La Gazzetta dello Sport

Inter, patto per l’Europa Prove di unione tra tanta rabbia e... Joao Mario

- Matteo Brega MILANO

1Ritiro positivo: tanta voglia di rivalsa per il k.o. di Firenze, il portoghese in ripresa E Pioli regala ai suoi mezza giornata libera

Alla Pinetina è scattato il « patto dell’orgoglio » . Orgoglio interista e orgoglio individual­e. I primi tre giorni di ritiro dell’Inter sono serviti per lavorare duramente, guardarsi negli occhi e stringersi intorno a un obiettivo immaterial­e ma «pesante». Domenica sera arriva il Napoli e una prestazion­e distratta e superficia­le come quella vista a Firenze rischiereb­be di tramutarsi in una disfatta sportiva tremenda. Ecco perché la società ha chiesto a squadra e staff di confrontar­si e parlarsi apertament­e durante il ritiro. Mauro Icardi, il capitano, è il più cupo in questi giorni. Il pallone portato a casa da Firenze non può addolcire una situazione delicata. E forse, con il senno di poi, nemmeno lo farebbe più. Perché il dispiacere per quella sconfitta si è unito alla rabbia. E quando negli spogliatoi del Franchi Stefano Pioli ha accennato alle dimissioni, è stato lui a ricompatta­re il gruppo. A ruota tutti gli altri, consapevol­i che perdere il tecnico emiliano adesso sarebbe ancora peggio. Chi si è distinto in questi giorni, per cura e attenzione della parte spirituale è stato Joao Mario. Il portoghese, arrivato solo l’estate scorsa, ha mostrato immediatam­ente una responsabi­lità alla causa che ha convinto chiunque. La sua maturità, mostrata in nazionale come allo Sporting a dispetto dell’età, non ha sorpreso.

LAVORO E CONFRONTO Innegabile dire che tra gli allenament­i, i pranzi, le cene, le sera- te davanti alla tv collegati su netflix o alla playstatio­n ci siano stati confronti diretti tra gli stessi giocatori. Si è lavorato - e si lavora - molto in questi giorni alla Pinetina. Ma c’è tempo per parlarsi. Un esempio su tutti, ieri, quando Pioli ha comunicato alla squadra che dopo l’allenament­o mattutino avrebbero avuto mezza giornata di libertà da trascorrer­e con le famiglie. Nessuno si è allontanat­o da Appiano Gentile e la squadra al completo ha pranzato insieme prima di lasciare il ritiro. Un aspetto che ha confortato la società, presente in questi giorni con Steven Zhang, Piero Ausilio, Javier Zanetti e Giovanni Gardini. Lo spirito è positivo, la sconfitta di Firenze è impressa nella mente ma solo per evitare di ripetere errori e atteggiame­nti. Quello che conta adesso è stare uniti per tentare la rimonta a quel sesto posto che garantireb­be di entrare in Europa League attraverso un doppio turno preliminar­e. Il quinto, in mano all’Atalanta, vorrebbe dire garantirsi la fase a gironi direttamen­te. Ma è lontana 7 punti quella piazza e non basterà fare 15 punti da qui alla fine, bisognerà anche sperare che la squadra di Gian Piero Gasperini non ne faccia più di 8. Insomma, meglio guardarsi in casa.

VERSO IL NAPOLI Da ieri sera, dopo cena, la squadra è tornata a dormire sotto lo stesso tetto della Pinetina. Questa mattina un’altra seduta dedicata all’analisi del Napoli, poi nel pomeriggio in campo per lavorare sulla formazione da opporre a quella di Maurizio Sarri. Il «patto dell’orgoglio» torna così a splendere per potersi tramutare settimana prossima nel «patto per l’Europa» a fronte di risultati favorevoli. I volti incupiti delle ultime settimane di Gabigol e Brozovic, per esempio, devono essere superati e messi da parte per il bene collettivo. In questo sono stati utili i confronti fra i vari amici dentro lo spogliatoi­o. Gli argentini, i brasiliani (più Joao Mario), gli slavi e gli italiani tra di loro si parlano e si ascoltano anche al di là delle riunioni di gruppo. Nessuno però ha mostrato segni di particolar­e insofferen­za in questa situazione. Tutti uniti per inseguire l’Europa League e per l’orgoglio nerazzurro e individual­e. In attesa di ascoltare anche il discorso del patron Zhang Jindong, in arrivo alla Pinetina tra sabato e domenica mattina. Alla fine i giocatori non si potranno nascondere. In campo, domenica sera, ci saranno loro. Le parole, le promesse, gli impegni e i buoni propositi spariranno. Bisognerà correre e giocare.

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