Lazio e Lulic 71 Quello slogan che non è più solo un ricordo
1Eroe per la Coppa Italia 2013, dopo l’andata ha toppato con le frasi su Rüdiger
Luliculi 71. È diventato un marchio,ma uno slogan, un mantra.ma Una linea di abbigliamento,gliamen anche. Addirittura una tesi di laurea (o meglio il ringraziamento,ringrazia goliardico, fatto da unu neo-dottore di fede laziale al giocatore bosniaco in calce alla sua tesi). Ma è stato pure, fino a due mesi fa, un refrainfrain che, col passare del tempo,po, diventavadivent sempre più stonato.nato. PerchéPerc ricordava sì (e sempre ricricorderà) la vittoria della Lazio nel derby dei derby,by, quelquello che il 26 maggio 2013 regalòr ai biancocelestilesti la Coppa Italia; ma (fino a due mesi fa, appunto) ricordava anche l’ultima vittoria laziale in una stracstracittadina che, col passare dedegli anni, diventavava sempre ppiù lontana. Poi è arrivato un nuovon incrocio in Coppa Italia ede ecco interrompersipersi l’incantel’incantesimo. Con la Laziozio che torna a battere la Roma (2-0 il 1° marzmarzo scorso) e ad eliminarlaminarla dalla Coppa (grazie al 2-3 nella gara di ritorno del 4 aprile). E così quel Lulic 71 che rischiava di tratrasformarsi in una foto ingiallita e nostalgica per un passato che non c’è più è tornatonato a rivivereriviver in tutto il suo splendore.
UOMO DERBY Un marchio, uno slogan, un mamantra. Ma anche e soprattutto unaun storia umana e sportiva che ssi ribalta. Con un giocatore che da comprimario (stimato ed apapprezzato, ma pur sempre comprcomprimario) diventa l’eroe di un’intun’intera tifoseria. Un uomo chiamatchiamato derby, come lo sono stati in ppassato gente comeme Di Canio, MMancini, Signori, Giordano, Chinaglia.Chi Potere di un golgol, un solol gol, ma che più decisivo non si può. Quello che Lulic realizzò al minuto 71 di quella finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013. Il gregario che diventa campione, una vita da mediano che si trasforma in una vita da leader. E leader, dello spogliatoio, Lulic in seguito lo diventa davvero. Non solo per quel gol, chiaro. Ma è certo che quella prodezza che lo ha eletto icona biancoceleste ha contribuito non poco a questa investitura. Che in alcuni casi lo ha portato pure a strafare. È accaduto dopo il derby di andata di questo campionato. Quando una sua frase infelice (e sostanzialmente razzista) sul romanista Rudiger gli costò la squalifica. Un’uscita brutta e inqualificabile, a monte della quale c’era però il desiderio di «difendere» la sua squadra, sulla quale il giocatore della Roma aveva ironizzato prima di quel derby. E in un altro derby di campionato Lulic era stato anche involontario protagonista di un duro intervento che costrinse Salah ad abbandonare il campo.
DIGIUNO Ma non è che i ricordi dolci delle stracittadine siano per Lulic legati solo ai match di Coppa Italia. Il giocatore ha vissuto giorni felici anche nei derby di campionato. Solo che questi ricordi cominciano ad essere un po’ datati. L’ultima vittoria della squadra biancoceleste (e di Lulic) in un derby di campionato è infatti vecchia di quattro anni e mezzo: il 3-2 che, sotto la pioggia, la Lazio allenata da Petkovic rifilò alla Roma di Zeman l’11 novembre 2012. C’era la pioggia anche ieri mattina a Formello durante l’allenamento che Inzaghi ha fatto svolgere a porte aperte e al quale hanno assistito un migliaio di sostenitori biancocelesti (meno di altri happening simili, ma tanti considerata l’ora e le condizioni meteo). Tra i giocatori più acclamati ovviamente c’era lui. Perché Lulic 71 è diventato un marchio, uno slogan e un mantra. E ora non è più neppure un ricordo sbiadito.