COSÌ FAN TUTTI MA IL CASO HELLAS FACCIA RIFLETTERE
Così fan tutti, verrebbe da dire. Chiedere alle banche anticipi di cassa cedendo crediti futuri è diventata una routine nel calcio italiano, a tutti i livelli. Contratti tv o di sponsorizzazione, saldi attivi del mercato, paracadute da retrocessione: cosa non si fa per sopperire alla mancanza di liquidità. Non a caso i debiti bancari - in cui rientrano anche le cosiddette fattorizzazioni - aumentano anno dopo anno, anche alla luce delle difficoltà degli azionisti a ricapitalizzare. C’è tuttavia qualcosa che non può lasciare indifferenti nel caso del Verona, perché trattasi di un club che quest’anno ha già ricevuto la prima maxi-dote del paracadute e che nel bel mezzo della stagione si è rivolto a una banca per chiedere un anticipo sulla seconda tranche che incasserebbe nel 2017-18 se restasse in B: 40 milioni in tutto. La sensazione è che i gialloblù, per via delle pendenze pregresse e della struttura di costi da Serie A, stiano ancora fronteggiando una tensione finanziaria non banale (già il bilancio 2015-16 era stato redatto nella prospettiva della continuità aziendale garantita dal paracadute). Insomma, siamo di fronte a una specificità, anche perché in B sono in vigore alcune norme - liste chiuse e salary cap - che contingentano le spese dei club. In B, dove di recente si è assistito alle peripezie di Pisa e Latina, la perdita media per squadra è passata in 5 anni da 5 a 2,5 milioni. Fanno fatica un po’ tutte, con budget decisamente inferiori a quello gialloblù.