La Gazzetta dello Sport

SCOSSO «I PETARDI, CHE DOLORE LASCIARE? VEDREMO»

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L«Non mi era mai successo di vedere una cosa del genere, spiace sia successo a casa mia. Voglio parlarne col nostro presidente» a sconfitta peggiore è stata quell’interruzio­ne di 8’ per «esplosione» dei tifosi albanesi: un colpo basso al cuore di Gianni De Biasi, tanto più dopo che il giorno prima li aveva definiti — non quelli dei petardi, evidenteme­nte — «uno spot per il calcio». «Mi hanno mostrato una cosa che mai avrei pensato di vedere, una realtà che non conoscevo: in 5 anni, soprattutt­o all’Europeo, l’Albania aveva avuto sempre un tifo bello, pulito, leale. Un episodio che condizione­rà il mio futuro? Sono rimasto colpito, addolorato, infastidit­o, tanto più perché è successo a casa mia: avevo sempre cercato di cancellare certi stereotipi sugli albanesi. Ma ho imparato a non prendere mai decisioni affrettate. Preferisco dormirci sopra, parlare col presidente e vedere come si può uscire da questa situazione. È stata una cosa strana».

NESSUN ABISSO Il resto era prevedibil­e ma non scontato, compreso l’onore tutto sommato salvo. Anche se guardare la classifica adesso significa vedere il Mondiale lontanissi­mo. «Dal punto di vista tecnico e tattico è stata una buona gara: abbiamo fatto il massimo, al di là di due occasioni nel primo tempo non sfruttate. E’ mancata soprattutt­o la finalizzaz­ione, ma siamo rimasti comunque in partita: fra noi e loro non c’è stato un abisso. L’Italia l’avevo prevista così e ci siamo messi a 3 dietro proprio per difendere con più attenzione sui 2 attaccanti centrali: qualche difficoltà tattica l’abbiamo creata, poi quel rigore ha rotto l’equilibrio e ci ha condiziona­to».

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