La Gazzetta dello Sport

La grande rinascita di Forlì Salvarsi non è un miraggio

- Alberto Mariutto

Fino a un mese fa la neopromoss­a Forlì sembrava spacciata e destinata a tornare rapidament­e in serie B. Ultima in classifica del girone Est di A-2 con soltanto otto punti, non vinceva dallo scorso 27 novembre, gara casalinga contro Recanati. Poi tredici lunghe giornate senza punti, praticamen­te da dicembre a febbraio compreso. L’esplosione è stata improvvisa e (al momento) inarrestab­ile: la prima vittoria è arrivata in casa con- tro Piacenza sabato 4 marzo, nel recupero della 20a giornata, mentre a Bologna si giocavano le semifinali della Coppa Italia. Un successo netto, segnando oltre novanta punti, seppur contro una squadra in difficoltà. Poi non si sono più fermati: la vittoria in trasferta a Recanati, con ottocento tifosi al seguito; quella in casa contro Verona, rimontando nell’ultimo quarto; infine quella di domenica scorsa a Jesi, conquistat­a ai supplement­ari sempre con un seguito numerosiss­imo. Quattro su quattro, la migliore squadra in assoluto nel mese di marzo dell’intero campionato. Ora Forlì è penultima a quota 16 ed è in corsa per un posto dal tredicesim­o in su, che significhe­rebbe salvezza diretta.

QUADRATURA Coach Giorgio Valli, arrivato a fine 2016 al posto dell’esonerato Luigi Garelli, vede finalmente i frutti del suo lavoro, dopo essere andato vicino alla vittoria a Treviso e Roseto, e in casa contro Trieste: «Ci è servito parecchio tempo, forse troppo, ma ora finalmente abbiamo trovato la quadratura tra tutte le componenti del gruppo. I ragazzi rimangono comunque consapevol­i dei propri limiti: non si diventa fenomeni da un momento all’altro. Nel nostro piccolo possiamo contare sulla consapevol­ezza di ciò che possiamo fare in campo e nelle ultime quattro gare l’abbiamo messo in pratica, ribaltando una stagione deficita- ria. Non abbiamo ancora fatto nulla, mancano quattro partite tra cui due scontri diretti per la salvezza e Recanati ci segue ad appena due punti. Il pericolo non è scampato, ma possiamo farcela». Senza dubbio gli innesti in corsa hanno cambiato la squadra, che aveva perso Blackshear per infortunio e ceduto Crockett a Trapani. Il nigeriano «Ogo» Adegboye, l’ex Varese Melvin Johnson, l’italoameri­cano Ryan Amoroso ed il lungo Riccardo Castelli hanno avviato un cambio di mentalità: le facce sono cambiate, c’è fiducia nei propri mezzi, si difende alla morte e si attacca con ordine. E il pubblico può fare la differenza, visto che il PalaFiera è caldissimo e l’affluenza è la sesta in A-2: quasi 3mila di media, di cui 2155 abbonati. A Forlì il basket è una religione, nei miracoli ci credono.

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NAZZARO «Ogo» Adegboye, 29 anni

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