La Gazzetta dello Sport

GIOVINAZZI SEGNA LA NOSTRA RINASCITA

- di GIANCARLO MINARDI consulente Aci Sport

E’stato bello risvegliar­si nello scorso fine settimana per due giorni di fila con altrettant­e belle notizie. Perché non c’è solo la vittoria della Ferrari, che molti di noi auspicavan­o, dopo i brillanti test invernali, ma ai quali per la verità pochi credevano davvero, ma anche il ritorno di un pilota italiano sulle piste del Mondiale di Formula 1 dopo sei anni di assenza.

Un motivo di orgoglio per noi di Aci Sport che, pure coi i pochi mezzi a disposizio­ne, nell’ultimo anno e mezzo ci siamo rimboccati le maniche per cercare uno sbocco alla carriera di Antonio Giovinazzi. Il ruolo di terzo pilota a Maranello gli ha aperto questa opportunit­à che è stata davvero sfruttata bene. Se pensiamo che non aveva mai visto la pista del GP d’Australia —e i cinque chilometri dell’Albert Park sono piuttosto impegnativ­i —, che è stato messo al volante senza poter disputare le prime due sessioni di prove libere e in quelle del sabato mattina non aveva potuto testare le gomme ultrasoffi­ci per via dell’incidente di Lance Stroll, beh debbo dire che Antonio ha fatto un lavoro egregio.

In qualifica per poco non si metteva dietro il compagno di squadra Marcus Ericsson, cosa che non gli è riuscita per l’unico, piccolo errore commesso nel fine settimana, mentre in gara è stato impeccabil­e. Era molto importante per lui arrivare al traguardo e non farsi coinvolger­e in possibili incidenti. Inoltre in corsa, ho tenuto d’occhio i suoi tempi, e ho potuto così notare che ha fatto progressi continui, migliorand­o le prestazion­i giro dopo giro. Insomma credo che gli addetti ai lavori abbiano potuto rendersi conto della sua capacità. Dunque, che possa o meno guidare anche in Cina, l’opportunit­à che gli è stata concessa dalla Sauber sia stata preziosa e costituisc­e anche un bello stimolo per gli altri ragazzi italiani che sinora avevano visto precluse le porte della Formula 1. Antonio sta dimostrand­o che finalmente la musica sta cambiando. Malgrado, come dicevo, non possiamo contare su grandi risorse, il lavoro che abbiamo cominciato qualche anno fa, sta dando i suoi frutti e oggi possiamo contare su una pattuglia di sei/otto piloti davvero forti che possono contare sulla carta di identità. Mi spiego: in Formula 1 ci sono diversi piloti che sono ormai a fine carriera, ci avviciniam­o a un periodo di ricambio generazion­ale e questo moltiplica le opportunit­à per i nostri ragazzi che ora sono pronti ad affrontare la sfida delle F.1. Non solo dal punto di vista delle capacità di guida, ma anche della formazione tecnica e delle pubbliche relazioni.

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