Maria, avanti un’altra La Sharapova è sempre più bella Sogni da numero 1
1Travolta pure Makarova, si fanno già i conti: senza Serena, potrebbe tornare in vetta dopo Wimbledon
Quando arriva la Sharapova, le altre si scansano. O almeno così pare. Dopo l’esordio contro Roberta Vinci, ieri è toccato a Ekaterina Makarova soccombere al desiderio di rivalsa della siberiana che, dopo un primo set chiuso 7-5 come contro la nostra Robertina, ha piallato con un secco 6-1 ogni velleità di rimonta della mancina russa. C’è stata pure un’ecatombe di teste di serie: fuori Radwanska, Konta, Kuznetsova e Muguruza, la spagnola che avrebbe dovuto affrontare la Sharapova nei quarti. E invece oggi, nel terzo scalino di questa personale ascesa al Parnaso, Maria troverà l’estone Anett Kontaveit, 21 anni, arrivata dalle qualificazioni. Non proprio un ostacolo insormontabile per Masha che, qualora dovesse passare il turno, si troverà di fronte una tra Suarez e Mlade- novic: «Fortunata perché incontro una qualificata? Non è una cosa che dipende da me», risponde piccata a chi le fa notare che il suo, fino ad ora, non è stato proprio un percorso accidentato.
ORIZZONTI Ieri, dopo la dimostrazione di potenza contro la Makarova, Maria è apparsa molto più sciolta e sorridente. Forse perché la metà dei giornalisti più «aggressivi» aveva già lasciato Stoccarda e le domande velenose sulle wild card erano finalmente esaurite. O forse perché, visto il livello di tennis con cui è rientrata, può guardare a un orizzonte particolarmente sereno, senza Serena. Con la Williams che ha pescato la casella «fermati un giro, aspetti un bambino» e la Kerber sempre più in crisi di personalità, fiducia e risultati, i sonni di Masha sono popolati di successi, rimonte e incoronazioni da numero uno. E allora ciao alle wild card, alle polemiche, agli sguardi maligni e agli insulti, ultima in ordine di apparizione la Bouchard, che le ha dato dell’imbrogliona.
RAMPA DI LANCIO La rincorsa a Serena è appena partita e Maria, arrivata nel Baden Wurttenberg senza ranking, dopo queste prime due apparizioni e appena 3 ore di gioco è già numero 379. Se dovesse vincere il titolo, lunedì sarebbe numero 119. La via per il trono è lunga ma, facendo un po’ di fantatennis, potrebbe tornare numero 1 del mondo già a fine Wimbledon. Vincendo tutto potrebbe conquistare 470 punti a Stoccarda, 1000 a Madrid, 900 a Roma, 2000 al Roland Garros e 2000 a Wimbledon, più qualche altro punto magari nei tornei sull’erba in preparazione dello Slam londinese. Con il pieno possibile, farebbe come minimo 6370 punti e lotterebbe con Angelique Kerber per la prima posizione mondiale. Ovvio che nel mezzo ci sono tutte le altre, ovvio che bisogna mettere in conto i punti che la tedesca farà da qui a Wimbledon, ma la Sharapova vista a Stoccarda ha una carico di energia da far paura all’arsenale nucleare di Trump e Putin.
RILASSATA Come sempre impeccabile, con la falcata leggera nonostante l’altezza, la Sharapova è apparsa molto rilassata. Ora le chiedono del suo gioco, della vittoria, non delle medicine che prende: «In questo match mi sono sentita molto più a mio agio, non avevo tutta la tensione del debutto. Ero più centrata, ho trovato maggiore coordinazione, anche i miei movimenti in campo sono stati migliori. Lo scorso anno ho perso tutta la stagione su terra e quindi ero un po’ arrugginita da questo punto di vista». E poi era da tempo che non si trovava a giocare due match di fila, in questo la preparazione iniziata a gennaio è servita: «Ma non è mai la stessa cosa, in allenamento i carichi potevo smaltirli con qualche giorno in più di tempo, ora non posso più prendermela comoda ( ride, finalmente, ndr) ». Rispetto all’altro lungo stop, per l’operazione a una spalla, Maria ha avuto la possibilità di fermarsi, far riposare il fisico e la mente: «Mi sono curata, ho fatto un sacco di attività dallo yoga alla boxe, tutte cose per me stessa e non con l’obiettivo di giocare partite. Spero mi abbiano allungato la carriera». E se le colleghe sono quasi tutte compatte nel darle addosso, lo staff le è sempre stato accanto, a partire da coach Sven Groeneveld: «Si sono sempre presi cura di me. Il mio tecnico avrebbe potuto tranquillamente mollarmi, e invece è rimasto ed è stato sempre disponibile ogni volta che ne avevo bisogno». Maria per tutti, tutti per Maria.
«IN QUESTO MATCH MI SONO SENTITA PIU’ A MIO AGIO, NON ERO TESA» «HO FATTO YOGA E BOXE, MAGARI MI SONO ALLUNGATA LA CARRIERA» MARIA SHARAPOVA CINQUE SLAM VINTI