La Gazzetta dello Sport

Verona, i conti non tornano Paracadute-bis già in cassa

1Società di factoring gli anticipa i 15 milioni che riceverà se resta in B Fonti vicine al club: «Aperta una linea di credito, ma a cifre più basse»

- Roberto Pelucchi

Com’è lo stato di salute del Verona? È quello che si chiedono da tempo i tifosi, che pensavano di non soffrire così tanto per tornare in Serie A e, soprattutt­o, si aspettavan­o qualche sforzo in più sul mercato di gennaio per colmare le fragilità emerse cammin facendo. Invece, la proprietà ha preferito fare interventi minimi, probabilme­nte forte dell’ottimo avvio di campionato. Così a 4 giornate dalla fine la promozione non è ancora al sicuro.

PARACADUTE Il popolo veronese, tuttavia, è in ansia: un altro anno in B sarebbe difficile da digerire, ma nessuno ha la certezza che l’eventuale promozione scaccerebb­e in un colpo solo tutte le ansie. Le domande ricorrenti sono: in A saremo in grado di allestire una squadra che possa salvarsi senza problemi? E, se dovessimo restare in B, avremo le risorse necessarie per giocare un altro campionato da protagonis­ti? Le recenti mosse del Verona giustifich­erebbero questi timori. Secondo quanto risulta alla Gazzetta, il 28 marzo il club del presidente Maurizio Setti ha ottenuto da Banca Sistema di corso Monforte a Milano un finanziame­nto di 15 milioni di euro (18 milioni 300 mila con l’Iva). Curiosamen­te, la cifra che il Verona incassereb­be se dovesse restare in B. Questo perché nel 2016 la Lega di A ha rivisto il meccanismo del premio assegnato alle retrocesse. Si è passati da 30 a 60 milioni, da dividere secondo questi criteri: 10 milioni alle neopromoss­e subito retrocesse (era il caso di Frosinone e Carpi), 15 milioni alle squadre con due anni in A negli ultimi tre e 25 milioni alle squadre con tre anni in A negli ultimi quattro (il caso del Verona). La parte rimasta, 15 milioni, andrà assegnata all’Hellas se non tornerà in A. Ma c’è stato un salvagente in più: il Verona – come Frosinone e Carpi – ha ottenuto il 40% del paracadute a giugno, in anticipo rispetto al solito, grazie a una apposita delibera. E quell’anticipo, per stessa ammissione del club veronese nel bilancio, ha permesso di «disporre di risorse di tesoreria sufficient­i agli impegni della società senza dover ricorrere ad altre forme di finanziame­n- to». In parole povere: i 10 milioni anticipati del paracadute hanno garantito la continuità aziendale e hanno permesso a Setti di chiudere il bilancio con un utile di 731.704 euro. Inoltre, il restante 60% (15 milioni) è arrivato entro i 15 giorni successivi alla prima giornata di campionato, a metà settembre.

VERONA IN SILENZIO Nessuno ha dimenticat­o quanto detto da Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, nel giugno 2016: «Il crac del Parma non ha insegnato niente e quest’anno si stava ricreando una situazione identica col Verona, a cui è stato fatto il regalo di un prefinanzi­amento della Lega non garantito». Alla luce di quelle parole e incuriosit­i da questa operazione di factoring – assolutame­nte legittima e legale, tanto da essere sfruttata da praticamen­te tutte le aziende, non soltanto calcistich­e – abbiamo chiesto ulteriori informazio­ni al Verona, per capire il perché di questa necessità di liquidità ancor prima della fine del campionato. Tenendo conto che i 25 milioni di paracadute hanno permesso di coprire eventuali sofferenze, che è stata fatta cas- sa con alcune cessioni, che il monte stipendi è stato ridimensio­nato (fino al 31 dicembre era di quasi 15 milioni) e che lo stesso Verona ha scontato con un’altra società di factoring, Emilia Romagna Factor, quasi 3 milioni per crediti derivanti dalla campagna trasferime­nti 2017-18 e 2018-19 (le cessioni pagabili nel triennio). Il Verona non ha voluto commentare la nostra indiscrezi­one, ma da fonti vicine alla società si è saputo che il club si sarebbe limitato ad aprire una linea di credito con Banca Sistema slegata dal paracadute e per cifre di molto inferiori ai 15 milioni.

IL FUTURO Ovviamente, aver già incassato l’equivalent­e del paracadute-bis non vuol dire che il Verona non voglia salire in A: infatti, la promozione frutterebb­e almeno 27-28 milioni di diritti tv e proprio questo potrebbe aver convinto Banca Sistema ad accettare l’operazione prima dei verdetti del campo e, soprattutt­o, dell’iscrizione al prossimo campionato. Le mosse estive saranno indicative sulle strategie future e sullo stato di salute del Verona.

 ?? LAPRESSE ?? A sinistra il presidente del Verona, Maurizio Setti, 53 anni. A destra la curva occupata dagli ultrà del Verona allo stadio Bentegodi
LAPRESSE A sinistra il presidente del Verona, Maurizio Setti, 53 anni. A destra la curva occupata dagli ultrà del Verona allo stadio Bentegodi
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