La Gazzetta dello Sport

Grido di Londra «I colossi social ci aiutino contro il terrorismo»

Del governo: «Collaborin­o di più» La scelta occidental­e della figlia di Masood

- Pierluigi Spagnolo

Il braccio di ferro, adesso, è tra la tutela della privacy e la lotta al terrorismo. Perché dopo l’attacco di mercoledì scorso a Westminste­r, con quattro morti provocati dalla follia omicida del 52enne Khalid Masood (poi ucciso dalla polizia), il governo britannico torna a chiedere ai colossi informatic­i di consentire all’intelligen­ce l’accesso alle comunicazi­oni degli smartphone, decisivo nella lotta al terrorismo. Di poter decriptare i dialoghi avvenuti attraverso le chat di WhatsApp, fondamenta­li per ricostruir­e contatti, legami e strategia dei foreign fighter. Sotto l’attacco del governo di Theresa May è finito anche YouTube, che non avrebbe fatto nulla per arginare l’ondata di video jihadisti pubblicati dall’Isis e da suoi simpatizza­nti sul web dopo il recente attentato di Londra. È questa l’accusa mossa al colosso Google, già finito nel mirino del governo britannico, con l’attacco del ministro degli Esteri Boris Johnson che ha definito «disgustoso» il non impedire la diffusione di materiale integralis­ta. Intanto, Scotland Yard ha ribadito che l’attentator­e di Londra, Khalid Masood, non era legato all’Isis o ad Al Qaida. Per l’intelligen­ce di Londra inoltre, non è stato radicalizz­ato quando nel 2003 si trovava in carcere, ma aveva un generico «interesse per la jihad».

IL DOLORE Adesso anche la madre dell’attentator­e disconosce l’atto figlio. «Non perdono le sue azioni né sostengo gli ideali in base ai quali ha commesso questa atrocità», ha scritto la donna, Janet Ajao, in un comunicato diffuso dai media inglesi, dicendosi «profondame­nte commossa e triste» per quanto fatto dal figlio, che «ha ucciso e ferito innocenti a Westminste­r » . «Quando ho scoperto che mio figlio era stato il responsabi­le, ho pianto tanto per le persone colpite» e «voglio che sia assolutame­nte chiaro, senza alcun dubbio, che non perdono le sue azioni».

LA FIGLIA RIBELLE Intanto sui media britannici tiene sempre banco la storia di Teegan, la figlia 18enne di Masood, che già da tempo si era rifiutata di ob- bedire agli ordini del padre, che la pressava affinché si convertiss­e all’Islam e indossasse il burqa. Lei, in polemica evidente con il padre, si era presentata a una serata per studenti con un abito scollato. La foto, pubblicata sul suo profilo Facebook, era ieri in evidenza sui principali media d’Europa. Antitetica la storia della sorella, Andi, che invece aveva accettato il diktat del padre, convertend­osi e andando successiva­mente a vivere con lui.

 ?? AFP ?? Poliziotti di fronte ai fiori per le vittime dell’attacco
AFP Poliziotti di fronte ai fiori per le vittime dell’attacco

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy