«Un’esecuzione contro Emanuele» Nove sotto torchio
1Massacrato di botte davanti a un locale. Svolta grazie ai filmati Oggi città in lutto
OMICIDIO DI ALATRI
La svolta nelle indagini potrebbe arrivare grazie alla telecamera di videosorveglianza, l’occhio elettronico che si trova proprio nella piazza di Alatri, nel Frusinate, dove venerdì notte la violenza del branco si è accanita su Emanuele Morganti, il 20enne morto domenica sera in ospedale proprio per le conseguenze di quel pestaggio, mentre stava trascorrendo una serata con la fidanzata in un locale. Ieri sono stati ascoltati a lungo in procura, a Frosinone, i nove indagati per l’omicidio, «con differenti livelli di responsabilità», spiegano gli investigatori. Si tratta di otto italiani e uno straniero. Tra questi, padre e figlio e due fratelli. In particolare le attenzioni degli investigatori si starebbero concentrando su due di loro, di 24 e 27 anni. Potrebbero essere stati loro a sferrare i colpi mortali per Emanuele, quelli con una spranga o con un cric, mentre il ragazzo era ormai a terra, incapace di difendersi.
LA VICENDA Emanuele Morganti era stato aggredito venerdì notte nella discoteca Mirò di Alatri, dopo aver tentato di difendere la sua ragazza da un giovane, che gli aveva rivolto pesanti apprezzamenti. Emanuele è stato trascinato fuori dal lo- cale e poi pestato a sangue da un gruppo di nove persone, una delle quali ha sferrato un colpo fatale con un oggetto contundente, che gli ha provocato fratture al cranio ed emorragie. «Chi sa, parli», è l’appello del sindaco di Alatri, Giuseppe Morini, che per oggi ha proclamato il lutto cittadino.
IL DOLORE Per i parenti della vittima, chiusi nel loro dolore a Tecchiena Castello, si è trattato di una vera esecuzione. «I testimoni ci hanno detto che lo picchiavano ovunque, lui ha provato ad andare via con la fidanzata, poi è caduto e l’hanno finito...». E ieri la fidanzata di Emanuele ha affidato a Facebook il suo grido di dolore. «Non riesco ancora a realizzare tutto quello che è successo. Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male. Ricordo uno dei tuoi ultimi messaggi di venerdì pomeriggio: ‘ti amo più di ogni altra cosa’. E continuerò a ricordarlo per sempre, come continuerò a ricordare anche te. Ti amo e lo farò per sempre», le sue parole. Di come «combattere la violenza, come quella dell’episodio terribile di Alatri», ha parlato ieri anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale con attori e registi candidati al David di Donatello.
«CHI SA PARLI, INVITO TUTTI A COLLABORARE CON CHI INDAGA» GIUSEPPE MORINI SINDACO DI ALATRI