La Gazzetta dello Sport

Più coppe, meno poesia José, un piccolo triplete nell’anno più difficile

Community Shield e Coppa di Lega, il terzo trofeo per il portoghese: «Nel calcio tanti poeti, però non vincono»

- Stefano Boldrini INVIATO A STOCCOLMA

Il popolo del Manchester United sta cantando «José Mourinho, José Mourinho» e lui, istrione e geniale, corre sul prato della Friends Arena con l’Europa League in mano. Doveva essere il torneo dell’espiazione, per lui e per i Red Devils: è stato il ritorno in grande stile. Lo squadrone di Manchester, ferito dall’attentato di lunedì, torna in Champions. Mou si riappropri­a della sua storia: tre trofei stagionali, come ai bei tempi interisti. Triplete o tripletino, cambia poco: l’uomo nato per vincere sale a quota 25 nei successi in carriera e la gara numero 64 della prima stagione targata United ne consacra la rinascita. Il Community Shield contro il Leicester era stato un atto quasi dovuto e lui, intelligen­te, l’aveva dedicata al predecesso­re, Louis Van Gaal. La Coppa di Lega nella finale contro il Southampto­n aveva rappresent­ato un buona scossa per il morale. Ma l’Europa League è un’altra storia. Tutte le grandi la snobbano, salvo rimpianger­la quando si accorgono che non è un torneo da poco.

LO STILE Mourinho l’ha vinta alla sua maniera. Confermand­o Romero in porta, anche nell’atto decisivo. Individuan­do in Fellaini l’uomo chiave: il belga è stato il migliore in assoluto. Dando fiducia a Mata: lo spagnolo non tradisce mai. E ur- lando, il giusto, nei momenti in cui lo United, padrone, sembrava sul punto di rilassarsi. La sua serata è cominciata a fari spenti, ma con i minuti che passavano e la truppa vicino alla coppa Mou ha sciolto gli ormeggi. Si è rilassato solo nei minuti di recupero, andando ad abbracciar­e Ibrahimovi­c, il figlio prediletto di tanti figli con i quali ha un rapporto speciale. Il salto di gioia finale, lo staff che lo ha lanciato verso il cielo, la stretta di mano agli avversari, il pugno mostrato al suo nuovo popolo, del quale, un vita fa, era stato acerrimo nemico. Poi, ecco i numeri: Mou primo allenatore a vincere per due volte la Champions e per due volte la Coppa Uefa/Europa League; Mou terzo manager a conquistar­e la Coppa Uefa/Europa League con due club diversi.

INFINITO Perché Mourinho è questo. Uno che dai per bollito e invece rialza la testa. Uno che non finirà mai di sorprender­ti e ha stravinto alla grande il confronto con l’antico rivale. Mou 3, Guardiola 0: c’è poco da dire. Anche in questa finale con l’Ajax, che il portoghese ha sempre battuto, lo Special One ha trionfato alla sua maniera: il 31% del possesso palla targato United è stato il più basso in assoluto da parte dei Red Devils in tutto il torneo. Perché poi, alla fine, la corrente letteraria di cui Mou è il massimo rappresent­ante ha un nome: essenziali­smo. E non ha mancato di pungere, Mou: «Nel calcio ci sono molti poeti, ma poeti non vincono molti trofei». Ora, c’è una grande voglia di vacanza: «E’ stata la stagione più difficile della mia carriera. Sono felice perché conquistar­e tre coppe è stata una splendida impresa. Ora ho bisogno di riposare. Non voglio vedere calcio. Abbiamo stramerita­to di vincere questa finale ed è stato bello che anche i calciatori con le stampelle come Ibra e Rojo abbiano partecipat­o alla festa».

 ?? AFP ?? José Mourinho, 54 anni
AFP José Mourinho, 54 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy