La Gazzetta dello Sport

«La cosa più importante? Aiutare lo sport di base»

«Autonomia Coni sacra, ma lo Stato può e deve fare la sua parte I 100 milioni per gli impianti un grande segnale. E sulla scuola...»

- Valerio Piccioni

Laura Coccia conosce il sistema sportivo italiano per averlo vissuto da atleta capace di sfiorare le Paralimpia­di, e per essersene occupata nella sua prima legislatur­a da deputato del Pd.

Qual è il punto di maggiore sofferenza dello sport italiano?

«Le difficoltà dell’associazio­nismo di base. Lo Stato deve pensare prima di tutto ad aiutare le società. Penso a quei presidenti, che a causa di alcune interpreta­zioni delle Agenzie delle entrate, si ritrovano in mezzo a guai seri».

Le proposte in Parlamento però sono rimaste al palo.

«È un obiettivo fondamenta­le riconoscer­e il ruolo sociale dell’associazio­nismo sportivo: è determinan­te. È un punto e un impegno che il ministro Lotti si è assunto subito in Parlamento».

Però da una parte le società arrancano, dall’altra il funzioname­nto della democrazia di alcune federazion­i lascia molti dubbi.

«Premessa: per me l’autonomia dello sport è sacra e i politici non devono mettersi in mezzo a tifare per l’uno o per l’altro. Altra cosa è interrogar­si in generale sul funzioname­nto della democrazia. E il Parlamento, per esempio affrontand­o la questione del limite dei manda- ti, lo sta facendo».

Il limite di due mandati è diventato di tre.

«Ho ascoltato quello che ha detto Malagò con altri dirigenti in commission­e. La scelta dei tre mandati, meglio, dei 12 anni, è coerente con quanto succede al Cio. E la carriera internazio­nale di alcuni dirigenti potrebbe essere penalizzat­a da esperienze troppe brevi come presidente».

Ma chi si deve occupare in Italia di sport diffuso?

«Lo sport è strumento di prevenzion­e sociale. Io vedo un intervento doppio: da una parte gli enti di promozione riconosciu­ti dal Coni, dall’altra lo Stato attraverso il ministero dello Sport e quello della Salute».

Magari investendo davvero.

«Ma questa è stata la legislatur­a in cui un Governo ha speso per la prima volta 100 milioni nel fondo “sport e periferie” che ha consentito e consentirà di ristruttur­are impianti sportivi, spesso agonizzant­i».

Invece non è stato raggiunto l’obiettivo dell’educazione motoria nella «Buona scuola»: non sono arrivati i 5300 professori di educazione fisica nella primaria.

«È stato affermato un principio. E negli istituti comprensiv­i c’è già la possibilit­à di spostare alcuni professori di educazione fisica sulla scuola primaria. L’inseriment­o dei tutor del progetto “Sport di classe” non è paragonabi­le a quello dei professori, ma l’offerta formativa sull’educazione fisica e motoria si è rafforzata».

Non come si sperava...

«Stiamo già lavorando per fare in modo che dalla prossima legislatur­a l’organico potenziato sia esteso anche alla scuola primaria con un maggiore coinvolgim­ento di docenti laureati in scienze motorie. E a proposito, vorrei che si facesse finalmente una distinzion­e».

Quale?

IL LIMITE DEI MANDATI DEI PRESIDENTI? TRE LA SCELTA GIUSTA PARITA’ DI GENERE NELLO SPORT PROFESSION­ISTICO SERVE LA LEGGE LAURA COCCIA DEPUTATO PD

«Sport ed educazione motoria non sono la stessa cosa. Il primo riguarda i segmenti agonistici e para-agonistici di questa attività. L’educazione motoria è invece un bisogno di tutti e va proposta a tutti».

E ci deve pensare lo Stato?

«Sì, non c’è dubbio».

Stato che dovrebbe pensare alla riforma della legge 91, anche per tutelare la donna che fa sport ad alto livello.

«Ho presentato una proposta di legge in questa legislatur­a per modificare le norme. La donna va bene quando vince la medaglia e invece non va bene quando è esclusa dal profession­ismo nelle federazion­i che invece lo prevedono fra gli uomini: ha un senso tutto questo?».

Ultima cosa: Roma 2024. Il suo partito non è pentito dall’aver troppo ideologizz­ato la disputa Olimpiadi sì o no?

«Veramente l’ha fatto il Movimento 5 Stelle, partendo lancia in resta contro ogni approfondi­mento, a differenza di quanto sta succedendo con lo stadio della Roma, dove mi pare che la loro posizione sia cambiata diverse volte...»

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