La Gazzetta dello Sport

Lazio e Lulic 71 Quello slogan che non è più solo un ricordo

1Eroe per la Coppa Italia 2013, dopo l’andata ha toppato con le frasi su Rüdiger

- Stefano Cieri INVIATO A FORMELLO (ROMA)

Luliculi 71. È diventato un marchio,ma uno slogan, un mantra.ma Una linea di abbigliame­nto,gliamen anche. Addirittur­a una tesi di laurea (o meglio il ringraziam­ento,ringrazia goliardico, fatto da unu neo-dottore di fede laziale al giocatore bosniaco in calce alla sua tesi). Ma è stato pure, fino a due mesi fa, un refrainfra­in che, col passare del tempo,po, diventavad­ivent sempre più stonato.nato. PerchéPerc ricordava sì (e sempre ricricorde­rà) la vittoria della Lazio nel derby dei derby,by, quelquello che il 26 maggio 2013 regalòr ai biancocele­stilesti la Coppa Italia; ma (fino a due mesi fa, appunto) ricordava anche l’ultima vittoria laziale in una stracstrac­ittadina che, col passare dedegli anni, diventavav­a sempre ppiù lontana. Poi è arrivato un nuovon incrocio in Coppa Italia ede ecco interrompe­rsipersi l’incantel’incantesim­o. Con la Laziozio che torna a battere la Roma (2-0 il 1° marzmarzo scorso) e ad eliminarla­minarla dalla Coppa (grazie al 2-3 nella gara di ritorno del 4 aprile). E così quel Lulic 71 che rischiava di tratrasfor­marsi in una foto ingiallita e nostalgica per un passato che non c’è più è tornatonat­o a rivivereri­viver in tutto il suo splendore.

UOMO DERBY Un marchio, uno slogan, un mamantra. Ma anche e soprattutt­o unaun storia umana e sportiva che ssi ribalta. Con un giocatore che da comprimari­o (stimato ed apapprezza­to, ma pur sempre comprcompr­imario) diventa l’eroe di un’intun’intera tifoseria. Un uomo chiamatchi­amato derby, come lo sono stati in ppassato gente comeme Di Canio, MMancini, Signori, Giordano, Chinaglia.Chi Potere di un golgol, un solol gol, ma che più decisivo non si può. Quello che Lulic realizzò al minuto 71 di quella finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013. Il gregario che diventa campione, una vita da mediano che si trasforma in una vita da leader. E leader, dello spogliatoi­o, Lulic in seguito lo diventa davvero. Non solo per quel gol, chiaro. Ma è certo che quella prodezza che lo ha eletto icona biancocele­ste ha contribuit­o non poco a questa investitur­a. Che in alcuni casi lo ha portato pure a strafare. È accaduto dopo il derby di andata di questo campionato. Quando una sua frase infelice (e sostanzial­mente razzista) sul romanista Rudiger gli costò la squalifica. Un’uscita brutta e inqualific­abile, a monte della quale c’era però il desiderio di «difendere» la sua squadra, sulla quale il giocatore della Roma aveva ironizzato prima di quel derby. E in un altro derby di campionato Lulic era stato anche involontar­io protagonis­ta di un duro intervento che costrinse Salah ad abbandonar­e il campo.

DIGIUNO Ma non è che i ricordi dolci delle stracittad­ine siano per Lulic legati solo ai match di Coppa Italia. Il giocatore ha vissuto giorni felici anche nei derby di campionato. Solo che questi ricordi cominciano ad essere un po’ datati. L’ultima vittoria della squadra biancocele­ste (e di Lulic) in un derby di campionato è infatti vecchia di quattro anni e mezzo: il 3-2 che, sotto la pioggia, la Lazio allenata da Petkovic rifilò alla Roma di Zeman l’11 novembre 2012. C’era la pioggia anche ieri mattina a Formello durante l’allenament­o che Inzaghi ha fatto svolgere a porte aperte e al quale hanno assistito un migliaio di sostenitor­i biancocele­sti (meno di altri happening simili, ma tanti considerat­a l’ora e le condizioni meteo). Tra i giocatori più acclamati ovviamente c’era lui. Perché Lulic 71 è diventato un marchio, uno slogan e un mantra. E ora non è più neppure un ricordo sbiadito.

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