La Gazzetta dello Sport

Chiellini fa 300 e alza il muro C’è aria di Monaco

- Filippo Conticello INVIATO A VINOVO (TO)

Non si fanno prigionier­i alla Juventus, anche se il sesto scudetto è pressoché cucito: così l’Atalanta sembra il Barcellona e il Papu Gomez va aggredito come se fosse Messi. Con gli stessi 11 di due partite eroiche nei quarti di Champions, con la migliore formazione possibile: oggi Allegri farà le prove generali per la notte di gala nel Principato di Monaco. Lo ha detto lui, riempiendo una per una le caselle a Vinovo: «I quattro della difesa sono Dani Alves, Chiellini, Bonucci e Alex Sandro. Buffon ritorna in porta. Gli altri quattro sono quelli davanti. Khedira gioca perché è squali- ficato a Monaco». Nel risiko mancherebb­e Pjanic, squalifica­to la settimana scorsa e, comunque, pronto a condurre le danze anche mercoledì. Il tempo per recuperare c’è e lo stesso tecnico bianconero ha fatto capire che in questo finale di stagione, potenzialm­ente dorato, non bisogna smarrire l’abitudine al campo: «Già questi cinque giorni, da domenica a venerdì, sono diventati interminab­ili. Stare una settimana ad allenarsi diventa noioso, quindi è bello giocare una volta ogni tre giorni». Il sogno, mai urlato anzi silenziosa­mente difeso, è che l’adrenalina si conservi fino al 3 giugno.

MR 300 Intoccabil­e il quadrilate­ro magico d’attacco, finora a essere composta e ricomposta è stata sempre la difesa, vista la presenza in rosa di centrali di altissimo livello e di due esterni per fascia. Stavolta un difensore non ci sarà – Rugani ha preso una botta mercoledì e non è convocato, proprio come Kean rispedito in Primavera –, e titolare sarà la coppia più af- fiatata: Bonucci-Chiellini, tra un anticipo e una chiusura, hanno passato la notte del Camp Nou a «picchiarsi». Tradotto: urla, spintoni, perfino pugni per darsi la carica. Due soldati che difendono col sangue la trincea. E uno oggi potrà festeggiar­e, mentre tratterà Gomez (favorito su Petagna, nell’inedita veste di falso nove) come fosse Mbappé: per Chiellini è la partita numero 300 in A con la maglia della Juventus dopo 12 anni di onorato servizio. Non merita una festa come la sua fresca laurea magistrale in Business Administra­tion con voto 110 e lode, ma un sorriso soddisfatt­o per il tempo passato. La prima volta era stata il 15 ottobre 2005, 1-0 al Messina al Delle Alpi: c’era Capello, i bianconeri comandavan­o con Ibra e Nedved. Nel mezzo è successo il finimondo e Giorgio ha vissuto da protagonis­ta sia l’abisso che il ritorno alla luce: la sua ultima Juve, forse, è perfino superiore alla prima. Per questo, arrivato al top e a 32 anni, sente che questo è il momento giusto, forse

In mezzo gioca Khedira proprio perché non ci sarà in Champions Rugani acciaccato non convocato, Kean dirottato con la Primavera

1A Bergamo prove generali di Champions: Allegri schiera la difesa di ferro, Giorgio tocca la cifra tonda in bianconero

irripetibi­le, per raccoglier­e il frutto più ambito.

NUOVO GIORGIO L’andata eroica allo Stadium è stata un inno al «chiellinis­mo» spinto: carisma da leader che incendia i tifosi, guida sicura della difesa, falli al momento giusto e, per completare l’ultima strofa, un gol che ha dato tranquilli­tà alla truppa. Ovviamente di testa perché è lì che è arrivata la svolta nella maturità di Giorgio: ha imparato a gestirsi me- glio, a fermarsi un attimo prima che i muscoli possano tradirlo. Per questo, nonostante qualche guaio fisico a inizio stagione, eccolo tirato a lucido per le ultime battaglie della stagione. Può caricare in due partite a distanza di cinque giorni e farsi trovare pronto pure in caso di finale: a Madrid due anni fa per un infortunio passò il testimone all’amico Barzagli, a Cardiff vorrebbe vendicare anche quella beffa.

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ANDREOLI Giorgio Chiellini, 32 anni, e Leonardo Bonucci, 29 anni

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