successo della Seleccion è arrivato grazie a una serie di combinazioni favorevoli, dal rigore generoso concesso a Di Maria dopo un quarto d’ora fino alla traversa di Sanchez nella ripresa. Senza contare il rigore reclamato da Aranguiz e i due clamorosi errori nel finale dell’ex frusinate Castillo. L’altro dato di fatto, sottolineato anche dai fischi del Monumental, è la pallida prestazione dei cosiddetti «4 Fantasticos » a partire da Aguero (sostituito al 58’ da Banega) e Higuain, in assoluto tra i peggiori in campo.
PULCE NERVOSA La novità è che una volta tanto ha fatto flop persino Messi, sparito dopo i primi 20’ da marziano conditi da due assist al bacio (sprecati da Di Maria e Aguero) e il rigore che ha deciso la partita. Una volta vendicato l’errore dagli undici metri nell’ultima finale di Coppa America, la Pulce è semplicemente sparita, limitandosi a vagare per il campo con atteggiamento infastidito. Un fastidio aumentato col passare dei minuti mentre l’Argentina veniva schiacciata dal Cile, fino a sfociare nei minuti finali in proteste e insulti plateali nei confronti del guardalinee Dewson Silva, reo di aver segnalato un fallo in attacco su Beausejour. L’arbitro ha comunque evitato di prendere nota nel referto finale, consentendo alla Pulce di passarla liscia. Ma la pressione di dover sempre trascinare l’Albiceleste, forse, inizia a pesare anche a uno come Messi.