La Gazzetta dello Sport

Maria, avanti un’altra La Sharapova è sempre più bella Sogni da numero 1

1Travolta pure Makarova, si fanno già i conti: senza Serena, potrebbe tornare in vetta dopo Wimbledon

- Federica Cocchi INVIATA A STOCCARDA

Quando arriva la Sharapova, le altre si scansano. O almeno così pare. Dopo l’esordio contro Roberta Vinci, ieri è toccato a Ekaterina Makarova soccombere al desiderio di rivalsa della siberiana che, dopo un primo set chiuso 7-5 come contro la nostra Robertina, ha piallato con un secco 6-1 ogni velleità di rimonta della mancina russa. C’è stata pure un’ecatombe di teste di serie: fuori Radwanska, Konta, Kuznetsova e Muguruza, la spagnola che avrebbe dovuto affrontare la Sharapova nei quarti. E invece oggi, nel terzo scalino di questa personale ascesa al Parnaso, Maria troverà l’estone Anett Kontaveit, 21 anni, arrivata dalle qualificaz­ioni. Non proprio un ostacolo insormonta­bile per Masha che, qualora dovesse passare il turno, si troverà di fronte una tra Suarez e Mlade- novic: «Fortunata perché incontro una qualificat­a? Non è una cosa che dipende da me», risponde piccata a chi le fa notare che il suo, fino ad ora, non è stato proprio un percorso accidentat­o.

ORIZZONTI Ieri, dopo la dimostrazi­one di potenza contro la Makarova, Maria è apparsa molto più sciolta e sorridente. Forse perché la metà dei giornalist­i più «aggressivi» aveva già lasciato Stoccarda e le domande velenose sulle wild card erano finalmente esaurite. O forse perché, visto il livello di tennis con cui è rientrata, può guardare a un orizzonte particolar­mente sereno, senza Serena. Con la Williams che ha pescato la casella «fermati un giro, aspetti un bambino» e la Kerber sempre più in crisi di personalit­à, fiducia e risultati, i sonni di Masha sono popolati di successi, rimonte e incoronazi­oni da numero uno. E allora ciao alle wild card, alle polemiche, agli sguardi maligni e agli insulti, ultima in ordine di apparizion­e la Bouchard, che le ha dato dell’imbroglion­a.

RAMPA DI LANCIO La rincorsa a Serena è appena partita e Maria, arrivata nel Baden Wurttenber­g senza ranking, dopo queste prime due apparizion­i e appena 3 ore di gioco è già numero 379. Se dovesse vincere il titolo, lunedì sarebbe numero 119. La via per il trono è lunga ma, facendo un po’ di fantatenni­s, potrebbe tornare numero 1 del mondo già a fine Wimbledon. Vincendo tutto potrebbe conquistar­e 470 punti a Stoccarda, 1000 a Madrid, 900 a Roma, 2000 al Roland Garros e 2000 a Wimbledon, più qualche altro punto magari nei tornei sull’erba in preparazio­ne dello Slam londinese. Con il pieno possibile, farebbe come minimo 6370 punti e lotterebbe con Angelique Kerber per la prima posizione mondiale. Ovvio che nel mezzo ci sono tutte le altre, ovvio che bisogna mettere in conto i punti che la tedesca farà da qui a Wimbledon, ma la Sharapova vista a Stoccarda ha una carico di energia da far paura all’arsenale nucleare di Trump e Putin.

RILASSATA Come sempre impeccabil­e, con la falcata leggera nonostante l’altezza, la Sharapova è apparsa molto rilassata. Ora le chiedono del suo gioco, della vittoria, non delle medicine che prende: «In questo match mi sono sentita molto più a mio agio, non avevo tutta la tensione del debutto. Ero più centrata, ho trovato maggiore coordinazi­one, anche i miei movimenti in campo sono stati migliori. Lo scorso anno ho perso tutta la stagione su terra e quindi ero un po’ arrugginit­a da questo punto di vista». E poi era da tempo che non si trovava a giocare due match di fila, in questo la preparazio­ne iniziata a gennaio è servita: «Ma non è mai la stessa cosa, in allenament­o i carichi potevo smaltirli con qualche giorno in più di tempo, ora non posso più prendermel­a comoda ( ride, finalmente, ndr) ». Rispetto all’altro lungo stop, per l’operazione a una spalla, Maria ha avuto la possibilit­à di fermarsi, far riposare il fisico e la mente: «Mi sono curata, ho fatto un sacco di attività dallo yoga alla boxe, tutte cose per me stessa e non con l’obiettivo di giocare partite. Spero mi abbiano allungato la carriera». E se le colleghe sono quasi tutte compatte nel darle addosso, lo staff le è sempre stato accanto, a partire da coach Sven Groeneveld: «Si sono sempre presi cura di me. Il mio tecnico avrebbe potuto tranquilla­mente mollarmi, e invece è rimasto ed è stato sempre disponibil­e ogni volta che ne avevo bisogno». Maria per tutti, tutti per Maria.

«IN QUESTO MATCH MI SONO SENTITA PIU’ A MIO AGIO, NON ERO TESA» «HO FATTO YOGA E BOXE, MAGARI MI SONO ALLUNGATA LA CARRIERA» MARIA SHARAPOVA CINQUE SLAM VINTI

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AP La russa Maria Sharapova, 30 anni, in carriera ha vinto tre volte a Stoccarda: si è imposta di seguito dal 2012 al 2014

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