Elezioni da rifare? Tempi lunghi per decidere
Il caso canoa- Buonfiglio-Rossi è ancora una matassa tutta da sbrogliare. Ieri, il Collegio di Garanzia del Coni ha diffuso le motivazioni con cui ha accolto il ricorso dell’olimpionico rimandando tutta la patata bollente - la richiesta di invalidare le elezioni per tutta una serie di presunte violazioni regolamentari - alla Corte d’Appello della Federcanoa. La stessa che si era dichiarata «incompetente» sulla materia o aveva dirottato i quesiti al Tribunale federale (cioè il primo grado). Un ping pong che dura ormai da mesi visto che le elezioni contestate si sono svolte lo scorso 22 ottobre. Con la pallina che continua a rimbalzare. Il Collegio ha dato ragione a Rossi sulla legittimità del ricorso, senza però andare oltre. A questo punto è da escludere una nuova assemblea elettorale in tempi brevi: Buonfiglio, come numero 1 della Fick, voterà quindi per eleggere presidente e giunta del Coni l’11 maggio.
«LACUNOSE» Cerchiamo di ricapitolare. La terza sezione del Collegio di garanzia ha «bacchettato» i giudici d’appello della Federcanoa, scrivendo di «motivazioni lacunose». In sostanza ha detto loro: dovete decidere voi. Tuttavia, nelle motivazioni non si interviene sulle contestazioni di Rossi: modalità di voto che violano la segretezza, computo della percentuale di consensi (Buonfiglio ottenne il 57,02 dei voti, superando il 55 per cento, la soglia necessaria per la rielezione del presidente uscente) senza contare bianche e nulle, prima della «scoperta» che le schede elettorali non erano timbrate e vidimate. Circostanze sulle quali c’erano state nei giorni scorsi l’interpellanza parlamentare al ministro Lotti di Simone Valente (5 stelle) e l’interrogazione di Gianluca Pini (Lega).
TEMPI LUNGHI Insomma, si ricomincia da capo nell’iter giudiziario-sportivo. La palla sta alla Corte d’Appello federale. L’ipotesi più probabile è che decida il rigetto del ricorso di Rossi. A quel punto, l’olimpionico tornerebbe alla carica con il collegio di garanzia (ed eventualmente al Tar del Lazio, che può essere chiamato in causa solo dopo l’esaurimento di tutti i gradi della giustizia sportiva). Un percorso che si preannuncia decisamente lungo. Comunque la si pensi sull’argomento, troppo.