Hamilton in difesa: «Ordini di scuderia brutti ma servono»
«I GP ormai sono così e noi ragioniamo da team. Per il titolo serve massimizzare i punti»
PRIMO ANNO CON MERCEDES
La verità è che in Mercedes non si parla più soltanto di cose piacevoli. E sì che gli argomenti non mancherebbero. Per esempio di una macchina straordinaria che in Russia può centrare la 4a vittoria su 4 edizioni. O dei record di Lewis Hamilton, che può portarsi a una pole position da Ayrton Senna. O di come Valtteri Bottas si sia tutto sommato calato bene nella nuova realtà d’argento, con una pole position nel GP del Bahrain e la concreta volontà di lottare per la sua prima vittoria in carriera qui a Sochi, pista che con la Williams ha sempre dimostrato di interpretare benissimo. La verità è che il grande inizio della Ferrari ha scosso i campioni del mondo, che la classifica dopo tre GP non è quella preventiva- ta, e che dopo l’ultimo GP non si è particolarmente festeggiato il 2° e il 3° posto di Sakhir. Tutt’altro. «Ci siamo trovati con Toto (Wolff; n.d.r.) e Valtteri per parlare dell’ordine di scuderia dato al mio compagno — ha raccontato ieri Hamilton, ricordando il momento in cui la squadra ha ordinato a Bottas di lasciarlo passare per inseguire Vettel —: come un vero team abbiamo spiegato i motivi della decisione, non volevamo che restassero cose non chiarite. Valtteri è stato molto comprensivo. Però ormai le gare sono queste e noi ragioniamo come team: via libera a chi dei due ha le maggiori possibilità di ottenere la vittoria. Forse più ancora che in passato, è importante massimizzare i punti». Bottas conferma: «Non c’è una prima e una seconda guida in Mercedes, in alcuni casi, come in Bahrain, si può fare quello che è meglio per il team». SQUALI Insomma, è piuttosto evidente quello che sta succedendo. Che è già successo. Il Cavallino che scappa ha messo alle strette i campioni del mondo. A Sakhir li ha costretti a prendere una decisione che non ha portato al risultato sperato e ha solo lasciato gli sgradevolissimi risvolti politici. Una piccola ferita nella quale ieri a Sochi i giornalisti si sono infilati come squali affamati, per evidenziare chi sia il numero uno o il numero due della squadra campione.
APPROCCIO «Chiariamo, a me gli ordini di scuderia non piacciono — ha detto Hamilton — sono sempre qualcosa di strano, ma fanno parte del nostro approccio. E a volte servono alla squadra per vincere. Anch’io in situazione invertita avrei fatto lo stesso». Intanto, però, è sembrato a tutti che la Mercedes volesse favorire Hamilton, appena alla terza gara… Bottas ha cercato di ridimensionare: «Cosa farei se mi richiedessero di far passare di nuovo Lewis o se mi dicessero che per tutta la stagione il mio compito è aiutarlo? Ci sono troppi “se”, non ho mai pensato alle cose in modo così approfondito e preferisco non rispondere in modo dettagliato. Ma se avessimo strategie diverse con Lewis bloccato e il team mi chiedesse di farlo passare, lo farei perché siamo una squadra. Poi non so quello che succederà in futuro, ma l’obiettivo sarà sempre di raccogliere il massimo dei punti. Così, se fossi più veloce io di Lewis, mi aspetterei che lui, a richiesta del team, mi facesse passare». Per la gara cosa si aspetta? «In qualifica sto migliorando, ma è la gara che conta. Qui speriamo di andare meglio, la battaglia è con la Ferrari e sarà molto serrata».