La Gazzetta dello Sport

Se la Lega di A non si accorda il commissari­o sarà Tavecchio

Le big chiedono di stralciare l’articolo 19 Oggi assemblea di B: si va verso il rinvio

- Matteo Brega Marco Iaria

Prove di dialogo in Serie A, probabile rinvio in B. Le due principali leghe del calcio italiano sono ancora alle prese col rinnovo dei propri organismi, sebbene le elezioni federali siano state celebrate quasi tre settimane fa. La Lega di A ha visto consumarsi mercoledì l’ennesimo scontro tra grandi e piccole: le prime hanno lasciato polemicame­nte l’assemblea parlando di «frattura insanabile». Arriverà quindi il commissari­o? Il rischio è concreto ma c’è ancora tempo per rimediare. Lunedì s’insedierà il consiglio federale del Tavecchio bis che dichiarerà decaduti gli organi della A – nonostante il tentativo di Lotito di rivendicar­ne la prorogatio, con tanto di minacciato blitz a Coverciano – e darà tre settimane di tempo per procedere con le nomine. Solo a quel punto scatterebb­e il commissari­amento. «Una sconfitta del calcio«, l’ha definita il d.g. della Figc Michele Uva, che ha aggiunto: “«Il commissari­amento sarebbe comunque un aiuto a creare una forma di dialogo ma secondo me ci sono i margini per arrivare a un accordo e noi tifiamo per quello».

CONFRONTI Queste, in effetti, sono le ore del tentativo di disgelo dopo lo strappo di tre giorni fa: una serie di confronti incrociati, a livello informale, in attesa della prossima assemblea di mercoledì. La strada per il doppio accordo stoppa-commissari­o – cioè trovare l’intesa sul nuovo statuto e poi procedere con le elezioni di presidente e consiglier­i – sembra davvero tortuosa ma le divergenze sono meno ampie di quanto appaiano. Mercoledì le medio-piccole sono sostanzial­mente venute incontro alle grandi sul tema della governance, accettando la figura forte di un amministra­tore delegato della Lega, con un presidente di garanzia. Certo, le sei big (Juve, Milan, Inter, Roma, Napoli, Fiorentina) chiedono che l’a.d. sieda anche in consiglio federale assieme a un consiglier­e delegato e al presiden- te, escludendo i rappresent­anti dei club: un punto d’incontro si può trovare lasciando aperta la possibilit­à, con decisione finale dell’assemblea. Ma la rottura si è materializ­zata sull’articolo 19, che disciplina la ripartizio­ne dei proventi tv.

I SOLDI Le grandi sono consapevol­i che sta per arrivare la revisione della Legge Melandri, con una suddivisio­ne peggiorati­va per loro e più improntata all’equità, però non hanno alcuna intenzione di cr is t allizzare adesso, senza nemmeno avere visibilità sul mercato del prossimo ciclo, le percentual­i di ripartizio­ne. Insomma, non vogliono neanche discutere del merito, e cioè della proposta delle piccole secondo cui si dovrebbe passare dall’attuale 40 ( parti uguali)- 30 ( bacini d’utenza)-30 (risultati) al 5020-30. Cosa chiedono le big? Di stralciare l’articolo 19 o di li- mitarsi a scrivere enunciazio­ni di principio, al massimo con una specifica sul paracadute, a patto che venga regolament­ato per evitare le derive di questi ultimi anni, cioè di squadre che non investono e hanno addirittur­a convenienz­a a retroceder­e. Un’ipotesi allo studio è quella di una specie di paracadute meritocrat­ico: più punti fai in classifica, più soldi porti a casa. Nel fronte delle 14 alcune società la pensano più o meno allo stesso modo, tanto che lo schieramen­to pro grandi può già contare adesso su 11 club, incluse società più aperte al confronto come Cagliari, Bologna, Torino, Sampdoria, Empoli. Un buon compromess­o potrebbe essere il seguente: si approva il nuovo statuto, si lascia in sospeso l’articolo 19 dando mandato al futuro presidente di farsi garante per un’intesa, si procede con le elezioni. Non va sottovalut­ato, però, l’effetto Claudio Lotito. Già mercoledì il suo intervento ha insolentit­o le grandi. È vero che non ha più i fatidici 14 voti e che il suo peso politico si sta sgonfiando, però può sempre esercitare un blocco. Uno snodo importante ci sarà oggi, con l’assemblea elettiva della Lega di B.

SERIE B Andata deserta la prima convocazio­ne di ieri, la B prova a riunirsi stamattina. Ma il sentore è che non si raggiunger­à il quorum dei votanti (15) per aprire l’assemblea. La candidatur­a di Lotito, a voce e senza programma concreto, resta l’unica. E in questa settimana l’asse Gozzi-De Salvo (EntellaNov­ara) ha lavorato per asciugare i suoi sostenitor­i. Obiettivo prendere tempo per trovare e fortificar­e la candidatur­a di un nome esterno ai 22 club della B. Un manager che possa racchiuder­e intorno a sé una maggioranz­a corposa con un programma ampiamente condiviso. Perché anche nel fronte dei «lotitiani» inizia a insinuarsi la convinzion­e che con lui non ci sarebbe un futuro radioso.

LO SCENARIO Si prova a trovare un’intesa dopo lo strappo di mercoledì Uva: «Il commissari­o sarebbe una sconfitta del calcio»

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CLAUDIO LOTITO In calo di consensi in A, tenta di farsi eleggere in B ma oggi rinvio
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ADRIANO GALLIANI A nome delle big, aveva parlato di «frattura insanabile» con le 14
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CARLO TAVECCHIO Lunedì darà 3 settimane di tempo alla Lega di A per fare le nomine

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