La Gazzetta dello Sport

Vertice blindato e rischio black bloc I 60 anni d’Europa fanno così paura?

Oggi celebrazio­ni in Campidogli­o in un clima difficile Misure di sicurezza elevate tra cortei e contestazi­oni

- di GIORGIO DELL’ARTI gda@vespina.com

Oggi potremmo cominciare il pezzo in tre modi. Primo modo (romantico-sentimenta­le): «Sessant’anni fa, nella sala degli Orazi e Curiazi in Campidogli­o, i capi del governo di Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburg­o firmavano il Trattato di Roma, con cui si trasformav­a la vecchia Ceca in Cee, l’antenato dell’Unione Europea di oggi, che doveva garantire finalmente un lungo periodo di pace tra nazioni che s’erano sempre fatte la guerra» eccetera eccetera. Secondo modo (moderno, informativ­o): «Con l’occasione dei sessant’anni dal Trattato di Roma, si riuniscono oggi nella Capitale, nello stesso posto di allora, 60 tra capi e ministri appartenen­ti a 27 Paesi dei 28 che formano l’Unione europea (il Regno Unito è in uscita causa Brexit e la May è assente). Firmeranno uno dopo l’altro, e davanti alle telecamere di tutto il mondo, un documento comune che ribadisca i princìpi di allora e introduca, assai timidament­e, una qualche forma di flessibili­tà» eccetera eccetera. Terzo modo (drammatico, profetico): «La riunione dei 27 capi di Stato dei Paesi della Ue ha costretto il ministero dell’Interno a blindare la capitale, disseminan­do sul territorio cinquemila agenti, bloccando i voli sulla città che non abbiano una ragione commercial­e, chiudendo intere zone al traffico automobili­stico e pedonale. È stata anche formata una squadra speciale di 007. Si teme infatti che i due sit-in previsti e i quattro cortei anti-europeisti possano mettere a ferro e a fuoco la città. I black bloc» eccetera eccetera, con qualche dettaglio truculento sulle ultime imprese dei black bloc, specie a Napoli, dieci giorni fa, in occasione dell’arrivo di Salvini.

1 È fiction o questi tre attacchi si riferiscon­o a notizie vere?

È tutto vero. Sessant’anni fa si firmò il Trattato di Roma, oggi si celebra e si firma un documento con una sfilza di papaveroni in mondovisio­ne, sono veri anche i sit-in e i cortei, al punto che qualcuno in città ha scritto «E mo’ basta!». S’è calcolato infatti che a Roma, su 52 sabati, almeno 30 sono regolarmen­te impegnati da qualche centinaio di Tizi o di Semproni che devono dire la loro strillando per il centro della città. Continua a valere il principio, ribadito anche da poco, che manifestar­e è sacro. Da dove vuole che cominciamo?

2 Cominciamo da questi cortei e dai rischi che corre Roma.

I rischi ci sono, e non sono tanto legati ai cortei, quanto all’allarme terrorismo. Per questo, l’area intorno al Campidogli­o, zona blu di massima sicurezza, è totalmente chiusa ad auto e pedoni da mezzanotte e mezza e fino a oggi alle 14, nessun corteo potrà percorrere via Nazionale e il Tritone, (a quell’ora i papaveroni saranno a pranzo da Mattarella), una serie di altre strade che sarebbe troppo lungo elencare saranno chiuse al traffico di macchine e pedoni, ci saranno cinquemila agenti sguinzagli­ati per la città, mille telecamere sui tetti e tiratori scelti piazzati nei punti strategici. Dopo l’attentato di Londra, squadre speciali di 007 stanno setacciand­o i siti più sospetti per scoprire messaggi in codice o appuntamen­ti segreti.

3 Perché cortei e sit-in non potrebbero essere pacifici?

Uno dei quattro cortei è certamente formato da gente che ha voglia di menare le mani. È quello, detto Eurostop, che alle 14 parte da piazza di Porta San Paolo e vuole arrivare alla Bocca della Verità. In teoria è abbastanza defilato rispetto ai luoghi degli appuntamen­ti politici, ma la Bocca della Verità non è troppo lontana dal Campidogli­o, e qui si prevedono ottomila partecipan­ti e un bel po’ di black bloc, cioè di profession­isti dello scontro (la stazione della Metro B Piramide verrà chiusa).

4 E gli altri?

Ci sarà poi un sit-in all’Angelicum di quelli di Fratelli d’Italia (previsti ottocento partecipan­ti, ore 10-15), un corteo del Movimento Federalist­a dalla Bocca della Verità all’Arco di Costantino (1.500 persone, ore

11), alla stessa ora corteo da piazza Vittorio all’arco di Costantino del Movimento Federalist­a (5 mila partecipan­ti, secondo gli organizzat­ori, che però sovrastima­no sempre le adesioni), alle 15 da piazza dell’Esquilino fino a via dei Fori corteo di Azione Nazionale e infine sit-in in piazzale Tiburtino dei militanti del Partito Comunista (500?).

5 Dica qualcosa su questa storia della flessibili­tà.

Si discute da qualche settimana sulla cosiddetta Europa a due velocità, cioè la formazione di un gruppo di testa e di un gruppo di coda. Nessuno ha capito che cosa significhi e come funzionerà. Nel documento alla firma oggi, che nelle intenzioni di partenza doveva essere piuttosto esplicito, la cosa è stata edulcorata per volontà di polacchi e baltici, che temono di non contare più come prima. Si voleva un passaggio in cui fosse scritto, più o meno, «alcuni di noi possono avvicinars­i, andare più velocement­e in alcune aree», ci si è accontenta­ti di un «agiremo insieme ogniqualvo­lta sarà possibile, a differenti ritmi e intensità dove necessario, come abbiamo fatto in passato entro la cornice dei Trattati. La nostra Unione è indivisa e indivisibi­le».

NON SIAMO IN F0RMA, L’USCITA DI LONDRA È UN TRAGEDIA E UN FALLIMENTO IL DIVARIO TRA CHI FA POLITICA E LA GENTE COMUNE, IN EUROPA, SI STA ALLARGANDO JEAN-CLAUDE JUNCKER PRES. COMMISSION­E UE

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1 Il premier Paolo Gentiloni, 62 anni, accanto al presidente della Commission­e Ue Jean-Claude Juncker, 62, ieri a Palazzo Chigi; 2 Ultimi preparativ­i in Campidogli­o per le celebrazio­ni di oggi; 3 Angela Merkel, cancellier­a tedesca, con papa Francesco in Vaticano ANSA/REUTERS 1
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