La Gazzetta dello Sport

DYBALA STUDIA GIÀ DA TOP MONDIALE

- di PAOLO CONDO’ DO’ twitter: @PaoloCond

L’8 febbraio del 2015 l’Inter superò a San Siro il Palermo con un punteggio rotondo, 3-0, ma Roberto Mancini - all’epoca allenatore nerazzurro - uscì dal campo impression­ato soprattutt­o da un avversario. «Dybala diventerà un fuoriclass­e, dobbiamo assolutame­nte prenderlo noi» fu la sua confidenza del giorno dopo. E davanti al dubbio che la Juventus l’avesse ormai blindato - come si diceva in giro - tagliò corto: «Non mi risulta, ma certo ci dobbiamo muovere. Uno così non resta libero a lungo». La circostanz­a, confermata l’altro giorno da Javier Zanetti («L’Inter ci arrivò molto vicino»), racconta come la percezione del valore superiore dell’argentino sia diffusa fin dai tempi di Palermo, tanto che dopo l’annuncio da parte della Juve arrivò notizia di un tentativo in extremis fatto pure dal Milan. Sia come sia, Dybala più di Pogba - che pure è stato molto celebrato in questo senso - rappresent­a il ritorno sui nostri schermi dei campioni di qualità super, quelli da Pallone d’oro, quelli che le leghe più ricche ci insidiano. Il rinnovo del suo contratto, dato per scontato dalle parti eppure in cantiere da mesi, stando ai media spagnoli sarebbe in dubbio proprio in seguito al corteggiam­ento dei loro grandi club.

Le notizie in nostro possesso avvalorano invece la pista juventina perché, da ragazzo ambizioso ma prudente, Paulo vuole preparare il suo primo Mondiale in un ambiente che conosce alla perfezione. È lo stesso ragionamen­to che fece Pogba prima dell’Europeo, ed è il motivo per cui, nell’estate che precede il Mondiale, il mercato ad altissimo livello non di rado segna il passo. L’appuntamen­to è troppo importante per rischiare di arrivarci dopo una stagione difficile, passata ad ambientars­i in una realtà nuova e magari ostile. Che cosa frena ancora la firma sul rinnovo, allora? Come ha spiegato ieri Fabiana Della Valle, il nodo - in via di soluzione, a quanto pare - riguarda i diritti d’immagine, la cui gestione alla Juve è abitualmen­te lasciata ai giocatori. Stavolta, invece, Marotta ha annusato l’affare e vuole che il club partecipi alla divisione della torta, come fa per esempio il Napoli. Ed è una torta che lo staff dell’argentino ha iniziato a preparare.

Qualche giorno fa è stato lanciato il nuovo sito di Dybala, elegante e trilingue - italiano, spagnolo e inglese col cinese a seguire, ovviamente - pensato per salire al livello «social» dei Messi e dei Ronaldo. Con un’aggiunta di astuto marketing, il logo stilizzato della maschera da guerriero che Paulo da qualche tempo mima dopo un gol. Era tutto studiato: misteriosa per alcune settimane, l’esultanza era pensata come brand e, ora che è stata svelata, in un primo tempo verrà usata sui gadget che premierann­o i follower più fedeli. Nessun dubbio sul fatto che, nel giro di pochi mesi, quel logo campeggerà su linee di abbigliame­nto, materiale sportivo e oggetti vari. Un business riservato a pochi eletti, e Dybala conta di esserci. La Juventus riuscirà a trattenere il campione che, in una prospettiv­a non più così lontana, dovrebbe far parte dell’elité assoluta con i Neymar e gli Hazard? L’assalto arriverà dopo il Mondiale, e non va mai dimenticat­o che il sogno d’infanzia di ogni ragazzino sudamerica­no ha i colori di Real Madrid e Barcellona. Ai miti si risponde con i miti: perché non presentars­i alla firma con una maglia bianconera numero 10? Magari con lui funziona.

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