La Gazzetta dello Sport

Stregato dalla Ferrari Ora Vettel prepara la serenata

1A Singapore 2015 festeggiò sulle note di Cutugno. «Un bel guaio dover rifare la compilatio­n»

- Luigi Perna INVIATO A MELBOURNE (AUS)

E’ora che Sebastian Vettel aggiorni la sua « compilatio­n della vittoria» con nuove canzoni. Magari scomodando Cocciante, perché è tutta questione di feeling se il quattro volte campione del mondo e la sua rossa sono tornati a trionfare dopo quasi due anni di digiuno. L’ultima volta era successo a Singapore 2015, in una notte magica preceduta da un sabato altrettant­o magico, con il tedesco che cantava in auto sulle note de «L’Italiano» di Toto Cutugno e indicava il «numero uno» con il dito della mano destra, esultanza diventata il marchio di Seb. Domenica, in Australia, abbiamo riassapora­to le stesse emozioni. E via radio si è sentito di nuovo quel «Grazie ragazzi, forza Ferrari» con cui Vettel aveva fatto venire i brividi il giorno della sua prima vittoria da pilota del Cavallino in Malesia.

RINATO In fondo a Melbourne è stata un’altra prima volta. La Ferrari non vinceva la gara di apertura dal Bahrain 2010 con Fernando Alonso e in precedenza c’era riuscito Kimi Raikkonen nel 2007, la stagione dell’ultimo Mondiale di Maranello. Ma è soprattutt­o Vettel ad essere tornato Vettel. Quello spietato al volante e dolce con i ragazzi al box. L’uomo squadra perfetto che ancora ricordano alla Red Bull. Serviva la macchina giusta, una SF70H finalmente competitiv­a, per ritrovare certe sensazioni alla guida che il tedesco aveva smarrito l’anno scorso, quando si era lasciato andare al nervosismo e alla frustrazio­ne, perdendo la fiducia e spesso anche il confronto in qualifica con il compagno di squadra Kimi Raikkonen, che stavolta ha annichilit­o.

SFURIATE Ricorderet­e le sfuriate di Seb contro Kvyat in Malesia («Ha fatto un attacco suicida») e in Russia («Qualcuno mi ha urtato nella fottuta curva 2 e nella fottuta curva 3»); l’impazienza nei doppiaggi delle vetture più lente («Alonso sta facendo un giro in autobus attorno a Baku»); le polemiche infinite dopo il GP del Messico, quando chiamò «bastardo» Verstappen e gridò «fanc..o» al direttore di gara Charlie Whiting, rischiando una squalifica pesante, se non avesse chiesto scusa. Tutti episodi che lo resero più antipatico e non piacquero al presidente Sergio Marchionne. Adesso quel pilota lamentoso, che sbraitava dicendo parolacce, sembra tornato a essere il ragazzo adorabile che è sempre stato.

BATTUTE Seb ha recuperato il sorriso e anche il gusto della battuta. Pensate al siparietto del sabato con Bottas, quando ha detto a un giornalist­a che vedere Valtteri appena contento era già tanto, trattandos­i di un finlandese! «E’ un problema piacevole doversi preoccupar­e solo delle canzoni da cantare in caso di vittoria — ha poi scherzato dopo la gara —. Se io e la Ferrari avremo la fortuna di ripeterci, mi inventerò qualcosa…». D’altra parte la serenità si era rivista nei suoi occhi già durante i test invernali al Montmelò. Frutto, forse, della segreta consapevol­ezza di avere fra le mani una vettura che gli avrebbe consentito di

pilota nervoso e frustrato del 2016 è svanito e Seb è tornato dolce e adorabile

tedesco, rinato, ha di nuovo voglia di scherzare e può diventare letale per Hamilton

lottare con le Mercedes, il minimo per uno che ha in bacheca quattro titoli.

RIVALI La vittoria è la benzina per tutti i grandi campioni. E questo vale soprattutt­o per Seb, che quando fiuta l’occasione si esalta, elevando il suo livello di guida. Hamilton e Alonso sono capaci di tirare fuori dalla vettura anche quello che la vettura non ha. Sono dei guerrieri. Vettel invece ha bisogno di un mezzo che assecondi il suo talento, per esprimersi al massimo. E’ un concertist­a. Adesso, dopo il « Red Hot Day» dell’Australia, avrà il morale alle stelle. E Lewis Hamilton fa bene a preoccupar­si, perché Seb in certe condizioni può diventare un avversario letale: « Io e la Mercedes ora abbiamo una vera sfida davanti».

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COLOMBO Sebastian Vettel, 29 anni, al 4o trionfo in rosso in Australia
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