Maestro Montella chiama l’appello: tutti per l’Europa
Milan è unica tra le big ad aver concesso una chance dal 1’ a ogni giocatore, tranne in porta
AMontella è stato detto di tutto e tendenzialmente tutto di positivo. Mancava forse un aggettivo che sintetizzasse il suo rapporto con il gruppo: Montella ha sempre lodato l’atteggiamento della squadra, di chi giocava di più e, paradosso, di chi lo faceva di meno perché allo stesso modo utile. Il gruppo ha dimostrato di apprezzare: nei fatti nessuno si è tirato indietro e nelle parole tutti si sono spinti in avanti nel ricambiare i complimenti all’allenatore. In una parola si può dire che Montella è democratico, più della grande maggioranza dei colleghi che si battono per lo stesso obiettivo. Un po’ più democratico di Montella era Oddo al Pescara, che più che offrire una soluzione a tutti cercava in tutti una soluzione. Vincenzo ha utilizzato 27 titolari, Oddo 29. I numeri del Milan sono comuni ad Atalanta, Torino e Genoa: i nerazzurri di Gasp, che coi rossoneri condividono anche le am- bizioni stagionali, hanno lanciato giovani e sperimentato sulle ali dell’entusiasmo, Montella era più spesso costretto ai cambi dalla necessità e dagli infortuni. Juve e Napoli, nonostante rose numerose e attrezzate, sono ferme a 24 titolari utilizzati, Fiorentina e Lazio a 23, Inter e Roma chiudono addirittura con 21. Di uomini, presenti o forzatamente assenti, e di obiettivi l’allenatore ha parlato ieri alla consegna della Panchina d’oro: «Il mio calcio è saper trasmettere le idee alla rosa. Io sento la mancanza di Montolivo ed Abate, anche quella di Bonaventura. Per l’Europa dobbiamo fare la nostra corsa, concentrati. Dobbiamo fare il nostro dovere, facendo un cammino da Champions League. Sono però sicuro che ci arriveremo perché le altre hanno più scontri diretti». E come si è visto meno risorse su cui puntare.
TUTTI Così è vero che c’è spazio per tutti ma è anche inevitabile che per qualcuno ce ne sia un po’ di più: il primo della lista con 29 gare da onnipre- sente è Donnarumma, aiutato dal fatto di essere un fuoriclasse e forse anche di più, di giocare in porta. Democratico Montella è anche qui: «È merito di Sinisa, ha avuto il coraggio di lanciare un portiere di 16 anni nel Milan al posto di Diego Lopez». Dietro Gigio è la solita democrazia: un esterno d’attacco, un difensore centrale, un terzino, un altro difensore, il centravanti, un tuttocampista, un mediano e un laterale. Per nomi: Suso, insostituibile fino all’infortunio, il rinato Paletta, Abate che non potrà aggiornare i conti, e ancora Romagnoli, Bacca, Bonaventura, altro da stagione finita, Kucka e il De Sciglio adattabile a destra o a sinistra. Locatelli, comparso titolare a metà ottobre, ne ha poi sommate altre 14, tante per un debuttante in A. Una in meno e discorso simile per Pasalic. Deulofeu è già a 8: dentro senza più uscire. Vangioni ha convinto nel finale, come Zapata, Poli è il giocatore che Montella più rimpiange per lo scarso utilizzo, Mati Fernandez è il jolly decisivo con gol alla seconda da titolare. Per il futuro della panchina rossonera, dove serve un capo sicuro e autorevole, c’è invece solo Montella: «Sono sereno, sia in caso di permanenza di Berlusconi che con l’arrivo di una nuova società: ho un contratto e da parte mia non ci sono problemi».