Ansaldi, il maestro dei cross attende il derby con la Samp
Inter, gara speciale per l’ex Genoa, specialista in traversoni e dribbling, ma pure per l’amicone Icardi, con cui condivide il tempo libero e la città di nascita
Non ci sono più le icone Cambiasso, Milito e Zanetti, ma all’Inter l’Argentina è sempre di moda. E se Carrizo e Palacio sono ormai attori non protagonisti, c’è un trio che va per la maggiore ed è originario della città che ha dato i natali anche a Leo Messi. Perché pure Cristian Ansaldi, Ever Banega e Mauro Icardi sono venuti al mondo a Rosario, città di 1,2 milioni di abitanti nella provincia di Santa Fè, a nord ovest di Buenos Aires.
SFIDA SPECIALE PER DUE Dei tre rosarini attualmente all’Inter, Ansaldi è il più anziano ed è subito diventato grande amico sia di Icardi che di Banega, anche lui sbarcato a Milano la scorsa estate. Dalle gite a Gardaland alle grigliate, tanti i momenti condivisi soprattutto con il capitano e le rispettive (e numerose) famiglie, ma pure con i tifosi attraverso le foto postate sui social. Da ex genoano, Cristian sente molto la prossima sfida contro la Sampdoria. Non meno di Icardi, che anche a Genova – oltre che in nazionale – più del suo passato blucerchiato sembra pagare il matrimonio con Wanda Nara, già moglie dell’ex Samp Maxi Lopez.
DIFFICOLTÀ Mauro e Ansaldi all’andata a Marassi, nel match che di fatto sancì la fine dell’era De Boer, vinsero a mani basse la gara dei più fischiati. Da allora il terzino si è preso le sue rivincite. L’inizio della sua avventura interista non era stato certo il massimo, con una lesione di primo grado al collaterale mediale del ginocchio sinistro che lo ha tenuto fuori sino a fine settembre. Con l’arrivo di Pioli, Ansaldi ha mantenuto un posto da titolare. Anche se costretto ad adeguarsi a sinistra vista l’assenza di terzini mancini in rosa. L’ottima tecnica e la capacità di calciare con en- trambi i piedi lo hanno tenuto a galla anche nelle gare in cui, mancandogli lo scatto del centometrista, ha faticato a marcare esterni destri rapidi come Callejon, Tello, Felipe Anderson e anche Mounier, che lo fece ammattire in Coppa Italia.
ETICHETTA E CROSS A un certo punto Ansaldi è sembrato l’anello debole di una squadra che incominciava a macinare gioco e risultati. Deve averlo pensato anche Pioli, che lo ha tenuto fuori nei big match contro Juve e Roma. Più grave la «bocciatura» contro i giallorossi, perché mancava lo squalificato Miranda e il tecnico stravolse la formazione, costringendo Perisic a fare l’esterno a tutta fascia. Le panchine contro le prime della classe – uniche gare di campionato perse da Pioli dal 2 dicembre scorso – sono valse ad Ansaldi l’etichetta di talismano. Prima dell’ultimo pareggio (2-2 a Torino), infatti con lui dal 1’ in campionato i nerazzurri avevano vinto 9 gare su 9. Resta il fatto che Ansaldi nell’ultimo mese è tornato a macinare il suo calcio e come l’amico Banega ha vinto il ballottaggio, l’uno con Murillo l’altro con Joao Mario. Titolare nelle ultime uscite, con un assist prezioso a Torino per il 2-2 di Candreva e più solidità difensiva, Ansaldi non ruberà l’occhio ma eccelle in due statistiche. Tra i giocatori con almeno mille minuti giocati (è a 1326, con 18 presenze), Cristian è quello che fa più cross su azione (5,5 ogni 90’) e il secondo per dribbling riusciti (2.04, meglio di lui solo Bruno Peres). Per tentare il miracolo Champions - o per blindare l’Europa League -, servirà come il pane il contributo di un giocatore esperto, duttile (può giocare anche nella difesa a tre o a centrocampo) e creativo. La scorsa stagione stabilì un record per un difensore: tre assist su azione, in Genoa-Palermo.