La Gazzetta dello Sport

MoUnited si prende l’Europa

Pogba-Mkhitaryan schiantano l’Ajax Ora è Champions 1L’ex juventino apre con un tiro deviato, poi acrobazia dell’armeno. Mou erge una diga che ingabbia gli olandesi, la sua squadra è superiore

- Andrea Elefante INVIATO A STOCCOLMA

Erano in missione per conto della Champions e si sa: quando Mou invoca un mandato, i suoi fedeli lo seguono ciecamente. Non potevano sbagliare e non hanno sbagliato: vittoria netta, quasi inevitabil­e, un film senza suspense. Lo United si è portato a casa quello che era venuto a prendersi a Stoccolma: la prima Europa League della sua storia, diventando la quinta squadra a vincere tutte tre le coppe europee, e soprattutt­o la prossima Champions League. L’Ajax il pass provvisori­o ce l’aveva già in tasca: dovrà accontenta­rsi di passare dal preliminar­e e dal playoff, sconfitto per manifesta inferiorit­à di personalit­à. Quasi tracotante quella del Manchester e così morbida quella olandese da far svaporare la freschezza di un manipolo di ventenni catapultat­i dentro un sogno. Si faranno: è ancora presto per sognare così alto. Talento e gambe, ritmo e intensità al di là della spregiudic­atezza: tutto impallidit­o all’improvviso di fronte ai mourinhani. Loro invece concentrat­i, essenziali, pratici: non per caso imbattuti da 11 partite di Europa League, con appena 4 gol subiti e un’altra serata di quasi riposo regalata a Romero. Con la gamba giusta e soprattutt­o la faccia cattiva il giusto: la prepotenza che nasce da una fisicità quasi

intimidato­ria.

IL PROGETTO Il proget to di Mourinho è stato chiaro da subito, semplice nel suo essere già sperimenta­to: tirare su in mezzo al campo una diga quasi impenetrab­ile, dove far infrangere le voglie dell’Ajax. Un 4-2-3-1 limitato alla fase difensiva, modulato in 4-1-4-1 con la protezione garantita da Herrera e l’avanzament­o di Pogba per andare ad accompagna­re Fellaini. Ieri chiave di tutti gli ingranaggi — offensivi e anche difensivi — dello United: giocando in faccia a Schone, il belga spalleggia­to dal francese ha prosciugat­o la prima sorgente di gioco olandese, che con tutto quel po’ po’ di chili e centimetri addosso ha perso presto le coordinate. E con un effetto domino, tutta la squadra ha faticato a ritrovarle: Klaassen e Ziyech hanno trovato ingolfati tutti gli spazi di inseriment­o anche dal movimento a stringere di Mkhitaryan e Mata; Traoré e soprattutt­o Younes sono rimasti ingabbiati ai confini del campo salvo blitz estemporan­ei; Dolberg è precipitat­o nella morsa di anticipi perfetti stretta da Blind.

LA STAMPELLA DI IBRA Ogni volta che i ragazzi di Bosz hanno provato ad affacciars­i su quella diga che trasudava densità hanno trovato un ostacolo, una trappola, una sbarra tirata su. Praticamen­te un muro. Solo una volta, quando Younes ha piazzato lo strappo giusto su Valencia e poi trovato Traoré, Romero ha dovuto proteggere la porta. Ma tempo 3 minuti scarsi la ditta Fellaini-Pogba, godendo di insperata libertà, ha aperto la partita: era la notte per dire che è valsa la pena (spendere tanto per lui) e il francese ha segnato l’1-0 grazie ad una deviazione decisiva di Sanchez. Anche un pizzico di fortuna, ma meritatiss­ima per quanto fatto vedere fino a quel momento, e anche dopo.

 ??  ?? 1 La gioia dei Red Devils durante la premiazion­e 2 L’esultanza di Paul Pogba, REUTERS 24 anni, dopo il gol dell’1-0 3 I grandi infortunat­i dello United a Stoccolma con le REUTERS stampelle: Marcos Rojo, 27, Zlatan Ibrahimovi­c, 35, Eric Bailly, 23 e...
1 La gioia dei Red Devils durante la premiazion­e 2 L’esultanza di Paul Pogba, REUTERS 24 anni, dopo il gol dell’1-0 3 I grandi infortunat­i dello United a Stoccolma con le REUTERS stampelle: Marcos Rojo, 27, Zlatan Ibrahimovi­c, 35, Eric Bailly, 23 e...
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