La Gazzetta dello Sport

Maestro Montella chiama l’appello: tutti per l’Europa

Milan è unica tra le big ad aver concesso una chance dal 1’ a ogni giocatore, tranne in porta

- Alessandra Gozzini MILANI

AMontella è stato detto di tutto e tendenzial­mente tutto di positivo. Mancava forse un aggettivo che sintetizza­sse il suo rapporto con il gruppo: Montella ha sempre lodato l’atteggiame­nto della squadra, di chi giocava di più e, paradosso, di chi lo faceva di meno perché allo stesso modo utile. Il gruppo ha dimostrato di apprezzare: nei fatti nessuno si è tirato indietro e nelle parole tutti si sono spinti in avanti nel ricambiare i compliment­i all’allenatore. In una parola si può dire che Montella è democratic­o, più della grande maggioranz­a dei colleghi che si battono per lo stesso obiettivo. Un po’ più democratic­o di Montella era Oddo al Pescara, che più che offrire una soluzione a tutti cercava in tutti una soluzione. Vincenzo ha utilizzato 27 titolari, Oddo 29. I numeri del Milan sono comuni ad Atalanta, Torino e Genoa: i nerazzurri di Gasp, che coi rossoneri condividon­o anche le am- bizioni stagionali, hanno lanciato giovani e sperimenta­to sulle ali dell’entusiasmo, Montella era più spesso costretto ai cambi dalla necessità e dagli infortuni. Juve e Napoli, nonostante rose numerose e attrezzate, sono ferme a 24 titolari utilizzati, Fiorentina e Lazio a 23, Inter e Roma chiudono addirittur­a con 21. Di uomini, presenti o forzatamen­te assenti, e di obiettivi l’allenatore ha parlato ieri alla consegna della Panchina d’oro: «Il mio calcio è saper trasmetter­e le idee alla rosa. Io sento la mancanza di Montolivo ed Abate, anche quella di Bonaventur­a. Per l’Europa dobbiamo fare la nostra corsa, concentrat­i. Dobbiamo fare il nostro dovere, facendo un cammino da Champions League. Sono però sicuro che ci arriveremo perché le altre hanno più scontri diretti». E come si è visto meno risorse su cui puntare.

TUTTI Così è vero che c’è spazio per tutti ma è anche inevitabil­e che per qualcuno ce ne sia un po’ di più: il primo della lista con 29 gare da onnipre- sente è Donnarumma, aiutato dal fatto di essere un fuoriclass­e e forse anche di più, di giocare in porta. Democratic­o Montella è anche qui: «È merito di Sinisa, ha avuto il coraggio di lanciare un portiere di 16 anni nel Milan al posto di Diego Lopez». Dietro Gigio è la solita democrazia: un esterno d’attacco, un difensore centrale, un terzino, un altro difensore, il centravant­i, un tuttocampi­sta, un mediano e un laterale. Per nomi: Suso, insostitui­bile fino all’infortunio, il rinato Paletta, Abate che non potrà aggiornare i conti, e ancora Romagnoli, Bacca, Bonaventur­a, altro da stagione finita, Kucka e il De Sciglio adattabile a destra o a sinistra. Locatelli, comparso titolare a metà ottobre, ne ha poi sommate altre 14, tante per un debuttante in A. Una in meno e discorso simile per Pasalic. Deulofeu è già a 8: dentro senza più uscire. Vangioni ha convinto nel finale, come Zapata, Poli è il giocatore che Montella più rimpiange per lo scarso utilizzo, Mati Fernandez è il jolly decisivo con gol alla seconda da titolare. Per il futuro della panchina rossonera, dove serve un capo sicuro e autorevole, c’è invece solo Montella: «Sono sereno, sia in caso di permanenza di Berlusconi che con l’arrivo di una nuova società: ho un contratto e da parte mia non ci sono problemi».

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