Viñales lo lascia lontano Ma Lorenzo sta peggio
Maverick ancora davanti, si risveglia Iannone Jorge fuori dai top 10, Vale si salva per un soffio
Jorge in Qatar fuori dai 10. Vale dentro di poco: stasera pole IANIERI, RINGO, ZAMAGNI ALLE
Altro che sogni di grande impresa. Per il momento, e salvo resurrezioni difficili da immaginare, il debutto sulla Ducati di Jorge Lorenzo assomiglia sempre più a una montagna tanto erta quanto complicata da scalare. Su una pista dove la rossa ci ha abituato a recitare un ruolo da protagonista, il maiorchino ha fallito il primo esame, quello sulla carta più facile, ovvero l’accesso diretto alla fase di qualificazione che vale la pole position. «Jorge fuori dalla Q2 sorprende tutti, non solo me. Bisognerebbe chiedere a lui sei è sorpreso», butta lì Andrea Iannone, risorto proprio nel finale di giornata con il secondo posto. Dodicesimo alla fine delle tre sessioni di prove libere combinate, Jorge è invece la terza di tre Ducati ufficiali, preceduto (come era lecito aspettarsi visto l’andamento dell’inverno) oltre che dalla GP17 di Andrea Dovizioso, 5°, anche dall’altra rossa di Danilo Petrucci, capace di infilarsi davanti allo spagnolo per 26 millesimi, ma a sua volta costretto a passare questa sera per soli 21 millesimi attraverso le forche caudine della Q1. AFFANNO I 21 millesimi sono quelli che hanno «salvato» Valentino Rossi, 10° con affanno nella classifica combinata dopo avere illuso nel primo turno della giornata, quando con il 6° tempo nella sessione dominata dalle Ducati di Scott Redding (alla fine 6° totale col brivido della carena della sua GP16 che in FP3 si è squarciata in rettilineo) e Dovizioso, aveva chiuso in scia alla Yamaha gemella di Maverick Viñales, autore di una scivolata senza conseguenze. In una terza sessione, invece, molto complicata per tutti con l’asfalto che offriva meno aderenza, Rossi è tornato a faticare, con il contrat- tempo nel finale — quando tutti avevano montato una gomma nuova per cercare il tempo —, di un sensore del monoammortizzatore in tilt che tagliava potenza al motore e lo ha costretto a ritornare ai box perdendo tempo. Alla fine per lui tante preoccupazioni, dubbi e il 13° tempo a un secondo dal compagno, capace all’ultimo di strappare il miglior tempo della sessione a Iannone.
TRANQUILLITA’ Scivolata a parte («è stato un mio grande errore, sono arrivato lungo ma ho provato lo stesso a curvare e sono caduto, mi sono molto arrabbiato con me stesso»), Viñales ha comunque confermato di essere l’uomo da battere anche se lo spagnolo, scaramanticamente, svicola. «Se posso non vincere questa gara? Questo non lo dico, ma gli altri sono vicini, guardate i tempi della terza sessione» ride Maverick. Che, battute a parte, ha la tranquillità di chi sa di impugnare in questo momento il coltello dalla parte giusta. «A parte la mancanza di aderenza che non riesco a spiegarmi, visto che a ogni turno la pista è andata peggiorando, sono contento del comportamento della moto. Adesso c’è da lavorare sulla ricerca di trazione. Le gomme? Credo che anche all’anteriore quella giusta sia la media: dopo qualche giro la morbida inizia a muoversi e guidare è difficile».
RETROMARCIA Se il lampo finale può essere il preludio a un ritorno nelle posizioni alle quali ci aveva abituato o un acuto isolato lo scopriremo presto, ma intanto il 2° tempo restituisce un po’ di tranquillità a Iannone. «Cos’è successo? Semplicemente dall’inizio dell’anno abbiamo cambiato una sola cosa sull’anteriore della mia Suzuki, cosa che ci ha portato fuori strada e messi in crisi. Alla fine, sfiniti, abbiamo deciso di tornare alla soluzione vecchia e ho ritrovato feeling all’anteriore. Così spingere diventa facile. Sono contento perché abbiamo mantenuto calma e lucidità, siamo tornati dove vogliamo stare, ora si deve lavorare sul passo gara».
PODIO IN VISTA E poi c’è Marquez, per il quale «in questo momento posso pensare di lottare per il podio, mentre per la vittoria il passo da fare è ancora grande. In ogni caso, mi trovo più a mio agio sul passo che non sul giro secco».