Il pugno duro dei giudici russi Navalny in cella per 15 giorni
Anti-corruzione: condannato il dissidente La Ue protesta
La fantasia non è mancata ai manifestanti scesi in piazza domenica a Mosca: per protestare contro la corruzione, agitavano papere di gomma, riferimento all’allevamento di anatre che il premier Medvedev conterebbe fra le sue attività private. Come, del resto, una tenuta vitivinicola nel Senese, anche se i responsabili smentiscono. Ma la magistratura ha meno ironia: il leader dell’opposizione, Alexei Navalny, avvocato, blogger e principale oppositore di Vladimir Putin, è stato condannato a scontare 15 giorni di carcere per aver disobbedito agli ordini della polizia e a una multa pari a circa 325 euro per il suo ruolo nell’organizzazione di quella che le autorità hanno definito «una protesta illegale». Navalny, uno dei 500 arrestati domenica a Mosca (ma nel Paese ci sono state un centinaio di dimostrazioni, per lo più non autorizzate) ha detto di non riconoscere la sua colpevolezza: «La gente è scontenta della corruzione e per questo ha deciso di partecipare alla manifestazione pacifica». E ha denunciato che 20 dipendenti del suo Fondo contro la corruzione sono stati fermati e che la polizia ha sequestrato tutti i computer e diversi documenti. Ma il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, accusa Navalny di «mentire palesemen- te» quando parla di cortei «legali». Non solo: «Abbiamo informazioni riguardo al fatto che dei minorenni hanno partecipato alle manifestazioni di Mosca dietro la promessa di ricompense finanziarie». La replica di Navalny è stata affidata a Twitter: «Verrà il giorno in cui noi giudicheremo loro (ma lo faremo in maniera onesta)».
COSTITUZIONE Mentre l’attivista anti-Putin rischia di perdere la condizionale concessagli nella condanna a tre anni e mezzo nel 2014 per un caso di corruzione («accuse politiche», disse all’epoca) e quindi di restare in cella più a lungo, la Ue chiede a Mosca di liberare «senza indugio» i manifestanti «pacifici» cui è stato «impedito di esercitare le loro libertà fondamentali, tra i quali la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, che sono iscritte nella Costituzione russa». Anche gli Stati Uniti esprimono «ferma condanna», spiegando che «i russi meritano un governo che appoggi il diritto di esprimersi». In Italia, in realtà, c’è pure chi si schiera con Mosca: è, non sorprendentemente, il leader leghista Matteo Salvini: «Per me, i reati di opinione sono una follia ma rispetto la legge. Stanno cercando nuovi eroi per destabilizzare la Russia e il suo presidente ma non fanno altro che rafforzarlo».