Così si ottiene più potenza in qualifica grazie all’olio
1Dopo i sospetti lanciati da Red Bull e Renault sui rivali, la Fia impone un solo tipo di lubrificante a gara nel 2018
Tutto è iniziato un paio di mesi fa, con la richiesta di chiarimento della Red Bull e del motorista Renault alla Fia sulla liceità o meno di «bruciare» (era stato utilizzato proprio il verbo «burn») olio in camera di scoppio. E se fosse normale che ciò avvenisse per un quantitativo che, in base a informazioni in loro possesso, oscillava in qualifica tra 3 e 5 chili. La Federazione, dopo aver risposto negativamente, a seguito dell’ultimo Strategy meeting e della F.1 Commission, ha messo il divieto nero su bianco dal 2018. Non solo sarà vietato arricchire il carburante mediante la combustione di olio, ma per ovviare a tale stratagemma la Fia consentirà per l’intero weekend di gara un solo tipo di lubrificante a ciascun team, impedendo l’uso di una specifica «da qualifica» e una da gara. Il sospetto, sinora mai provato, era che Mercedes arricchisse così la benzina, incrementando la potenza in qualifica. In realtà, la pratica sembrerebbe diffusa nel paddock, con risultati più o meno validi.
SISTEMA Come funziona il sistema? Due le scuole di pensiero: una, la vaporizzazione dell’olio e suo trafilaggio attraverso i segmenti dei pistoni. La seconda, invece, riguarda la norma che impone il recupero dell’olio nel «plenum» (cassoncino) di aspirazione connesso al compressore. La prima ipotesi, poco realistica, è realizzabile inducendo volontariamente un malfunzionamento dei seg- menti, che hanno appunto funzione di blocco dei trafilaggi e raschiano l’olio dalle pareti dei cilindri. La seconda sembra più plausibile. Il recupero dell’olio nel plenum consente infatti di creare, già prima della camera di scoppio, una «miscela» ariaolio che si combina con la benzina negli iniettori. L’olio, bruciando, libererebbe additivi di due tipi: catalizzatori e antidetonanti. I primi velocizzano la propagazione del fronte di fiamma, i secondi evitano l’accensione involontaria della miscela. Si ottiene così la massima energia possibile per singola quantità di carburante, incrementando la resa del motore.